Dilettanti: il bomber Giuseppe Fanelli dice basta a 42 anni e dopo 275 gol
- Postato il 8 luglio 2025
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Dilettanti: il bomber Giuseppe Fanelli dice basta a 42 anni e dopo 275 gol
È arrivato il momento dell’addio al calcio giocato per il bomber Giuseppe Fanelli, tra i più prolifici goleador nei Dilettanti di Calabria. Questa sembra essere la sua intenzione, dopo una vita spesa a giocare e a segnare. Ben 25 anni di carriera per il centravanti vibonese, classe 1983, nella stagione appena terminata (2024/25) in doppia cifra in Prima categoria fra Pizzo prima e Piscopio in seguito. Davvero tante le avventure vissute nel corso di questo lungo viaggio, con moltissimi gol realizzati: sono ben 275 in tutte le competizioni, dalla Serie D alla Prima categoria, passando per le coppe, i play off e spareggi vari. In campo, con i grandi, gioca dalla stagione 2000/01. Adesso ha deciso di dedicarsi maggiormente ad altro, a cominciare ovviamente dalla famiglia: la moglie Mary e gli adorati figli Melissa, Leo e Gaia. Ma la sua è una storia che merita di essere raccontata. E lo facciamo dall’inizio.
Giuseppe Fanelli “piccolo” bomber prima di esplodere fra i Dilettanti e la fuga da Reggio
Tutto comincia per Peppe Fanelli con le giovanili della Porto Santa Venere, società vibonese di Pasqualino Florio e Nando La Manna. «Dopo un paio di anni, l’osservatore del Parma, Gardani, mi segnala e mi porta a fare dei provini con la squadra emiliana. Ma ero davvero troppo piccolo e non potevo stare lì. Quindi mi propone alla Reggina. Inizio a giocare con le giovanili amaranto però sento la mancanza della mia famiglia e scappo di sera, dopo cena, dal luogo in cui eravamo alloggiati noi ragazzi! Con il treno arrivo a casa e dico ai miei che non voglio giocare più».
La Juniores della Vibonese: la prima ripartenza per il bomber Giuseppe Fanelli
I propositi di abbandono finiscono quando arriva la possibilità di giocare nel Settore giovanile della Vibonese. Anche qua Peppe Fanelli viene notato da un club di categoria superiore. Lo vuole il Catanzaro, però pure in questa circostanza c’è un abbandono: «Vado in ritiro a Carlopoli e anche lì non riesco a stare. L’allenatore era Franco Cittadino». E quindi «ritorno a Vibo dove inizia la mia avventura nella Juniores allenata da Franco Fortuna». Una gran bella avventura per Fanelli, che segna a raffica e anche per la giovane squadra rossoblù, che arriva fra le prime otto d’Italia, giocando un ottimo calcio. Una squadra, quella allenata da Fortuna, con tanti vibonesi in campo. «Un’esperienza fantastica – conferma Fanelli – con molti amici e con una squadra che vinceva tanto. E io andavo puntualmente a segno. Ero il bomber ed ero veramente molto forte in tutto. Inoltre cominciai a migliorare sotto molteplici aspetti».

Momenti da rivivere
Ma una delle cose più belle, con quella Vibonese Juniores che andava a mille, avvenne a Potenza: «Feci un gol fantastico. Dribblai quattro giocatori e feci il cucchiaio dal limite. Ricordo benissimo che vennero anche i tifosi nello spogliatoio a complimentarsi». Quella squadra si arrese solo alla Sangiuseppese ai quarti di finale della fase nazionale. Al ritorno in campo (il 9 giugno del 2001) la seguente formazione: Aprile, Carchedi, Callipo (16’st Soranna), Orecchio, Mandarano, Masseria (35’st Marcadante), Dotro, Iannello (32’pt Procopio), Fanelli, Marturano, Fortuna. A disp. Forestieri, Cichello, Valenzise, Lo Bianco. All. Fortuna. Non c’è mai stata, negli ultimi 25 anni, una formazione under così forte a Vibo. E non c’è mai stata, a Vibo, una compagine under con così tanti calciatori vibonesi.

