Dodici preziosi reperti archeologici restituiti allo Stato: tra essi un cratere apulo di grandi dimensioni
- Postato il 18 novembre 2025
- Cronaca
- Di Quotidiano Piemontese
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TORINO – Dodici reperti archeologici di eccezionale valore sono stati recentemente restituiti dallo Stato italiano grazie all’intervento del Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Venezia. I beni, recuperati tra Venezia e Torino, sono stati consegnati ai Musei Reali di Torino e alla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Venezia.
Tra i reperti spicca un “cratere a mascheroni” in ceramica apula a figure rosse, decorato con sovra-dipinture in bianco e giallo, risalente al IV secolo a.C. Alto 150 centimetri, si tratta di uno degli esemplari più grandi finora conosciuti. La collezione comprende anche una hydria a figure rosse, una kylix a figure nere, un’oinochoe a figure rosse, una lekythos a figure nere, una testina fittile, una “tanagrina”, due askòs – uno in terracotta a forma umana e uno in bronzo – una piccola kore in bronzo, uno specchio in osso decorato a sbalzo e un balsamario in vetro verde chiaro.
Le indagini
Le indagini, condotte dal Nucleo TPC di Venezia sotto la direzione della Procura della Repubblica, hanno avuto inizio nell’agosto 2024 in un palazzo veneziano sottoposto a vincolo monumentale, ispezionato dalla Soprintendenza locale. Durante perquisizioni effettuate nel dicembre scorso a Venezia e Torino, presso un’abitazione privata e un’impresa di settore, i reperti sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro.
Secondo gli inquirenti, i beni provengono verosimilmente da scavi clandestini in contesti funerari. Dopo essere stati ricettati da ignoti, sono arrivati nelle mani dei più recenti detentori, privi di titoli di proprietà. A marzo, al termine delle indagini, la Procura di Venezia ha disposto il dissequestro dei reperti e la loro restituzione allo Stato.
I reperti, affidati alla Soprintendenza di Venezia e ai Musei Reali di Torino, saranno valorizzati e conservati nel Museo Archeologico Nazionale “Vito Capialbi” di Vibo Valentia, dove potranno essere ammirati dal pubblico.
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