Docenti, in Basilicata più posti che domande

  • Postato il 26 novembre 2025
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Docenti, in Basilicata più posti che domande

Più posti che domande in Basilicata: sono solo 559 gli aspiranti docenti su 588 risorse richieste. Allarme per Infanzia e Primarie, meglio per le Secondarie


Più cattedre che docenti. Un paradosso che, numeri alla mano, coinvolge direttamente il futuro scolastico della Basilicata, alle prese con un gap che rischia di pesare anche sul welfare familiare. Il macigno arriva dal resoconto del Ministero dell’Istruzione e del Merito che, in merito al terzo e ultimo concorso per docenti tra quelli previsti dal Decreto n. 2938 del 10 ottobre 2025 (rientrante in quanto previsto dal Pnrr), evidenzia dati contrastanti per le scuole lucane, alle prese con una forbice forse non prevista tra grado d’istruzione primario e secondario.

Per quel che riguarda Infanzia e Primaria, infatti, a fronte di 588 posti messi a bando, in Basilicata solo 559 persone parteciperanno alle prove concorsuali, segnando quindi in partenza un buco di 29 posti tra sostegno e posto comune. Decisamente meglio per le scuole secondarie, con 1922 domande per 405 posti a disposizione e un saldo positivo di 1363 aspiranti docenti (-29 per i precedenti gradi di istruzione). Numeri che, a ogni modo, non possono bastare per far sperare alla regione in una copertura adeguata delle cattedre e, di conseguenza, a una compensazione tra il servizio scolastico e il fabbisogno familiare.

BASILICATA, IL DATO PEGGIORE NEL MEZZOGIORNO

L’analisi dell’Ufficio Studi dell’Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief), indica di fatto una Basilicata che, per i primi gradi di istruzione, non raggiunge quota 1 nell’indice tra posti a bando e domande presentate (0,9). Il dato peggiore nel novero del Mezzogiorno del Paese, condiviso comunque con altre due Regioni, entrambe al Nord: Lombardia (4215 posti per 3652 domande) e Veneto (2053 per 1699), che nel saldo registra il dato peggiore del Paese (0,8). Restando alle cattedre lucane, nonostante sia giunto un numero di domande superiore ai posti disponibili, anche il saldo relativo alle secondarie resta tra i più bassi del Meridione: 4,7.

Peggio va solo nelle due isole, Sicilia e Sardegna, rispettivamente a 3,5 e 3,6. Il problema, secondo quanto emerso dall’indagine Anief, è da individuare proprio nelle disuguaglianze regionali. Perché se il saldo complessivo nazionale risulta tutto sommato positivo, considerando le 226.802 domande presentate a fronte di 58.135 posti (mediamente più di un posto per due candidati, 1,7), a pesare sono proprio le fratture presenti tra un territorio all’altro che, tenendo anche presente la soglia minima di errore concessa ai candidati (70% di risposte corrette), rischia di abbassare ulteriormente il numero di risorse a disposizione.

IL RISCHIO DI ALCUNE REGIONI

In alcune regioni come le Marche, peraltro, il grado di difficoltà si alza ulteriormente, essendo presenti non più di una cattedra ogni 3,6 partecipanti (peggio ancora, in determinati territori, per le secondarie, con 5,9 aspiranti per cattedra). Numeri che, naturalmente, lasciano presagire una situazione di difficoltà maggiore per l’accesso al ruolo degli aspiranti docenti ma che, di contro, confermano la discrepanza tra i territori in termini di candidature.

Un ulteriore paradosso se si pensa come, appunto, alcune regioni rischino seriamente di restare a corto di docenti. In Basilicata, in particolare, il fabbisogno di personale docente, per Infanzia e Primaria, è piuttosto sostanziale: 219 e 315 risorse per l’area di posto comune, 11 e 43 per il sostegno, con una platea di insegnanti in graduatoria di supplenza superiore alle 2.500 risorse. Una potenzialità che, pur garantendo il tamponamento del gap concorsuale, dall’altro non assicura la tanto aspirata continuità. In pratica, da un anno all’altro, nel migliore dei casi, la maestra o il maestro potrebbero variare, con un impatto significativo sugli alunni.

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