La Vibonese e la gioia del debutto
Da vibonese il sogno era quello di indossare la maglia rossoblù: «Aver giocato con la Vibonese per me rappresenta un motivo di orgoglio. È appunto il sogno da bambino che si realizza. Ho tanti bei ricordi e non finirò mai di ringraziare i tifosi, che ho sempre sentito al mio fianco. Certi cori non li dimenticherò mai». Sei stagioni in rossoblù, sempre in Serie D, con 159 presenze in gare ufficiali e 18 gol. Tanti bei momenti: «Sicuramente ricordo la gara di Trapani, quando, assente capitan Cordiano, indossai la fascia al braccio. Che onore e che orgoglio! E poi c’è la partita del debutto, per esempio, a 17 anni contro il Ragusa. Entrai in campo al posto di Francesco Fortuna. Un’emozione indescrivibile. Pochi minuti in campo, nel finale di gara, ma tanta gioia». Era il 22 ottobre del 2000. Quel giorno, con un gol di Giovanni Cordiano, la Nuova Vibonese battè il Ragusa per 1-0. Ecco la formazione rossoblù: Mancon, Catalano, Cernicchi, Foti, Squillace, Cordiano, Rufini, Fortuna (44’st Fanelli), La Vardera (40’st Provenzano), Galeano, Oppedisano (17’st De Luca). Allenatore Marcello Pasquino.

La Vibonese e la gioia per il primo gol
Passa circa un anno, da quell’esordio, per vedere Fanelli in gol con la Vibonese. È il 26 settembre del 2001 è la Vibonese, in Coppa Italia, batte il Locri per 3-1. Azzinnari apre le danze, Michele Marturano (altro ragazzo prodigio, vibonese, di quegli anni) raddoppia e Fanelli, appunto, fa tris, di testa, su cross di Marasco. A gennaio del 2002 arriva anche la prima marcatura in campionato. La Nuova Vibonese ha da poco esonerato mister Pasquino. La guida tecnica della squadra è affidata al centravanti Pino Tortora. Il 27 gennaio i rossoblù affrontano l’Ebolitana. Vanno sotto nel punteggio, quindi Renato Mancini pareggia. Nella ripresa Peppe Fanelli, in campo dall’inizio con la maglia numero 9, da pochi passi mette dentro dopo una respinta del portiere campano sul tiro di Raffaele. Gioia incontenibile, ma nel finale i campani pareggiano. «E non dimentico, in quella stagione, la prima doppietta, firmata contro la Rossanese. Il 28 aprile del 2002, in quattro minuti, al Luigi Razza, due volte a segno. Mi sembrava di toccare il cielo con un dito».

La fine di uno sogno
Rimane a Vibo fino al 2006, anche se nell’ultima stagione gioca poco: annovera 18 presenze, ma solo cinque da titolare. Quindi decide di andare via. «Con Zampollini non sono riuscito a esprimermi così bene come negli anni passati. Volevo giocare. Mi dispiace molto ancora oggi, anche perché con tutti i tecnici avuti sono sempre andato d’accordo. Fra l’altro penso di essere sempre stato un giocatore abbastanza generoso e tutti mi volevano bene e mi apprezzavano». Ma il mister migliore «per me è stato in assoluto il compianto Marcello Pasquino: mi ha fatto crescere anche mentalmente e grazie a lui non avevo paura di nulla». Fatto sta che la Vibonese non riesce a dare fiducia al talento fatto in casa. Non lo mette in condizione di far bene e le strade si separano.

I ricordi più belli e gli amici più cari
Sono 25 anni gli anni di carriera fra i Dilettanti del bomber Giuseppe Fanelli. Un quarto di secolo nel quale ha instaurato solidi legami con tanti compagni di squadra. «Quello al quale sono maggiormente legato è Giovanni Cordiano: per me è come se fosse un fratello. E anche i nostri figli hanno instaurato un bel legame di affetto e di amicizia e la cosa mi dà una gioia enorme. E poi ricordo Nuccio Di Dio, Bruno Tamburro, Giovanni Campo e Giulio Spader, con i quali ci si sente spesso. Ma ce ne sono tanti altri con cui è nato un bel rapporto». A livello personale l’annata più bella è stata con mister Geretto alla Vibonese in Serie D. Segnai 7 gol da esterno e firmai 13 assist. Ero in una forma strepitosa. Mi chiamavano tutte le squadre, anche di Serie C, ed io non mi sono mai voluto spostare». Eppure per Fanelli, a Vibo, le porte si sono chiuse proprio l’anno in cui i rossoblù sono stati ripescati in C2. Difficile, poi, scegliere il gol più bello fra i 275 realizzati: «Ce ne sono tanti. A Cosenza pallonetto da 30 metri. Contro il Marsala segnai quasi da metà campo. Rammento un gol al Trapani in mezza rovesciata acrobatica. Provo ancora i brividi».

