Doping da social, il prezzo nascosto di un corpo “perfetto”

  • Postato il 18 maggio 2025
  • Di Panorama
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Scrollando sui social, tra selfie in palestra e diete miracolose, spunta l’esca: «Aumenta la massa muscolare in pochi giorni». Un messaggio accattivante che può nascondere una trappola pericolosa. Il primo passo è il contatto con un sedicente personal trainer, poi si passa ai consigli per l’assunzione di integratori e lo step finale è l’ingresso nel mondo delle sostanze. Un vortice che ricorda da vicino quello delle tossicodipendenze. Ma scoprire lo smercio di sostanze all’interno delle palestre non è semplice. «Venti anni fa», confermano dalla Direzione centrale per i servizi antidroga del ministero dell’Interno, «si pensava che il doping fosse un fenomeno esistente solo in ambiti professionali, poi si è scoperto che coinvolge anche chi svolge una semplice attività fisica, senza aspirare a competizioni e pur conoscendo perfettamente i rischi a cui potrebbe andare incontro».

Il sommerso è enorme. Nel giugno 2024 un gastroenterologo dell’Ospedale di Bolzano ha diagnosticato tumori epatici rari in alcuni giovani sportivi. Queste patologie, secondo la letteratura scientifica, sono strettamente correlate all’uso prolungato di steroidi anabolizzanti. Le indagini dei carabinieri del Nas di Trento, partite dalla segnalazione dello specialista, hanno portato all’arresto di sette persone, tra cui un bodybuilder e personal trainer bolzanino, Manuel Peer, accusato di gestire un traffico di anabolizzanti su scala nazionale. L’hanno intercettato mentre inviava vocali con le prescrizioni e suggeriva gli esami clinici da fare per tenere sotto controllo il fegato. Ha patteggiato una pena a tre anni e cinque mesi.

Le sostanze, ha accertato l’inchiesta, venivano spedite in tutta Italia utilizzando servizi di fermo posta. L’inchiesta monstre, che dimostra più di altre una diffusione del fenomeno su larga scala, però, è del novembre 2024. L’hanno ribattezzata «Shield V», coordinata da Europol con la partecipazione di 30 Paesi, ha prodotto 23 arresti e 138 denunce in Italia. Sono state sequestrate oltre 8.800 confezioni di farmaci e circa 95 mila unità posologiche tra anabolizzanti, dimagranti, antibiotici e antinfiammatori, per un valore stimato di oltre due milioni di euro. È stato scoperto anche un laboratorio clandestino.

Di hub per la diffusione, invece, i carabinieri del Nas e gli investigatori dell’Antidroga della polizia di Stato ne hanno smantellati una quindicina nell’ultimo anno.
Da Rimini, dove è saltata fuori una triangolazione tra la Cina e San Marino, a Sassari, dove qualche settimana fa sono stati arrestati i gestori di una palestra. Sono quasi 300 i siti che promuovevano illegalmente online steroidi e anabolizzanti oscurati su disposizione dell’autorità giudiziaria.

È dalla rete che passa tutto. Agli inizi di aprile, a Milano, è finito nei guai un bodybuilder influencer: Ruggero Caso, che a casa avrebbe organizzato, secondo l’accusa, un ingrosso di sostanze. I carabinieri, durante le perquisizioni, grazie all’intervento delle unità cinofile, hanno scoperto circa 350 grammi di mefedrone (sostanza psicoattiva con alcuni effetti assimilabili alla cocaina) e 30 dosi già suddivise, oltre a tutto il materiale necessario per il confezionamento, con tanto di bilancino di precisione. Sulla sua pagina Instagram da oltre 180 mila follower Caso mostrava i suoi muscoli e, nelle storie, pubblicava gli intrugli che mescolava con il suo minipimer. Nella sua biografia solo poche informazioni: la partecipazione alle famose competizioni del settore mister Olympia e del National physique committee.

