Di Gregorio ha accelerato il coefficiente di gravitazione universale

  • Postato il 11 novembre 2025
  • Di Il Foglio
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Di Gregorio ha accelerato il coefficiente di gravitazione universale

Nei portieri, l'altezza forse non è mezza bellezza, ma certo è spesso molto utile, a volte quasi indispensabile. Da alcuni allenatori un portiere sotto il metro e novanta non viene preso nemmeno in considerazione. Una discriminazione sfacciata. Michele Di Gregorio il metro e novanta non lo raggiunge, si è fermato tre centimetri sotto. Eppure gioca in Serie A, nella Juventus. E il suo metro e ottantasette non lo dimostra per niente. Ha un'elevazione che gli permette di arrivare quasi ovunque, soprattutto ha muscoli capaci di farlo muovere rapidissimo, di farlo scendere al suolo molto più velocemente di tanti suoi colleghi.

Sfruttare la gravità a proprio favore è qualcosa di necessario per un portiere. I tiri rasoterra sono, spesso, i più difficili da parare per un portiere, perché, come sanno bene i coltivatori, la terra è bassa e chinarsi è fastidioso, quasi mai agevole. Per questo quando la palla si avvicina bassa verso la porta i portieri preferiscono usare i piedi. Michele Di Gregorio preferisce invece usare le mani. Preferisce ciò che è meno agevole, ma, spesso, più redditizio.

Sabato pomeriggio in un all'Allianz Arena che sino ad allora, era il 61esimo minuto, aveva visto una squadra tirare spesso e volentieri, la Juventus, e un'altra, il Torino, invece difendersi in modo ordinato e ripartire alla ricerca del gol ma senza alcuna fortuna, Michele Di Gregorio ha accelerato il coefficiente di gravitazione universale. Ché Adams aveva dribblato mezza difesa, si era trovato nella miglior posizione possibile per tirare e aveva tirato bene: forte, abbastanza angolato, rasoterra. Respingere quel pallone era complicato, serviva una rapidità eccezionale per arrivarci con la mano, un allungo da ballerina per raggiungere il pallone con il piede. Michele Di Gregorio ha scelto il balzo all'allungo. E il suo balzo è stato una dimostrazione di forza e agilità, capace di superare addirittura ciò che gli sarebbe servito: il pallone l'ha respinto con l'avambraccio. Un avambraccio che ha cancellato per il Torino la possibilità di festeggiare una vittoria contro la Juventus che manca dal 26 aprile del 2015.

    

 

Le tre migliori parate della undicesima giornata di Serie A

1. Michele Di Gregorio al 61esimo minuto di Juventus-Torino 0-0 – 5 punti     

2. ex aequo. Alberto Paleari al 67esimo minuto di Juventus-Torino 0-0 – 3 punti

          

2 ex aequo. Mile Svilar al 71esimo minuto di Roma-Udinese 2-0 – 3 punti

 

       

3. Adrian Šemper al 13o minuto di Pisa-Cremonese 1-0  – 1 punti

 

     

  

La classifica dopo 11 giornate

1. Elia Caprile (Cagliari), Mike Maignan (Milan) e Ivan Provedel (Lazio), 14 punti;

4. Arijanet Murić (Sassuolo) e David De Gea (Fiorentina), 12 punti;

6. Mile Svilar (Roma), 8 punti;

7. Marco Carnesecchi (Atalanta) e Nicola Leali (Genoa), 6 punti;

9. Michele Di Gregorio (Juventus) e Wladimiro Falcone (Lecce), 5 punti;

11. Alberto Paleari (Torino) e Zion Suzuki (Parma), 3 punti;

13. Maduka Okoye (Udinese), 2 punti;

14. Emil Audero (Cremonese) e Adrian Šemper (Pisa), 1 punto.

     

       

Quello che avete letto è Guanti sporchi, un divertissement calcistico-narrativo sui numeri uno della Serie A e sulla parata che in qualche modo ha reso migliore, almeno dal punto di vista di quella minoranza che si veste diversamente dagli altri in campo, il fine settimana calcistico. Tutti gli episodi precedenti li trovate qui.

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Autore
Il Foglio

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