Annate interlocutorie e la rinascita
L’attività di Giuseppe Fanelli dal 2006 si snoda in Eccellenza fino al 2011 ma ancora non è un bomber fra i Dilettanti. Bene all’Hinterreggio (8 gol). Da dimenticare l’avventura con il Capo Vaticano. Poi gioca a Montalto, Praia, Sersale e Bocale, sua ultima esperienza in Eccellenza, senza grandi exploit dal punto di vista realizzativo. Dal mese di settembre del 2011 scende in Promozione e avvia, con il San Calogero una serie ancora aperta, perché per 13 anni consecutivi va in doppia cifra. La rinascita parte da qui, ma tutto è dovuto a una collocazione tattica diversa: «Ho ripreso a fare la prima punta, che poi è il mio ruolo originario. Con il passare degli anni, per lavoro, sono sceso di categoria e ho potuto giocare nel mio ruolo preferito. I gol – dice Peppe Fanelli – li ho sempre fatti e da prima punta ho ripreso a farli».

Tredici anni di seguito in doppia cifra
Stagione 2011/12: inizia con il San Calogero in Promozione un ciclo di 13 annate consecutive sempre in doppia cifra. Il bomber Giuseppe Fanelli fa parlare di sé fra i Dilettanti di Calabria. Gioca con il Rizziconi e con il Polistena e poi passa al Filogaso. Puntualmente micidiale sotto porta. Quindi dal 2016/17 scende ancora in Prima categoria. Gli anni iniziano a pesare solo sulla carta, perché qui inizia un’altra parabola ascendente. Segna a raffica con Rombiolese (25 gol) e Parghelia (anche qui 25 reti) e poi va in doppia cifra a Rosarno e per altre due annate a Parghelia. Passa al San Nicola da Crissa e di gol ne fa 21, torna a Parghelia e arriva a 19 sempre con mister Barbieri alla guida (un tecnico che ama un calcio offensivo e spregiudicato). Nell’ultima stagione, quella edizione 2024/25, ne fa 15 fra Pizzo prima e Piscopio dopo. In otto annate in Prima categoria, sempre tornei di vertice, con 4 promozioni, un secondo, un terzo, un quarto e un sesto posto.

Il motivo del ritiro
Sentiamo dal diretto interessato la motivazione per cui ha deciso di dire basta con il calcio giocato: «Ho deciso di smettere perché ogni cosa ha il suo tempo. A 42 anni è giusto fermarsi, anche se potevo ancora giocare. Ma ora vorrei dedicarmi a mio figlio perché lo devo seguire: gioca nella Segato ed è molto impegnativo stargli dietro. Ma è mio dovere essere al suo fianco». Nel momento in cui si decide di dire basta, viene normale pensare a qualche rimpianto. Peppe Fanelli ne ha uno solo: «Non ci sono mai stato con la testa, altrimenti avrei calcato palcoscenici più importanti. Però alla fine va bene così: penso di aver comunque lasciato il segno in questi 25 anni di carriera e di essermi fatto benvolere da tutti». E il futuro? «Ho avuto delle prime offerte da allenatore e anche da tecnico in seconda, ma per il momento voglio rilassarmi, dopo tutti questi anni spesi sui campi di calcio, e studiare e aggiornare il mio percorso da tecnico. Possiedo il patentino Uefa B e quindi, laddove sarà possibile, l’intenzione è quella di allenare». E se dovesse tornare la voglia di giocare? «Quella c’è e ci sarà sempre, ma devo tenerla a freno. È giunta l’ora di pensare ad altro».
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