Ddl Sicurezza, studenti si incatenano: “Allarme rosso repressione”: e lanciano la mobilitazione nazionale del 21 giugno

  • Postato il 28 maggio 2025
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osa studenti incatenati

Genova. “Dobbiamo lanciare l’Allarme Rosso Repressione e Democrazia contro il governo Meloni, e dobbiamo farlo subito: dopo che il Governo il 4 aprile con un “trucchetto” ha trasformato il Ddl1660 in un decreto legge, adesso questo pacchetto liberticida verrà discusso alla Camera il 26 maggio (il Parlamento ha tempo fino al 12 di giugno per trasformarlo in legge). Eppure il 4 aprile non è stata una giornata di pace sociale ma di conflitto, con la sciopero studentesco nazionale che in oltre 20 città ha bloccato scuole e università e portato fra i vari temi quello dell’opposizione a questa spirale liberticida. Oggi come studenti medi e universitari siamo chiamati di nuovo a fare la nostra parte, come quel 4 aprile: dal 26 al 31 maggio mettiamo in stato di agitazione permanente i nostri luoghi di formazione contro questo Decreto, rendiamoli campo di battaglia e luoghi ostili al Governo, mettiamogli i bastoni nelle ruote, consapevoli che la repressione è l’altra faccia del riarmo e della difesa comune europea”.

Queste le parole del comunicato stampa diffuso questa mattina dal collettivo studentesco Osa dove viene annunciata l’adesione alla campagna di protesta nazionale contro il cosiddetto DDl Sicurezza, varato dal governo Meloni, che prevedere l’introduzione di 14 i nuovi reati e 9 nuove aggravanti aggiuntive. Tra queste la norma ribattezzata dall’opposizione “anti Gandhi’ (diventa illecito penale il blocco stradale o ferroviario attuato mediante ostruzione fatta col proprio corpo che se avviene nel corso di una manifestazione, e sono più persone a bloccare la strada, prevede pene fino a 6 anni) e l’aggravante per le manifestazioni contro le opere considerate strategiche dallo stato (ribattezzata infatti norma anti-no tav e anti no-ponte).

“Non sarà facile. Esiste una “Emergenza Democrazia” pesante nei nostri luoghi della formazione, si pensi a Valditara: l’odiato ministro Sceriffo quest’autunno ha dato il via libera ai presidi manager per reprimere le lotte studentesche (emblematiche le sospensioni contro le occupazioni delle scuole romane) e sta ridisegnando in senso autoritario e punitivo la scuola, vedi la riforma del voto in condotta e la modifica dello Statuto degli Studenti. Bernini non è da meno con la costante caccia alle streghe contro gli “intolleranti” – cioè, chi dissente nei atenei: non ci sembra un caso che proprio il Ddl1660 con l’art.31 – poi rimosso con un emendamento per rendere il decreto più digeribile – introducesse i servizi segreti nelle università, evidentemente richiesti dal MUR, la tendenza è chiara. A questo va aggiunto il lavoro ideologico per passivizzare e deconflittualizzare la nostra generazione. Eppure, repressione e passività si possono rompere. Veniamo da un percorso lungo di lotta, iniziato con i NoMeloniDay e le occupazioni studentesche in autunno, continuato con la manifestazione del 15 marzo contro riarmo e difesa comune europea tanto cari agli europeisti di Serra, con lo sciopero studentesco del 4 aprile: con il conflitto si può far male ai “fascisti dentro” e guerrafondai al governo… e alla – finta – opposizione, che sostengono riarmo e difesa comune europea”.

osa studenti incatenati

“Ci appelliamo quindi a tutte le studentesse e gli studenti d’Italia – continua la nota di Osa – rendiamo scuole e atenei campi di battaglia dal 26 al 31 maggio contro il Dl1660. Mettiamo i luoghi in cui studiamo in stato di agitazione permanente negli ultimi giorni di lezione prima dell’estate. Denunciamo la repressione, così come le volontà guerrafondaie dell’UE: guerra interna e guerra esterna sono due facce della stessa medaglia, ce lo insegna la storia. Con questo spirito costruiamo una mobilitazione ostile al governo e indipendente dal centrosinistra che ieri ha fatto il Decreto Minniti e votato per il riarmo, e oggi vuole mettere il cappello sui movimenti di lotta; partecipiamo alle date nazionali del 26 e 31 maggio e facciamo crescere l’escalation di mobilitazione fino al 21 giugno, per la mobilitazione nazionale a Roma per fermare i piani di riarmo e dell’esercito comune europeo”

Autore
Genova24

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