Dio non vota, ma ispira: il Conclave tra miserie umane e soffi di Spirito
- Postato il 6 maggio 2025
- Attualità
- Di Paese Italia Press
- 1 Visualizzazioni

di Francesco Mazzarella
Ogni volta che la porta della Cappella Sistina si chiude al grido “extra omnes”, il mondo trattiene il fiato. Dentro restano solo i cardinali, chiamati a scegliere il nuovo Papa. Ma in realtà, a rimanere chiusi lì dentro, sono anche i limiti umani, le paure, le strategie, i desideri. Eppure – misteriosamente – lo Spirito Santo passa anche lì, tra le fessure di una Chiesa fatta di uomini, per indicare, senza urlare, la strada del Vangelo.
Il Conclave è questo: la tensione drammatica tra l’umano e il divino, tra chi cerca il potere e Chi invece lo svuota, tra la logica delle alleanze e quella del servizio.
Nel 1268, dopo la morte di Clemente IV, i cardinali impiegarono quasi tre anni per trovare un successore. Solo quando furono rinchiusi e ridotti al pane e acqua dal popolo esasperato di Viterbo, arrivarono a una scelta. Così nacque il con-clave, “con chiave”, a sottolineare la necessità di isolamento… non solo dal mondo esterno, ma anche da se stessi.
Da allora, il Conclave è diventato il luogo in cui la Chiesa prova – tra mille contraddizioni – a mettersi in ascolto. Non è onesto né evangelico ignorare i momenti bui.
Alcuni conclavi furono segnati da scandali clamorosi, dove l’interesse personale, le pressioni dei re o la corruzione determinarono l’elezione.
- Nel 1492, Rodrigo Borgia – Alessandro VI – comprò voti e distribuì denari. Il suo pontificato fu una pagina oscura di nepotismo e immoralità.
- Per secoli, i monarchi di Francia, Austria e Spagna esercitarono il jus exclusivae, bloccando candidati non graditi. Dio non votava, ma i re sì.
Eppure, anche in quei momenti, la storia insegna che la misericordia di Dio non si ferma davanti alle debolezze dei suoi ministri.
La grazia agisce nel silenzio, con mitezza e forza insieme. E ci sono momenti in cui si è avvertito chiaramente un “di più”:
- 1958, viene eletto Giovanni XXIII. Doveva essere “di transizione”, ma convoca il Concilio Vaticano II, aprendo le finestre della Chiesa al mondo.
- 1978, i cardinali scelgono Karol Wojtyła, primo Papa non italiano dopo secoli. Era un outsider. Diventa Giovanni Paolo II, il “Papa dei giovani”, che parlava al cuore del mondo.
- 2013, dopo le dimissioni di Benedetto XVI, arriva Papa Francesco, il pastore con l’odore delle pecore, che rompe i protocolli e ricorda ogni giorno che la vera riforma parte dall’amore.
Queste elezioni ci ricordano che Dio non si fa imprigionare dalle statistiche, e che lo Spirito sa scombinare i pronostici.
È proprio nel Conclave che emerge la verità più profonda della Chiesa: non è santa per la perfezione dei suoi membri, ma per la presenza di un Dio che non si vergogna delle nostre fragilità.
La Chiesa è sposa ferita, spesso incoerente, a volte confusa. Ma è anche strumento nelle mani del Risorto, quando si lascia ferire dal Vangelo.
Il Conclave è lo specchio di questa tensione: uomini che votano, ma una Voce che suggerisce, sempre senza imporsi.
La Cappella Sistina diventa allora una camera del travaglio, dove si cerca un padre per la famiglia umana. I cardinali votano più volte al giorno. La fumata nera delude, quella bianca esulta. Ma in quel tempo sospeso si intrecciano preghiere, confronti, intuizioni spirituali, e forse anche lacrime.
Quando si ode “Habemus Papam”, il mondo non vede solo un volto sul balcone, ma una speranza che si rinnova, anche se il mondo è cinico, anche se la Chiesa sbaglia.
Mai come oggi, i cardinali provengono da ogni angolo del pianeta. Il prossimo Conclave sarà forse il più multiculturale della storia. Le sfide sono enormi: sinodalità, ambiente, guerre, sessualità, emarginazione, povertà.
Eppure, la speranza rimane: che lo Spirito soffi ancora, nonostante tutto. Che i cuori siano docili. Che la Chiesa torni a essere madre.
Dio non sceglie al posto nostro, ma ci aiuta a scegliere bene
Il Conclave ci ricorda una verità scomoda ma liberante: Dio non impone mai, ma non abbandona mai.
E così, mentre gli uomini votano, discutono, temono o sperano, il Vento leggero dello Spirito continua a soffiare. Non sempre viene accolto. Ma quando sì, cambia la storia.
Perché anche in una Chiesa fragile, l’amore di Dio resta incorruttibile.
L'articolo Dio non vota, ma ispira: il Conclave tra miserie umane e soffi di Spirito proviene da Paese Italia Press.