Dazi, Sefcovic al Parlamento Ue: “Cerchiamo soluzioni condivise con Usa, altrimenti pronti a usare ogni opzione sul tavolo”

  • Postato il 6 maggio 2025
  • Economia
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Se tutte le indagini in corso negli Usa per motivi di sicurezza nazionale sull’export di prodotti europei sfociassero in dazi, a essere colpito sarebbe il 97% delle esportazioni Ue oltreoceano. Per un valore di circa 549 miliardi di euro. A fare i conti è stato il commissario Ue al Commercio, Maros Sefcovic, nel dibattito alla plenaria del Parlamento europeo sulle tariffe e i negoziati in corso per far scendere Donald Trump a più miti consigli. “Vogliamo trovare soluzioni condivise, abbiamo esplorato la possibilità di ridurre le barriere, e non aumentarle, proponendo tra l’altro di concordare tariffe zero per zero su tutti i beni industriali, affrontando congiuntamente la sovraccapacità globale in settori strategici e garantendo il ritorno a scambi transatlantici senza barriere. I contatti sono in corso, ora serve che gli Usa diano prova di essere disponibili a progressi verso una soluzione equa ed equilibrata”, ha ribadito. In caso contrario “tutte le opzioni sono in esame e ci prepariamo anche ai dei contenziosi. L’Ue è disposta a usare tutti gli strumenti a disposizione per proteggere il mercato” e “ripristinare condizioni di parità“.

I segnali non sono dei migliori. Solo ieri “abbiamo appreso di una possibile nuova tariffa del 100% sulla produzione cinematografica non statunitense. Credo che sarete d’accordo con me sul fatto che la situazione in sé non sia accettabile e che non possiamo permetterci di restare inerti“. Il commissario europeo ha ricordato che “queste tasse sulle importazioni sono ingiustificate e causano danni economici su entrambe le sponde dell’Atlantico. Interrompono le catene di approvvigionamento e incidono sui mercati globali. Danneggiano le aziende, i lavoratori e gli agricoltori dell’Ue e degli Stati Uniti. Creano incertezza per gli investimenti transatlantici e un aumento dei prezzi per consumatori e imprese e aumento dell’inflazione”.

Gli Stati Uniti hanno temporaneamente ridotto i dazi aggiuntivi universali dal 20 al 10%. In risposta, Bruxelles ha “dimostrato una notevole buona volontà sospendendo per 90 giorni le nostre misure di riequilibrio sui dazi su acciaio e alluminio. Con questa sospensione, vogliamo dare spazio ai negoziati. Tuttavia, i dazi statunitensi coprono ancora 380 miliardi di euro di esportazioni Ue verso gli Stati Uniti, pari al 70% delle nostre esportazioni totali, con aliquote comprese tra il 10 e il 25%. Inoltre, potrebbero essere in arrivo ulteriori azioni tariffarie statunitensi, sebbene gli Stati Uniti abbiano riconosciuto che l’Ue non rappresenta un problema e che, di fatto, condivide molte sfide comuni”.

In attesa di capire come proseguiranno i negoziati la Ue continua a tentare di diversificare gli sbocchi per le sue merci. Gli accordi commerciali siglati dall’Ue con il Messico e l’area del Mercosur “offrono opportunità significative” e “stiamo accelerando in modo marcato i negoziati con l’India, con l’Indonesia, le Filippine, la Thailandia e la Malaysia”, sottolinea Sefcovic. Anche se gli Usa rappresentano il “13%” del commercio mondiale, aggiunge, “non dobbiamo dimenticare il restante 87%”. Sono stati anche avviati “colloqui con gli Emirati Arabi Uniti“, che se coronati da successo agirebbero come un “forte catalizzatore per i Paesi Golfo. Lavoriamo molto strettamente con l’Angola e con altri partner sulle materie prime critiche”. Sefcovic sarà poi in visita a Singapore e in Giappone dal 7 al 9 maggio per rafforzare ulteriormente le relazioni commerciali ed economiche con due partner chiave nella regione indo-pacifica.

Intanto dagli Usa continuano ad arrivare scricchioli, con le grandi aziende che iniziano a registrare forti frenate causa incertezza legata all’annuncio dei dazi reciproci. Ford ha registrato un calo del 65% degli utili del primo trimestre, citando un impatto a breve termine sulle vendite di auto dovuto al lancio di nuovi veicoli. La casa automobilistica ha stimato un impatto annuo di circa 1,5 miliardi di dollari sugli utili operativi rettificati a seguito delle innumerevoli misure tariffarie adottate dal presidente Donald Trump. Gli utili si sono attestati a 471 milioni di dollari, superando le aspettative degli analisti ma poco più di un terzo del livello previsto per il 2024, con un calo del fatturato del 5% a 40,7 miliardi di dollari. Nel primo trimestre, le vendite all’ingrosso di Ford sono diminuite del 7% rispetto all’anno precedente, un calo che il gruppo aveva precedentemente annunciato a causa del rallentamento della produzione negli stabilimenti in Kentucky e Michigan, dove vengono lanciati nuovi veicoli.

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