Decreto Caivano, non è tutt’oro
- Postato il 28 aprile 2025
- Notizie
- Di Quotidiano del Sud
- 3 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Decreto Caivano, non è tutt’oro
l Decreto Caivano, sta diventando un modello esportato in tutta Italia tra progetti e misure restrittive in aumento. Aumentano i provvedimenti penali minorili e si regolamenta la verifica età online.
ROMA- Ispirandosi al modello Caivano, considerato “vincente e strategico” per contrastare il disagio giovanile, la dispersione scolastica e arginare la criminalità giovanile, il governo ha puntato ad esportarlo in tutta Italia. Il Cdm a fine marzo ha infatti approvato la risposta di riqualificazione di otto nuove realtà che hanno in sé delle specifiche vulnerabilità. A queste aree può essere applicato il modello operativo che prevede una “durata di 3 anni – finisce il 31 dicembre 2027 – con una capacità di spesa di 180 milioni messi a disposizione dai fondi di coesione divisi per 100 milioni nel 2025, 50 nel 2026, 30 nel 2027”. A snocciolare le cifre è stato il capo Dipartimento della Protezione Civile, Fabio Ciciliano, in conferenza stampa a Palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri.
“In questo momento sono in piedi 96 progettualità identificate come ‘prioritarie’ dai Comuni insieme alla struttura commissariale. Le linee di finanziamento ammontano a 24 milioni e 600mila euro messi a disposizione dagli enti destinatari di altri fondi, e altri 19 milioni e 900mila per linee finanziamento per progettualità ulteriori ed eventuali”. L’obiettivo è concentrarsi sugli interventi di riqualificazione delle periferie e sulle necessità concrete delle famiglie e dei più giovani.
LE OTTO AREE NEL DETTAGLIO
Quali sono le otto aree? Partendo dal Nord, a Rozzano ci sarà il sostegno al progetto del pugile Daniele Scardina, King Toretto, per la costruzione di una palestra dedicata ai giovani, con particolare attenzione ai disabili. Scendendo dal Milanese nella Capitale, qui il focus è sul Quarticciolo, con investimenti in servizi e strutture per bambini e ragazzi, come asili nido, aree attrezzate e impianti sportivi. Ma il Quarticciolo non sembra gradire. Il quartiere popolare di Roma è stato infatti al centro di una mobilitazione che ha riunito migliaia di persone per dire no al “modello Caivano”.
L’incontro, promosso da realtà locali come Quarticciolo Ribelle e altre associazioni, ha visto la partecipazione di cittadini, politici e rappresentanti della comunità locali. Nel quartiere pochi giorni prima della mobilitazione, alcuni agenti del commissariato Prenestino erano stati aggrediti dopo aver fermato una donna italiana e un tunisino di 25 anni, che avevano come base logistica dello spaccio uno scooter, dove nascondevano 136 involucri di cocaina e crack. Un gruppo di venti persone è sceso in campo per difendere i due pusher attaccando i poliziotti con lo spray urticante. Realtà difficile.
LE DICHIARAZIONI DELLA PREMIER MELONI
Poi ancora Napoli, con interventi a Scampia e Secondigliano, con la bonifica dell’area occupata dal campo rom di via Cupa Perillo e la costruzione di un campo da rugby gestito dalle Fiamme Oro. Nel Foggiano, a Orta Nova, ci sarà la riqualificazione dell’immobile destinato alla nuova tenenza dei Carabinieri. Scendendo ancora verso Sud, a Rosarno e San Ferdinando (RC), il progetto riguarda lo smantellamento e bonifica della tendopoli esistente, con la creazione di abitazioni dignitose per i braccianti agricoli stagionali.
A Catania la riqualificazione di via Playa, nel quartiere storico di San Cristoforo. E a Palermo, con il restauro della Chiesa di San Paolo Apostolo a Borgo Nuovo, chiusa da oltre vent’anni e simbolo del degrado della zona. “Questo è solo un piccolo spaccato di ciò che intendiamo fare nei prossimi mesi”, ha fatto sapere la premier Meloni. “Il nostro obiettivo è portare avanti una politica concreta, capace di affrontare e risolvere anche le sfide più difficili”.
UN ANNO DOPO IL DECRETO CAIVANO: I PRIMI EFFETTI
Ma ad oltre un anno dal decreto Caivano, quali effetti ci sono stati? Già allo scoccare dell’anno dall’applicazione delle prime misure, il dossier “Tutti dentro” pubblicato dalla ‘lavialibera’- la rivista di Libera e Gruppo Abele – realizzato in collaborazione con l’associazione Antigone, ha registrato una impennata di presenze negli istituti penali e di provvedimenti di pubblica sicurezza: i primi nove mesi del 2024 hanno fatto registrare un numero record di misure punitive emesse nei confronti dei minorenni. I provvedimenti destinati ai minori sono più che raddoppiati, passando dai 380 del 2023 agli 819 dei primi nove mesi del 2024, e rappresentano oggi il 20% del totale.
La metà (431) è rappresentata da avvisi orali del questore, misura di “prevenzione della violenza giovanile” introdotta dal decreto insieme all’ammonimento. L’aumento più significativo riguarda il Daspo, nato come strumento contro il tifo violento e progressivamente esteso con i decreti Minniti (2017), Salvini (2018) e Lamorgese (2020): sulla popolazione complessiva, l’applicazione di questa misura è cresciuta dell’800 per cento in meno di sette anni. Per quanto riguarda il capitolo minori dal dossier emerge che si è passati dai 5 provvedimenti del 2018 ai 343 dei primi nove mesi del 2024: un aumento di 70 volte.
DISPARITÀ TERRITORIALI NELL’APPLICAZIONE DEI PROVVEDIMENTI DEL DECRETO CAIVANO
Dal punto di vista ‘territoriale’, la Lombardia è la regione in cui si registra il maggior numero di provvedimenti emessi dal gennaio del 2017 al 30 settembre 2024 (2.349), seguita da Campania (2.076). Poi Sicilia, Veneto ed Emilia Romagna (con 1.359, 1.356 e 1.016 provvedimenti complessivi). Quello che preoccupa molto nell’alveo del disagio giovanile e dei pericoli della criminalità è il web.
L’Agcom ha da poco approvato con la delibera 96/25/Cons le modalità con cui le piattaforme di video sharing e i siti web, che rendono disponibili in Italia contenuti inadatti o vietati ai minori, devono verificare la maggiore età degli utenti (age assurance o age verification). Tutto questo in attuazione della legge del 13 novembre 2023, n.159, più nota come decreto Caivano, con l’obiettivo di garantire una protezione efficace dei minori dai pericoli del web. Entro sei mesi dalla pubblicazione della delibera, le piattaforme e i siti dovranno adeguarsi alle relative disposizioni.
VERIFICA DELL’ETÀ ONLINE: LE MODALITÀ DEFINITE DALL’AGCOM
Il sistema di verifica dell’età definito dall’Agcom è basato su due passaggi: il primo è l’identificazione della persona che vuole accedere a tali contenuti; il secondo è l’autenticazione della persona identificata. Ciò deve avvenire tramite l’intervento di soggetti terzi indipendenti certificati, incaricati appunto di fornire la prova della maggiore età. Il processo deve essere ripetuto per ciascuna sessione di utilizzo del servizio cui si vuole avere accesso. Insomma, dalle piazze delle periferie a quelle virtuali le misure messe in campo sono tante. Ma basterà a realizzare il tanto proclamato successo del decreto Caivano?