Difesa e dual-use. Ecco cosa caratterizza Urc2025 secondo Ecfr
- Postato il 11 luglio 2025
- Esteri
- Di Formiche
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“Oggi è cruciale che Kyiv comprenda che non è sola”, è questo il messaggio multidimensionale che esce dalla prima giornata di incontri sul futuro dell’Ucraina ospitata in Italia. Sostegno attraverso la concatenazione di piani civili e della difesa, e dual-use, sebbene sia complesso ragionare sul futuro del Paese quando le bombe russe lo martellano quotidianamente. Mentre i leader internazionali sono riuniti a Roma per discutere di come ricostruire l’Ucraina aggredita dalla Russia, Mosca continua infatti a cercare di distruggerla. La Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina (Ukraine Recovery Conference, Urc), in corso ieri e oggi alla Nuvola dell’Eur, si svolge in un contesto in cui il cessate il fuoco resta lontano. Circa 400 droni e 18 missili, inclusi missili balistici, sono stati lanciati contro il territorio di Kyiv poche ore prima dell’inizio degli incontri, con Vladimir Putin che non rallenta gli attacchi — nonostante i bluff sul percorso negoziale.
Nata per dare impulso concreto alla ripresa del Paese, l’edizione romana di Urc — al quarto appuntamento annuale dal 2022, dopo Lugano, Berlino e Londra — è diventata l’occasione per ribadire il sostegno politico a Kyiv. Ma sul tavolo ci sono anche 200 accordi per un valore di 10 miliardi, nuove possibili vie per fornire armamenti contro l’aggressione russa, proposte per strutturare resilienza anche attraverso le infrastrutture — come da strategia Nato.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha aperto la conferenza insieme a alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, prima di partecipare a una “call dei volenterosi” con Emmanuel Macron e Keir Starmer collegati da Londra. Per la prima volta, ha preso parte anche un alto rappresentante statunitense: il generale Keith Kellogg, inviato speciale per l’Ucraina, segnale di un possibile rafforzamento del coinvolgimento americano.
Secondo Teresa Coratella, vicedirettrice dell’ufficio romano dell’Ecfr, “la Conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina è un’altra occasione che la premier italiana Meloni non vuole lasciarsi sfuggire”, perché “le offre la possibilità di riaffermare il suo impegno verso l’Ucraina; rassicurare l’Europa sul fatto che mantiene una posizione ferma sulla Russia, in linea con la strategia dell’Ue; continuare a costruire il capitale politico multilaterale che ha accumulato gradualmente da quando è entrata in carica; e dimostrare che segue una sua linea autonoma, indipendente dal presidente americano Donald Trump”.
Coratella aggiunge commentando con Formiche.net: “Sarebbe stato più incisivo avere Macron e Starmer a Roma, ma i due leader hanno deciso di tenere il loro vertice bilaterale a Londra. Tuttavia, la presenza del cancelliere tedesco Friederich Merz rappresenta un riconoscimento dell’impegno italiano, nonostante il limitato sostegno militare, finanziario ed economico all’Ucraina a causa dei vincoli di bilancio interni e dell’opinione pubblica italiana, tra le più riluttanti in Europa quando si tratta di sostenere Kyiv”.
L’analista ucraina Lesia Ogryzko — che guida il think tank Sahaidachnyi Security Center e visiting fellow dell’Ecfr — sottolinea che “a margine della conferenza, ci si aspetta in effetti la firma di un gran numero di accordi di investimento, intese progettuali e nuove partnership con istituzioni finanziarie”. E aggiunge: “Di solito, conferenze come questa servono come piattaforme per dichiarare intenzioni di sostegno e finanziamento futuri. Tuttavia, si prevede che l’edizione di quest’anno produrrà un numero significativo di intese concrete in tutte le aree della ricostruzione”. Le imprese italiane, dice, “sono fortemente coinvolte, il che conferisce all’evento un carattere più pratico e orientato ai risultati”.
Tuttavia, Ogryzko — che è board member dell’organizzazione per la ricostituzione RISE Ukraine — avverte che “nel quarto anno di guerra e senza prospettive chiare di un cessate il fuoco o di una pace sostenibile, parlare di ricostruzione senza collegarla alla situazione della sicurezza sul fronte e alla più ampia turbolenza geopolitica globale appare sempre più inadeguato per molti”. Per questo, Ogryzko apprezza il fatto che “sotto la presidenza italiana, la conferenza includa due panel dedicati alle tecnologie dual-use e all’industria della difesa come parte dello sviluppo economico”, perché per ora “la comunità della ricostruzione e quella che lavora sulla difesa e la sicurezza sono restate in gran parte mondi separati, con poche interazioni, nonostante l’interdipendenza sia evidente”. L’appuntamento di Roma potrebbe essere quello in cui si sancisce la centralità strategica di questa interdipendenza.