Don Giovanni apre la stagione del Teatro Carlo Felice con l’allestimento pluripremiato di Michieletto

  • Postato il 17 settembre 2025
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Don Giovanni

Genova. Il Don Giovanni di Mozart inaugura la stagione 2025-2026 della Fondazione Teatro Carlo Felice di Genova: il dramma giocoso su libretto di Lorenzo Da Ponte è in scena da venerdì 3 ottobre alle 20 (repliche: sabato 4 ottobre ore 15, domenica 5 ottobre ore 15, venerdì 10 ottobre ore 20, sabato 11 ottobre ore 20 e domenica 12 ottobre ore 15).

“Inaugurare la Stagione con Don Giovanni – sottolinea il sovrintendente Michele Galli – significa confrontarsi con un’opera che ci fa interrogare sul senso stesso del teatro e sulla sua importanza. È un titolo fondativo della nostra identità culturale, e al Carlo Felice si inserisce come apertura di un percorso di rinnovamento che desideriamo condividere con la città e con il nostro pubblico, caratterizza la ripartenza delle attività tradizionali ma anche le novità, costituite dalla divulgazione e dalla sezione Education. L’allestimento, ormai “classico” e pluripremiato a livello internazionale, che metteremo in scena testimonia la volontà di sottolineare la vocazione di Genova come porto di arrivo e di partenza per nuove rotte e nuove riflessioni artistiche”.

“Il Don Giovanni di Mozart e Da Ponte nella messa in scena di Damiano Michieletto – aggiunge il direttore artistico Federico Pupo – è uno spettacolo che ha saputo rinnovare la lettura di un classico senza mai tradirne l’essenza. Portarlo a Genova significa aprire la stagione con un segnale forte: radicare il Teatro Carlo Felice nella tradizione e, al tempo stesso, nell’attualità di letture contemporanee. È un lavoro che dialoga con la nostra idea di teatro come spazio capace di raccontare, attraverso Mozart, i conflitti e le ambiguità dell’uomo moderno. È la prima tappa della nostra traversata tra epoche, linguaggi, emozioni diverse”.

Per questa occasione inaugurale, arriva per la prima volta a Genova una delle più celebri, premiate e apprezzate produzioni del regista Damiano Michieletto e del team costituito dallo scenografo Paolo Fantin, dalla costumista Carla Teti, dal light designer Fabio Barettin: quella ideata per il Teatro La Fenice di Venezia e che negli anni ha collezionato riconoscimenti (2011 Premio Abbiati dell’Associazione Nazionale Critici Musicali per le scene e i costumi e ben cinque International Opera Awards per regia, scene, costumi e miglior spettacolo in Europa nel 2010) e numerose riprese nel teatro lagunare sempre di grande successo.

Sul podio ci sarà Constantin Trinks, direttore tedesco con un’importante carriera internazionale, chiamato a guidare l’Orchestra e il Coro (diretto da Claudio Marino Moretti) del Teatro Carlo Felice, e un cast che unisce interpreti di solida esperienza e voci emergenti: Simone Alberghini (Don Giovanni), Desirée Rancatore (Donna Anna), Ian Koziara (Don Ottavio), Jennifer Holloway (Donna Elvira), Giulio Mastrototaro (Leporello), Mattia Denti (Il Commendatore), Alex Martini (Masetto) e Chiara Maria Fiorani (Zerlina). Nelle recite del 4 e 11 ottobre ci saranno nei ruoli principali Gurgen Baveyan (Don Giovanni), Irina Dubrovskaya (Donna Anna), David Ferri Durà (Don Ottavio), Monica Zanettin (Donna Elvira, anche nella recita del 12 settembre), Bruno Taddia (Leporello). La regia di Michieletto è ripresa da Elisabetta Acella.

L’opera, che già Mozart elaborò dopo il successo a Praga del 29 ottobre 1787 per la ripresa a Vienna il 7 maggio 1788, viene messa in scena a Genova nella versione di Praga con l’aggiunta dell’aria KV 540a (Don Ottavio, «Dalla sua pace») e del recitativo e aria KV 540c (Donna Elvira, «Mi tradì quell’alma ingrata») dalla versione di Vienna.

