Djokovic batte Munar a Shanghai, ma la sua partita è un calvario: si fa male alla caviglia, lotta contro il caldo e vomita di nuovo
- Postato il 7 ottobre 2025
- Tennis
- Di Il Fatto Quotidiano
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Novak Djokovic batte caviglia, problemi intestinali, caldo, umidità, pressione e Munar e vola ai quarti di finale del Masters 1000 di Shanghai. Il tennista serbo soffre, sembra quasi sempre sull’orlo di arrendersi ma alla fine batte Jaume Munar e diventa il più anziano di sempre a qualificarsi tra i primi otto del torneo cinese. 6-3, 5-7, 6-2 in quasi tre ore di partita in cui Djokovic si è prima fatto male alla caviglia nel primo set, ha resistito, ha preso un antidolorifico per tornare in campo e non ha mai trovato la forma migliore, poi ha patito caldo e umidità vicina all’80%.
Djokovic ha infatti chiesto l’intervento del medico e tra primo e secondo set si è accasciato a terra, stremato dalle fatiche del match, accentuate dal caldo opprimente. Il serbo ha poi vomitato di nuovo – come gli era già accaduto due volte nel match contro Hanfmann – e nel medical time out gli è stata anche misurata la pressione. Djokovic si è poi ripreso dopo aver messo anche del ghiaccio in testa.
Problemi che il campione slam – alla ricerca del suo 101esimo titolo Atp (e a Shanghai senza Alcaraz e Sinner è una bella occasione) – ha dovuto affrontare anche durante il turno precedente. Novak Djokovic, pur vincendo in tre set contro Yannick Hanfmann, aveva vomitato in campo. “Di mattina, col sole, è anche peggio… È così per tutti, ma è brutale quando hai l’80% di umidità giorno dopo giorno”, aveva spiegato il serbo dopo il match durato quasi tre ore. “È dura soprattutto per chi gioca al mattino perché il sole peggiora tutto. Per me, biologicamente, è più difficile affrontare questo genere di situazioni”.
L’Atp pensa a nuove regole per il caldo
Il ritiro di Jannik Sinner, le lamentele di Rune, i malori di Djokovic e gli allarmi degli altri tennisti negli ultimi giorni a Shanghai hanno spinto l’Atp a valutare nuove regole contro il caldo e l’alto tasso d’umidità. Le condizioni climatiche in Cina sono insostenibili e in tanti stanno alzando la voce contro l’organizzazione. Rune, per esempio, ha dichiarato: “Volete che ci sia un morto in campo prima di prendere provvedimenti?”.
Motivo per cui l’Atp studia nuove norme per combattere i cambiamenti climatici e il caldo estremo. In particolare si sta pensando a una specifica “heat rule”, regola del caldo, innovazione di cui già si era iniziato a parlare lo scorso agosto quando a Cincinnati il francese Arthur Rinderknech collassò in campo. In caso di condizioni climatiche avverse un supervisor dell’Atp presente in ogni torneo del circuito internazionale potrà decidere di sospendere il gioco. Il tutto in accordo con un team apposito di medici, affiancato dalle autorità locali. Al tempo stesso il Medical Services sta già lavorando per trovare e sviluppare nuove soluzioni in caso di caldo estremo. Soluzioni queste volte ad aiutare i giocatori durante i vari match.
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