Dazi, l’Ue: “Martedì la sospensione per 6 mesi delle contro-tariffe”. E la Germania prova a trattare su esenzioni
- Postato il 4 agosto 2025
- Economia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Mancava solo l’ufficialità ed è arrivata lunedì pomeriggio. La Commissione europea “adotterà le misure necessarie per sospendere di sei mesi le contromisure dell’Ue nei confronti degli Stati Uniti, che avrebbero dovuto entrare in vigore il 7 agosto“. Il congelamento del listone di contro-dazi verrà formalizzato “domani, 5 agosto, con procedura d’urgenza”, ha annunciato il portavoce della Commissione Olof Gill, sottolineando che “l’Ue continua a collaborare con gli Usa per finalizzare una dichiarazione congiunta, come concordato il 27 luglio”.
Se Ursula von der Leyen e il commissario per il commercio Maros Sefcovic continuano a ribadire di aver fatto “il miglior accordo possibile“, le critiche all’intesa raggiunta con Donald Trump però non si placano: “Un pessimo accordo economico, un autogol“, lo ha definito oggi il premier ungherese Viktor Orban. E il rischio dello slittamento della dichiarazione congiunta a settembre potrebbe ulteriormente moltiplicare il malcontento: il testo cono tutti i contenuti del deal , infatti, non si è ancora visto e difficilmente vedrà la luce nel breve termine.
Gli Usa non hanno fretta e la Commissione rischia di restare con almeno tre nodi scoperti: le auto, i farmaci e il vino. Le prima, al momento, restano ancorate all’aliquota del 27,5%. Sui farmaci, al momento, pende la tariffa base del 15%. Sul vino, infine, l’ipotesi dell’esenzione da applicare ai cosiddetti prodotti strategici ancora non ha preso forma. Intanto le industrie nazionali scalpitano. “A tutti gli effetti, l’accordo globale per ora è questo”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Mercedes-Benz, Ola Källenius, durante una telefonata con gli investitori questa settimana, aggiungendo di essere “molto incerto” se potessero essere aggiunti emendamenti specifici per settore o per azienda.
Così il ministro delle Finanze tedesco Lars Klingbeil è volato a Washington dal segretario al Tesero Scott Bessent, per fare proprio un punto anche sui dazi. Alcune capitali europee provano infatti a trattare per eventuali esenzioni sui prodotti strategici.
Il New York Times, citando fonti del Tesoro Usa, ha scritto che con i dazi introdotti da aprile, prima ancora che entrino in vigore dal 7 agosto quelli nuovi, Donald Trump ha incassato finora 152 miliardi di dollari, circa il doppio dei 78 entrati nelle casse federali nello stesso periodo dell’anno fiscale precedente. Numeri che il presidente americano è pronto a rivendicare. Non solo. Per anticipare il possibile malcontento interno (dovuto al conseguente aumento dei prezzi per gli stessi consumatori Usa) Donald Trump ipotizza anche le sue creative soluzioni: parlando con i giornalisti prima di salire a bordo dell’Air Force One, ha affermato che dai dazi imposti ai partner commerciali degli Usa potrebbe derivare un “dividendo” per i cittadini statunitensi e in particolare “per le persone con un reddito medio-basso“. Il tutto senza specificare come e quando.
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