Ddl stupro, Roccella: “Rovescia l’onere della prova”. Il magistrato Roia: “Falso, spetta al pm dimostrare l’assenza di consenso”
- Postato il 26 novembre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
“Il rischio è il rovesciamento dell’onere della prova“. Anche la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità, Eugenia Roccella, si scaglia contro il ddl sul “consenso libero e attuale” in materia di violenza sessuale. Lo fa criticando il testo del provvedimento e sollevando dubbi, salvo poi essere smentita – punto per punto – dal presidente del Tribunale di Milano Fabio Roia, magistrato da decenni impegnato nel contrasto alla violenza di genere: “Dovrà essere sempre il pubblico ministero a dover dimostrare che quel rapporto è avvenuto senza un libero consenso da parte della donna”, spiega Roia.
Dopo la battuta d’arresto a sorpresa arrivata martedì in Senato, la destra prova ad abbattere definitivamente il ddl, nonostante le garanzie date dalla stessa premier Giorgia Meloni. Matteo Salvini, con orgoglio, si intesta la frenata parlamentare: per il leader della LEga la legge è “troppo interpretabile” e lascia “spazio alle vendette personali”. Poco dopo è la ministra Roccella, intervistata durante la trasmissione “Ping Pong” su Rai Radio 1, a condividere la decisione di non approvare il ddl: “È meglio prendere più tempo ma approvare una legge convincente”, ha detto. Per Roccella “quello che è emerso dopo l’approvazione alla Camera è una forte perplessità da ambienti importanti: gli avvocati, l’ex presidente delle Camere Penali Caiazza è stato molto duro su questa legge, anche altri hanno sollevato dei dubbi“. Critiche condivise dalla ministra: “Il rischio è il rovesciamento dell’onere della prova, questo è il dubbio”, insiste la ministra.
Alla presa di posizione di Roccella risponde il magistrato Roia che ha ricevuto per il suo impegno sul tema del contrasto alla violenza di genere l’Ambrogino d’Oro nel 2018. Non è “assolutamente vero che introdurre il concetto di consenso libero ed attuale” nel reato di violenza sessuale “costituisca un’inversione dell’onere della prova”. Come spiega Roia, la donna “si limiterà a fare una denuncia, sempre sotto assunzione di responsabilità”, ma poi “dovrà essere il pubblico ministero a dimostrare che quel rapporto è avvenuto senza un libero consenso”. Parlando con l’Ansa, il presidente del Tribunale di Milano sottolinea che parlare di rischio di inversione della prova “è una suggestione, un profondo sbaglio giuridico-processuale e probabilmente, ma questo non sta a me dirlo, può essere una scusa per non approvare una legge di civiltà“. Legge che, ricorda il magistrato, “altri Paesi hanno e che stanno applicando e che la stessa Europa ci ha richiesto di adottare”.
Roia spiega infatti che “già nell’attuale legge ci sono delle condizioni che tendono ad eliminare il consenso, che sono la violenza, la minaccia e l’abuso di condizioni di inferiorità, anche transitoria, psichica o fisica da parte della donna”. Questi, spiega, sono i casi “tipici della donna che assume sostanze stupefacenti o alcoliche“. Introdurre “il concetto di consenso – prosegue il presidente del Tribunale – è un qualcosa di più ampio, ma che non sposta assolutamente il tema, perché dovrà essere sempre il pubblico ministero a dover dimostrare che quel rapporto è avvenuto senza un libero consenso da parte della donna”. Pm che “ovviamente utilizzerà le dichiarazioni della donna, ma questo già avviene nei processi attuali”, aggiunge.
Per Roia quella di martedì “è una pagina oscura che è capitata, tra l’altro, proprio il 25 novembre (giornata internazionale contro la violenza sulle donne, ndr) e lo è sul piano di quel raggiungimento di obiettivi di libertà delle donne verso i quali tutti dicono, a parole, di orientarsi, tranne poi assumere atteggiamenti contraddittori rispetto a quegli stessi obiettivi”, conclude il magistrato.
L'articolo Ddl stupro, Roccella: “Rovescia l’onere della prova”. Il magistrato Roia: “Falso, spetta al pm dimostrare l’assenza di consenso” proviene da Il Fatto Quotidiano.