Delitto di Gemona, il racconto di Lorena Venier: “Ho sezionato Alessandro da sola. Volevo far sparire i resti in montagna, ma Maylin è crollata”
- Postato il 5 agosto 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Lorena Venier, l’infermiera di 61 anni che ha ucciso il figlio Alessandro nella villetta dove vivevano a Gemona, ha raccontato agli inquirenti i dettagli del suo delitto, organizzato e poi realizzato con la nuora Maylin Castro Monsalvo. “Mi sono occupata da sola del ‘depezzamento’ di Alessandro: ho utilizzato un seghetto e un lenzuolo per contenere il sangue e l’ho sezionato in tre pezzi: non ci sono stati schizzi, per questo i carabinieri hanno trovato tutto in ordine”. La donna ha spiegato nel dettaglio la successione degli eventi, sottolineando che Mailyn è intervenuta soltanto per spostare le tre parti del corpo di Alessandro nell’autorimessa. “Una volta che Mailyn lo ha strangolato coi lacci delle scarpe, perché a mani nude non eravamo riuscite a soffocarlo, l’ho posizionato su un lenzuolo e lì ho separato alcune parti per permettere il trasporto nel garage, dove c’era il bidone nel quale il corpo doveva decomporsi”.
“Volevo far sparire i resti in montagna”
“Una volta inseriti i resti nel barile, Mailyn ha anche usato la calce viva per coprirli. Sarebbero dovuti restare lì fino a quando, consumati, potevo trasportarli in montagna, per disperderli nel bosco, come dal desiderio che aveva sempre confidato a tutti. Pensavamo di poter fare tutto da sole, una volta sezionato, sarebbe bastato attendere che si consumasse prima di portarlo in montagna”. Poi la chiamata ai carabinieri: “È stata Mailyn a chiamare il 112: il piano era attendere poi far sparire i resti, ma ha avuto una crisi“. Durante la telefonata c’è stato un momento di forte tensione tra le due donne. Mailyn, infatti, ha denunciato: “Mia suocera ha ucciso il figlio”. Poi si sente un litigio: “No, Lorena, no”. Forse Lorena ha tentato di strapparle il telefono di mano. Sulle sue braccia sono stati individuati alcuni lividi.

Nei prossimi giorni i carabinieri torneranno sul luogo del delitto. L’obiettivo è quello di trovare un riscontro alla dettagliata confessione resa da Lorena Venier. Nello specifico, si tenterà di rinvenire alcune tracce di sangue. Il procuratore aggiunto di Udine, Claudia Danelon, in relazione alle indagini sulla morte di Alessandro Venier, ha dichiarato: “Probabilmente martedì sarà conferito l’incarico per l’autopsia sul corpo della vittima del reato di Gemona. Quanto all’effettuazione materiale dell’esame dipende dalla disponibilità del professionista incaricato e dall’eventuale nomina di periti da parte delle due indagate. È chiaro che da parte nostra c’è la richiesta della massima celerità per poter completare il quadro accusatorio”.
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