Donne d’impresa: Simona Cucini, una stratega del “lean thinking”, il pensiero snello di Toyota

  • Postato il 26 ottobre 2025
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Donne d’impresa: Simona Cucini delleOfficine Cucini, una stratega del “lean thinking”.

Una bella signora che ha saputo convincere padre e fratello a rinnovare il modo di operare in azienda, con una speciale e innovativa strategia operativa chiamata “Lean Thinking”?

È Simona Cucini che, con competenza, intelligenza e tanta pazienza, ha saputo combattere quel famoso pregiudizio maschile che vedrebbe le donne negate in questo settore di produzione metalmeccanica, considerato, tipicamente per “soli uomini”.

È proprio lei che è riuscita ad eliminare tanti sprechi e a migliorare l’efficienza del lavoro in azienda. Questo, nonostante padre e fratello fossero assolutamente tradizionalisti  anzi “super tradizionalisti” – come dice Simona –perché avrebbero preferito continuare a lavorare e produrre come si era fatto da sempre, Simona è riuscita a far loro  cambiare idea con l’evidenza dei fatti.

Ha “digitalizzato” tutta l’azienda dove, oggi, non gira più nemmeno un foglio di carta! Ha riordinato il magazzino, trovando anche il coraggio di “buttare via“ il materiale obsoleto.   Prima – ci racconta Simona Cucini – si consegnava a nove mesi e, oggi, invece, in soli cinque giorni. Un bel risultato davvero: e non è un miracolo, ma un metodo di lavoro applicato e già sperimentato con successo, per la prima volta 50 anni fa in Giappone da Toyota, che così si salvò dalla bancarotta, per diventare il colosso che è oggi.
La “Officine Cucini” è un’azienda dove Simona, sorella più piccola, è entrata come responsabile amministrativa e commerciale, quando aveva  soltanto 20 anni. Oggi, Simona Cucini, da buona manager è orgogliosa di aver individuato certe criticità che erano presenti in azienda e di essere riuscita a guadagnarsi uno spazio di meritata stima e considerazione da parte di tutti.
Le Officine Cucini sono un’azienda storica con 60 anni di esperienza nel settore degli allestimenti per veicoli commerciali. Dal 1963 – anno di nascita di Cucini Srl – in azienda si è sempre puntato su qualità, innovazione e artigianalità, rispondendo puntualmente, alle varie esigenze del mercato. Questo è l’iter virtuoso che viene seguito nella produzione di ribaltabili, cassoni fissi, Donkey 20 4×4, e veicoli speciali per il settore invernale.

Ed è così che le Officine Cucini sono diventate vero punto di riferimento in ambito di veicoli commerciali, in Italia e nel mondo. Una giovane donna, Simona che sa il fatto suo e oggi gode della massima stima di tanti colleghi maschi.Nonostante l’oneroso impegno in azienda, Simona ha anche tre figli: Sara, Matteo e Anna.

Suo marito è un designer molto qualificato che spesso le ha dato anche spunti di riflessione per la produzione ma che non lavora con lei. “Ci si confronta ed è molto importante per me poterlo fare per le competenze che ci differenziano ma che sono anche complementari” -ci racconta- “In effetti il nostro è davvero un matrimonio invidiabile  di vita e di lavoro”.

Per conoscerla meglio e di più, le abbiamo chiesto:

A proposito del modo di operare nella sua azienda è importante parlare di “lean thinking” ma di cosa si tratta in realtà?  

Ci risponde con il sorriso di chi ha davvero applicato alla sua stessa vita questo suo nuovo modo di pensare e di vivere. Il “lean thinking” è l’applicazione della filosofia Toyota che lei segue fedelmente e da sempre in azienda come metodo di vita, pensiero e organizzazione di lavoro.

Attualmente nelle Officine Cucini il 35% è donna: merito suo? Per un’azienda metalmeccanica non è cosa da poco.

Oggi ci risponde Simona in realtà siamo forse il 15% e purtroppo per ragioni legate alla maternità. Ahimè quando le donne scelgono di fare famiglia quasi sempre preferiscono il part-time. Questa loro scelta ha penalizzato anche la nostra azienda e di questo sono francamente un po’ dispiaciuta. Secondo me non si dovrebbe lavorare solo per un guadagno ma sarebbe auspicabile vivere con soddisfazione anche il proprio lavoro con competenza ed entusiasmo. Tutto ciò, naturalmente, non dovrebbe escludere l’impegno sacrosanto della famiglia! Io ho tre figli e non a caso lavoro da sempre.

Oltre al “pensiero snello” delle vostre scelte aziendali, quali sono gli interessi, gli impegni o gli hobby che la coinvolgono maggiormente?

Cammino volentieri. Adoro viaggiare: anovembre comincio ad organizzare un vero e proprio “piano viaggi”. Quest’anno Venezia, Milano, la Spagna. Sono sempre presente a vistare le mostre più interessanti e importanti del nostro Paese e non solo. A gennaio anche a casa nostra, è di rigore la “settimana bianca”anche se io non scio perché preferisco le terme”.

Quali  vantaggi l’Intelligenza Artificiale potrà portare o ha già portato alla vostra produzione?

Si, l’Intelligenza Artificiale viene utilizzata da noi in azienda in particolare per le traduzioni e il marketing. Comunicazioni e traduzioni vengono fatte regolarmente grazie all’IA in inglese, tedesco e spagnolo. Anche la “piattaforma” è già pronta per essere gestita con l’IA. Il vero problema però è “formare” le persone perché possano apprezzare questo assistente silenzioso e prezioso che lavora fianco a fianco con noi e si chiama Intelligenza Artificiale. Per ora sono solo io ad apprezzare veramente l’Intelligenza Artificiale Aumentata.

Quale futuro per le Officine Cucini: resterà sempre un’azienda familiare?

Penso che le officine Cucini siano prima di tutto un’azienda familiare perché lo spirito che sorregge il nostro lavoro è quello di prendersi cura prima di tutto delle persone che ci lavorano. Fare “squadra” considerarsi protagonisti del proprio lavoro è la cosa più importante, le persone non devono sentirsi un numero ma godere della propria responsabilità e importanza in tutto quello che fanno. Chi viene a lavorare solo per guadagnare uno stipendio ha sbagliato azienda!

Un sogno nel cassetto da tirare fuori … e forse anche da realizzare?

Oggi, secondo me, il lavoro dovrebbe essere il sentirsi parte di un sistema ed essere importanti tutti insieme. Questo è il vero impegno di vita  che mi sono presa ed è anche un sogno nel cassetto ancora non completamente realizzato. Spero che davvero la nostra azienda possa diventare un’altra “famiglia” della quale facciamo parte con orgoglioso impegno perché non a caso il nostro lavoro, nei vari settori  e diverse competenze, assorbe tante ore della nostra vita.

 

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Blitz

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