Dazi: dal primo agosto ritornano le tariffe “piene”, e in Europa il peso si fa già sentire
- Postato il 30 luglio 2025
- Di Panorama
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Sullo sfondo dell’accordo di Turnburry fra Stati Uniti e Unione Europea, per il quale sono già sorte le prime criticità nell’interpretazione dell’accordo, la data finale del 1° agosto si avvicina. Venerdì, infatti, le tariffe imposte lo scorso 2 aprile nel Liberation Day rientreranno in vigore: “Il primo agosto, un grande giorno per l’America!”, è stato il commento di Donald Trump.
Fra i Paesi che vedranno aumentare i dazi sui propri beni esportati verso gli Usa ci sarà l’India. Ad annunciarlo, alla sua maniera, è stato lo stesso Trump, che ha scritto sui social: «Sebbene l’India sia nostra amica, nel corso degli anni abbiamo intrattenuto con essa rapporti commerciali relativamente limitati perché le sue tariffe doganali sono troppo elevate, tra le più alte al mondo», secondo il tycoon lamenta anche il fatto che Nuova Delhi abbia «sempre acquistato la maggior parte delle sue attrezzature militari dalla Russia ed è il più grande acquirente di energia della Russia, insieme alla Cina», Trump annuncia quindi che «L’India pagherà una tariffa del 25%, più una penale per quanto sopra. (I rapporti economici con la Russia, ndr), a partire dal primo agosto».
Da questa parte dell’Atlantico, nel frattempo, oggi sono stati pubblicati dall’Istat i dati relativi alla crescita economica dell’Italia nel secondo trimestre del 2025. E i dazi sembrano già farsi sentire, dopo una leggera crescita del 0,3% nel primo trimestre, infatti, nel periodo aprile-giugno l’economia italiana ha registrato una contrazione dello 0,1%.
Dai dati preliminari disponibili appare chiaro che a pesare è stato soprattutto il comparto manifatturiero, col commercio estero extra-Ue che nei primi sei mesi dell’anno ha visto una contrazione del 25,5% rispetto al 2024, passando da un saldo positivo di 32,7 miliardi lo scorso anno agli attuali 24,4. Sicuramente, a partire dal Liberation Day, le tariffe del 10% imposte ai prodotti di tutto il mondo hanno giocato un ruolo importante.
Negli Stati Uniti sono invece arrivate ottime notizie sul fronte economico, il Prodotto interno lordo è cresciuto del 3% nel secondo trimestre, rimbalzando dopo il brusco calo registrato nel periodo gennaio-marzo (-0,5%). Se il calo del primo trimestre era da imputarsi alla corsa delle industrie americane per evitare i dazi, cosa che ha fatto aumentare le importazioni causando un deficit commerciale record, questa volta il forte rimbalzo è da imputare al fatto che il deficit commerciale americano dei beni, notoriamente elevato, è sceso al livello più basso degli ultimi due anni nel mese di giugno.
Meno acquisti dall’estero, meno soldi che escono e maggiore ricchezza che resta negli Stati Uniti. Il Presidente Trump ha subito commentato l’ottimo dato, scrivendo sui social: «Appena pubblicato il dato del Pil per il secondo trimestre: 3%, molto meglio del previsto! “Too Late” (il nomignolo dato al capo della Federal Reserve Jerome Powell, ndr.) deve tagliare i tassi d’interesse! Nessuna inflazione! Lasciate che le persone acquistino e rifinanzino le loro case!»
Il caos dazi sta insomma avendo ripercussioni in tutto il mondo. Una di esse è stata la guerra commerciale fra Cina e Usa, fatta di proibitive tariffe a tre cifre e divieti di esportare materiali critici, da parte americana semiconduttori e licenze di software per la progettazione di chip, da parte cinese terre rare e magneti critici per l’industria hi-tech e automobilistica americana.
I colloqui fra la delegazione cinese e quella americana, condotti in Svezia fra lunedì e martedì, hanno confermato per altri 90 giorni la pausa nelle tariffe (che rimangono a livelli più bassi del 30% da parte Usa e del 10% da parte cinese) e la ripresa delle esportazioni dei relativi materiali critici decisa nei precedenti colloqui di Ginevra e Londra.
Come annunciato dal segretario al Tesoro Scott Bessent: «Si sta instaurando un buon rapporto personale, basato sul rispetto reciproco. Credo che ora comprendiamo molto meglio i loro obiettivi». Positivo anche il capo della delegazione cinese Li Chonggang, secondo il quale «i due team manterranno una comunicazione attiva, scambieranno opinioni su questioni in modo tempestivo e continueranno a promuovere lo sviluppo stabile e sano delle relazioni economiche e commerciali bilaterali». L’intesa raggiunta necessita ora solamente del definitivo via libera dei due Presidenti, a seguito del quale la tregua verrà prolungata fino al 12 novembre.