Nel 2010 Michieletto raccontava: “Don Giovanni è un personaggio sul quale puoi dire tutto e il contrario di tutto. Sul quale sono state scritte migliaia di cose, che ti sfugge continuamente, e quando vuoi cercare di definirlo lo stai limitando. Quando sei regista devi scegliere, non puoi restare nel vago perché è un classico, ed è ciò che sto facendo, e approfondendo mentre provo. Mi premeva trovare una lettura che non lo riducesse a dei cliché, tuttavia stavolta ho deciso di non attualizzare la vicenda in un altro contesto, ma di riflettere sul momento in cui l’opera è stata scritta e approfondire le complesse relazioni tra i personaggi. Ho preso le mosse dai tratti della psicologia di Don Giovanni che mi hanno emozionato, partendo da quel che emerge dal canto di Leporello all’inizio dell’opera, che, con una sintesi ch’è tipica dei personaggi semplici, e proprio in un momento in cui la sua affermazione rischia di passare inosservata, sembra parlare di sé stesso, ma in realtà ci dice una cosa fondamentale del “cavaliere estremamente licenzioso”.

Il personaggio, secondo Michieletto, “nulla sa gradire, e non troverà mai qualcosa che appagherà i suoi desideri. E quindi non potrà mai stupirsi o commuoversi, perché sono emozioni che lo frenerebbero. Lo stupore fa scattare una molla che in lui non scatta mai. Anche alla fine, quando arriva il commendatore, Don Giovanni non si frena, ma rilancia continuamente, proiettandosi in avanti fino all’autodistruzione, come una macchina lanciata a folle velocità, che prima o poi andrà fuori strada, e non frena quando c’è una curva, e quindi si schianta. In queste condizioni la fine di Don Giovanni non arriva tramite un deus ex machina che risolve i problemi degli altri personaggi che non sono in grado di frenare Don Giovanni, ma è un’autodistruzione. Parafrasando Kierkegaard, Don Giovanni muore per eccesso di vita, è talmente oltre ad ogni limite che è condannato all’autodissoluzione. Anche quando canta ‘Viva la libertà!’, frase che può avere vari riflessi, anche politici, Don Giovanni è libero, ma in un certo senso anche condannato a un percorso obbligato, e non ha altra scelta se non quella di andare avanti… E tutti i personaggi che ruotano intorno a lui una volta che vengono a contatto con Don Giovanni cominciano a subire questo suo fascino malato. Non c’è mai un momento nell’azione in cui non si parli di Don Giovanni: quando è in scena domina tutte le relazioni che si stabiliscono in quel momento, e quando non c’è gli altri personaggi soffrono per causa sua”.

Incontri e novità: introduzione all’ascolto

Così tornano i consueti incontri di presentazione dei titoli, in programma al Teatro Auditorium Eugenio Montale: mercoledì 24 settembre, alle ore 18, appuntamento con gli studenti del Liceo Musicale “Sandro Pertini” che, in collaborazione con l’Associazione Carlo Felice Young Aps, presentano l’opera ai loro coetanei e a tutti coloro che vogliono partecipare, con un incontro dal titolo Mozart e il mito del grande seduttore. Quindi sabato 27 settembre, alle ore 16, in collaborazione con gli Amici del Teatro Carlo Felice e Conservatorio Niccolò Paganini, conversazione con Lorenzo Costa su Ironia, filosofia e divertimento nel Don Giovanni.

Importante novità nello spirito di divulgazione e coinvolgimento del pubblico, saranno delle introduzioni all’ascolto di circa 30 minuti che gli spettatori delle singole recite potranno seguire nel primo foyer, un’ora prima dell’inizio, curate dal direttore artistico Federico Pupo con ospiti vari secondo le occasioni.

Inoltre Don Giovanni, in questo stesso allestimento e con gli stessi interpreti, sarà il primo titolo che – in una versione appositamente pensata per il pubblico delle scuole primarie e secondarie di I grado e delle classi prime delle secondarie di II grado – costituirà uno degli appuntamenti di “Un mare di musica… felice”, nuovo progetto Education che sarà presentato in tutti i suoi dettagli la prossima settimana.

Programmazione di Don Giovanni

venerdì 3 ottobre 2025, ore 20 Turno A: sabato 4 ottobre 2025, ore 15 Turno F; domenica 5 ottobre 2025, ore 15 Turno C; venerdì 10 ottobre 2025, ore 20 Turno B; sabato 11 ottobre 2025, ore 20 Turno L; domenica 12 ottobre 2025, ore 15 fuori abbonamento.

Abbonamenti a 5, 8 e 9 titoli: da 70 a 610 euro. Biglietti da 15 a 100 euro.

Autore
Genova24

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