Dietro la finzione, Mosca è molto attenta a Washington. Che deve agire di conseguenza

  • Postato il 1 agosto 2025
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  • Di Formiche
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Nonostante il cambio di retorica da parte del presidente Donald Trump, il Cremlino non pare intenzionato a modificare il proprio approccio riguardo al conflitto in Ucraina, come sembrano confermare le notizie arrivate nelle ultime ore. Lo scorso giovedì Kyiv è infatti stata bersaglio di uno dei più letali attacchi aerei lanciati da Mosca sin dall’inizio dell’invasione su larga scala: più di trecento droni ed otto vettori missilistici hanno colpito ventisette diverse aree della capitale ucraina, provocando almeno 31 morti e 159 feriti (tra cui moltissimi bambini), oltre che danni estesi a edifici residenziali, scuole, infrastrutture ferroviarie e luoghi di culto. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha reagito all’attacco denunciando l’ennesima escalation russa come una risposta diretta alla ricerca di una soluzione diplomatica. “Tutti gli strumenti per costringere Mosca alla pace sono nelle mani dei nostri partner,” ha dichiarato Zelensky, invocando misure più dure da parte della comunità internazionale, mentre il Presidente Trump ha definito gli attacchi “disgustosi”.

Alcuni osservatori statunitensi hanno letto l’aggressione come una provocazione deliberata da parte di Vladimir Putin, un tentativo di testare la determinazione americana. Gli attacchi hanno avuto luogo poche ore dopo un nuovo ultimatum lanciato dal presidente statunitense Donald Trump, che ha minacciato l’imposizione di dazi e sanzioni più severe contro Mosca entro dieci giorni se il Cremlino non porrà fine al conflitto. Questa deadline è stata un restringimento di quella iniziale di cinquanta giorni, data dopo mesi di tentativi di portare il Cremlino al tavolo dei negoziati seguendo un approccio soft.

“Abbiamo assistito a un massiccio aumento degli attacchi aerei russi in Ucraina, che vanno ben oltre ciò che abbiamo visto finora, raggiungendo zone sempre più profonde dell’Ucraina occidentale e meridionale, territori che fino ad ora consideravamo relativamente sicuri. E abbiamo assistito anche al più grande attacco combinato con droni e missili degli ultimi tre anni” commenta in un’intervista rilasciata alla Cnn la presidente del Center for European Policy Analysis Alina Polyakova, rimarcando anche che pure sul fronte della guerra terrestre Mosca sta mobilitando un numero molto maggiore di truppe per portare avanti la propria offensiva estiva.

Nella sua intervista, Polyakova sottolinea anche un altro punto centrale: nonostante il Cremlino finga di essere relativamente disinteressato al comportamento degli Stati Uniti, in realtà se ne preoccupa molto e li osserva attentamente: “Penso che stiano cercando di ottenere tutto ciò che possono militarmente ora, prima che scada il termine dell’ultimatum”, afferma la presidente del Cepa. Che sottolinea come sia necessario aumentare la pressione sul Cremlino.

Alcune cose sono già state fatte, come l’imposizione di sanzioni secondarie sull’India per il mantenimento dei suoi rapporti economici con Mosca (sanzioni che però potrebbero essere difficili da far rispettare), o l’apertura degli Stati Uniti alla vendita di attrezzature militari ai partner della Nato, con il permesso di trasferire tali attrezzature all’Ucraina. Ma per arrivare a risultati tangibili, serve qualcosa in più: “Il calcolo di Putin non cambierà, a meno che non ci sia una massiccia campagna di massima pressione, militare, economica e politica, per isolarlo, per rendergli più difficile sostenere la sua economia di guerra e ottenere ciò di cui ha bisogno. Abbiamo molti strumenti come Stati Uniti per riunire gli alleati e aumentare davvero la pressione contro il Cremlino, e non l’abbiamo ancora fatto”, suggerisce Polyakova.

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Formiche

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