Ma non è l’unico farmacista improvvisato. A Bologna, dietro a bilancieri e tappetini, si nascondeva un traffico di sostanze dopanti. I carabinieri del Nas alla fine di febbraio hanno arrestato il gestore: è finito ai domiciliari con l’accusa di commercio illegale di anabolizzanti e di esercizio abusivo della professione medica. La palestra è stata sequestrata. L’indagine è partita da un decesso. Quello di un personal trainer trovato morto a Malalbergo un anno fa. In casa sua c’erano farmaci dopanti non autorizzati dall’Aifa, l’Agenzia del farmaco. Nessun nesso diretto tra quelle sostanze e la morte, ma abbastanza per avviare verifiche a tappeto. Dai dispositivi elettronici della vittima è emerso un nome. Quello del gestore della palestra, che in pochi mesi è diventato il centro dell’inchiesta. Secondo gli investigatori vendeva testosterone e farmaci dimagranti. Durante le perquisizioni i carabinieri hanno trovato oltre cento barattoli di farmaci dopanti, un centinaio di fiale di testosterone ad alto dosaggio e il materiale per il confezionamento e l’etichettatura. Parte della merce era nascosta in una stanza riservata della palestra. Il resto in casa. Boccette e pastiglie.

Il lessico del doping è quello della chimica. Dietro ai corpi scolpiti spesso c’è un alfabeto di sigle che racconta un’altra verità. Quella dei muscoli gonfiati a forza di aghi, compresse e fiale. Il più usato è il testosterone, in tutte le sue varianti: enantato, cypionato, propionato. È un ormone maschile sintetico. Viene iniettato per aumentare la massa muscolare. Ma è un inganno. Il corpo smette di produrre quello naturale. E da lì si passa ai rischi. Poi c’è il nandrolone, conosciuto come Deca Durabolin. È uno dei più diffusi tra i frequentatori delle palestre. Aumenta i muscoli ma può provocare la ginecomastia, uno sviluppo anomalo del seno negli uomini. E un blackout ormonale che lascia segni permanenti. Chi cerca la definizione del proprio corpo, la «secchezza», come dicono i personal trainer, punta sul Winstrol, nome commerciale dello stanozololo. Rende il muscolo visivamente più definito. Ma è un veleno per fegato e articolazioni.

Il più popolare tra chi vuole pomparsi in fretta è il Dianabol, principio attivo: metandienone. Funziona, ma devasta il fegato. Spesso, irreversibilmente. Poi c’è il trenbolone. Potente e velocissimo. Ma è anche il più pericoloso. Interviene sul sistema endocrino come un bulldozer. Lo stravolge. Lo distrugge. Infine c’è l’ormone della crescita, l’Hgh. Usato per aumentare la massa magra e bruciare il grasso. È quello che piace a chi ha già provato tutto. Ma ha effetti devastanti: diabete, cuore sotto sforzo, deformazioni delle ossa. E non finisce qui.

Al catalogo classico si aggiungono le nuove sostanze vietate (a partire dal 2024), spacciate nelle palestre come integratori di nuova generazione. Una è l’hydrafinil. Stimolante. Promette lucidità mentale e resistenza fisica (tanto che di solito lo usano piloti e motociclisti, ma è diffuso anche tra i professionisti del bodybuilding). Il risultato è un sistema nervoso centrale costantemente sotto attacco. Poi c’è il Dnp, dinitrofenolo. È venduto illegalmente come brucia-grassi. E a dosi elevate può uccidere. Seguono due peptidi: histrelin e kisspeptina. Agiscono sulla produzione di testosterone. Nessun medico serio li prescriverebbe per motivi estetici. Ma circolano. Infine il Bmpea, uno stimolante mai approvato. Si trova ancora in alcuni integratori venduti online. Chi lo assume spesso non sa nemmeno di cosa si tratti. È un mercato che cambia volto in continuazione. E lascia dietro di sé fegati spappolati, ormoni a zero e cuori che si fermano all’improvviso.
Il fenomeno del doping, infatti, miete vittime. Alla fine di gennaio scorso Sergio Spaggiari, 47 anni, è stato trovato senza vita nel bagno della palestra che frequentava a Perugia. Antonio Gerace, kickboxer professionista di 51 anni, è morto circa un anno fa per un malore che lo ha colto improvvisamente mentre si allenava nella sua palestra di Vigevano.

E a confermare che sul business ha messo le mani anche la criminalità organizzata c’è un’ulteriore inchiesta. Ha appena portato all’arresto di Alessio Moccia, «Moccia jr», figlio di Pasquale Moccia, figura di spicco della piazza di spaccio di Tor Bella Monaca, a Roma. Gli inquirenti lo ritengono coinvolto in un’articolata rete di distribuzione di sostanze dopanti e di farmaci illegali all’interno di circuiti sportivi e palestre della Capitale. La mala, si sa, segue il denaro. E dove c’è un’ossessione collettiva per i corpi perfetti, c’è sempre un mercato nero da gestire.

Autore
Panorama

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