Diga di Santa Margherita crollata dopo la mareggiata: a novembre il faccia a faccia tra i consulenti sulle cause
- Postato il 17 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Alcuni dei nove imputati per il crollo della diga del porto di Santa Margherita ligure avvenuto tra il 28 e il 29 ottobre 2018 hanno già scelto il rito abbreviato, ma la gip Silvia Carpanini, prima di decidere sui rinvii a giudizio e i riti alternativi ha scelto di prendersi il tempo per un ulteriore approfondimento tecnico sulle cause del crollo.
Le posizioni dei consulenti dell’accusa e quelli dei difensori sono arrivati come prevedibile a conclusioni opposte. Per i primi ci sono stati comportamenti negligenti sia progettuali sia esecutivi nelle diverse fasi di vita della diga. Per i consulenti degli imputati (assistiti dagli avvocati Giulia Liberti, Mario Iavicoli, Emanuele Olcese, Claudio Zadra, Andrea Vernazza, Matteo Mezzapesa, Angelo Paone e Fabio Viglioner) invece il crollo e il conseguente naufragio di 15 imbarcazioni sarebbe dovuto all’evento eccezionale della potenza della mareggiata.
Per questo la giudice ha deciso di mettere in consulenti gli uni di fronte agli altri per sentirli in contraddittorio nelle udienze del 19-20 e 21 novembre.
L’inchiesta era partita subito dopo il disastro e ha puntato da subito sul primo progetto fatto negli anni 2007-2008 quando venne previsto di allungare la diga di 80 metri e di farle raggiungere i tre metri di altezza.
In pratica, secondo l’accusa portata avanti dal pubblico ministero Walter Cotugno, “veniva realizzato il muro paraonde privo di armatura, nonostante in precedenza ne fosse stata cristallizzata la particolare importanza, ed anche a cagione della mancanza di armatura tale muro paraonde crollava” nella mareggiata del 2018.
I nove imputati sono i provveditori e i membri del Cta che si occuparono e validarono il progetto. Tra loro c’è anche Roberto Ferrazza, ex provveditore delle opere pubbliche della Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, già a processo per il crollo del ponte Morandi (per lui la Procura ha chisto 4 anni) e sotto indagine per una serie di appalti dati in cambio di piccoli regali. In particolare, secondo il pm, Ferrazza “in qualità di provveditore e presidente del Comitato tecnico Amministrativo insieme a un altro membro del Cta nella seduta del 25/11/2015 formulavano parere favorevole al progetto esecutivo al progetto di rinforzo della diga e/o rialzo del muro di protezione del porto di Santa Margherita… malgrado il progetto non contenesse la relazione sulla valutazione della sicurezza allo stato attuale e presentasse ulteriori errori tecnici in relazione alla dimensione dei massi da posizionare sulla massicciata”.
Malgrado tali omissioni e carenze, “Ferrazza in violazione dei propri compiti quale provveditore e presidente del Cta approvava il progetto e ne determinava la realizzazione nonostante questo non prevedesse il rinforzo del muro paraonde (privo di collegamento con le strutture sottostanti) e prevedesse il posizionamento di massi di dimensione inferiore a quelli previsti dalle regole tecniche per l’onda del progetto”.