Democrazia Baudiana. Il racconto dalla Camera ardente di Pippo Baudo

  • Postato il 18 agosto 2025
  • Di Il Foglio
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Democrazia Baudiana. Il racconto dalla Camera ardente di Pippo Baudo

Forse era vero. Il partito di centro poteva farlo lui. Democrazia Baudiana. Biancofiore e BiancoPippo. Sì prendono, e riprendono, un pezzo di Pippo Baudo, il Baudo “perbene”, di “gusto”, Baudo “l’insostituibile”, gli italiani che sono qui di fronte al Teatro delle Vittorie, in questa Roma desolata, triste, solitaria: anche i cani sono fuggiti. Qui dentro il feretro, a destra i figli, a sinistra le telecamere. La diretta. Fuori siamo tutti spettatori. Lo omaggiano Antonio Tajani, Mara Venier, c’è il direttore generale Rai, Roberto Sergio, che promette ai giornalisti, “lo ricorderemo come merita”. Propongono già, lo fa Lino Banfi, di titolare a Baudo il Teatro delle Vittorie, e ora è tutto “lo stile Baudo”.

Chi è l’erede? È morto da due giorni e ci sono già le primarie: Stefano Demartino è il favorito, quello che ha il consenso della base e dell’apparato Rai. La verità è che anche da morto gli ha fatto il regalo. Riempie il palinsesto anche adesso che lascia, con le sue repliche, gli speciali. Dice Giorgio Assumma, l’avvocato amico, che anche Baudo concordava con lui: “Una vita eterna? Sai che noia!”.

Arriva Massimo Lopez che era andato a fargli visita tre mesi fa: “E ancora mi correggeva, suggeriva”. È vero che era malinconico? Depresso? E Assumma dice sì che lo era e che però si è spento dormendo come un bimbo. Sul muro campeggia un “grazie Pippo”. Anche il ricordo è discreto, tanto silenzio, tanti anziani con il cappello di paglia per “Pippo”, il nome piuma della televisione, Pippo lo spilungone che non sapeva immaginarsi senza la Rai. Piange Banfi quando dice: “Ci siamo salutati con un ‘ci rivedremo’ ma non ci siamo detti dove sarebbe stato il prossimo appuntamento”.

 

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Autore
Il Foglio

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