Dazi auto, c’è l’accordo fra Ue e Trump: come cambia lo scenario
- Postato il 28 luglio 2025
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- Di Virgilio.it
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Una frenata, non una vittoria. I dazi sulle auto europee esportate negli Stati Uniti scendono dal 27,5% al 15%, dopo l’accordo siglato in Scozia tra il presidente Usa Donald Trump e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il nuovo patto sulle tariffe doganali evita una vera guerra commerciale, lasciando sul campo una serie di dubbi.
Una tregua provvisoria, non una cura
Sebbene definirla una svolta possa sembrare eccessivo, si registra un cambio di passo, infatti l’impatto delle tariffe imposte da Trump nei mesi precedenti stava già colpendo duramente i bilanci, in particolare quelli delle Case tedesche, molto esposte sul mercato a stelle e strisce. Una guerra commerciale piena avrebbe significato margini tagliati, occupazione a rischio e una catena di vendite compromesse. Senza ribaltare lo scenario, la riduzione del dazio dal 27,5 al 15% rallenta quantomeno l’emorragia: il minimo sindacale per tenere in piedi l’export del Vecchio Continente e rimandare una crisi peggiore.
“Evitata un’escalation inutile”, ha dichiarato il cancelliere Friedrich Merz. “L’accordo è riuscito a scongiurare un conflitto commerciale che avrebbe colpito duramente l’economia tedesca orientata all’esportazione. Ciò è particolarmente vero per l’industria automobilistica, dove le tariffe attuali saranno quasi dimezzate dal 27,5% al 15%”. Merz ha garantito il sostegno tedesco alla Commissione e ha rilanciato: ora chiederà l’abbattimento dei dazi e delle barriere commerciali anche in altri ambiti, a partire dal trattato con il Mercosur.
Bruxelles compatta, ma prevale la prudenza
Dal fronte Ue è arrivato sostegno pieno anche da parte del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, secondo cui l’intesa rappresenta una svolta utile per le imprese: “Dà priorità alla cooperazione, protegge gli interessi fondamentali della Ue e offre alle aziende la certezza di cui hanno bisogno. Dobbiamo sfruttare questo risultato rafforzando ulteriormente la competitività dell’Ue ed espandendo la nostra rete commerciale globale”.
Più cauta Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo: “Accolgo con favore l’intesa”, ha dichiarato, assicurando che “l’Eurocamera farà la sua parte nell’analizzare l’accordo garantendo che sia nel migliore interesse di imprese e consumatori”. Ma i lavori non possono definirsi conclusi. “Ora è importante definire i dettagli il più presto possibile”, ha avvertito il premier olandese Dick Schoof.
Il presidente del Ppe (Partito popolare europeo) Manfred Weber è andato dritto al punto: “La Ue ha evitato danni gravi. Tuttavia, questo è solo un modo per limitarli. Dobbiamo perseguire nuovi accordi commerciali e creare un vero mercato unico europeo”. E il senso generale della fumata bianca è proprio questo: non si è vinto nulla, si è semplicemente evitato di perdere peggio. Il blocco ha scelto la stabilità e la prevedibilità, non a caso i due concetti chiave evocati da Ursula von der Leyen.
Una tregua condizionata, perché l’accordo prevede, sì, una riduzione dei dazi, ma riserva a Trump la facoltà di rialzarli in un secondo momento, laddove ritenesse che i Paesi Ue non rispettino gli impegni di investimento. Per ora, le auto europee entrano in America con meno ostacoli, in un clima teso dove le grandi aziende tedesche — Volkswagen, BMW, Mercedes — possono tirare una boccata d’ossigeno, senza abbassare la guardia. Poi si vedrà.