Dopo il voto la maggioranza rilancia, vero test le regionali

  • Postato il 28 maggio 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 2 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
Dopo il voto la maggioranza rilancia, vero test le regionali

Share

Nel centrodestra, in maggioranza, subito il tavolo per scegliere il candidato del Veneto dopo la lite nel governo sullo stop al terzo mandato


Il giorno dopo è quello in cui si fanno i bilanci a mente fredda senza lasciarsi travolgere dalle emozioni. Il centrodestra è uscito azzoppato dalla tornata elettorale di domenica 25 e lunedì 26 maggio. Non si aspettavano di stravincere a Genova dove, d’altro canto, alle ultime regionali in città, aveva prevalso il Pd Andrea Orlando, ma di certo non pensavano di perdere al primo turno.

MAGGIORANZA DI GOVERNO MINIMIZZA LA SCONFITTA ALLE COMUNALI

La coalizione di governo minimizza la sconfitta alle comunali ma risulta evidente che ci sia un problema nella selezione dei candidati. E se Meloni – nel corso del vertice con Salvini e Tajani – mette in chiaro che quello di domenica e lunedì non può essere considerato un test, al contempo ha messo in guardia i compagni di coalizione sulle regionali di settembre che potrebbero avere un peso per il prosieguo della legislatura.

IL NODO VENETO

Non a caso il tavolo del centrodestra verrà subito aperto per sciogliere una serie di nodi fra cui il profilo da individuare per il Veneto dove balla ancora il nodo terzo mandato. Intanto il dibattito è aperto. Ignazio La Russa ha affermato che il centrodestra «ha sbagliato candidato» a Genova. Mentre Maurizio Lupi, leader dei Noi Moderati e assai ascoltato dall’inquilina di Palazzo Chigi, ha utilizzato l’ars democristiana per dire e non dire: «Nessuna difficoltà per il centrodestra. Tra l’altro andavano al voto due milioni di elettori, meno della città di Roma.

PESA LA SCONFITTTA DI GENOVA

È un risultato in chiaroscuro, la sconfitta di Genova pesa e si va al ballottaggio in due capoluoghi dove governava il centrosinistra. È un errore parlare di un test nazionale, ma il centrodestra le sue riflessioni le farà, in particolare su Genova». Riflessioni che sono già iniziate all’interno della war room di Palazzo Chigi. Meloni teme infatti l’effetto domino alle regionali che dovrebbero tenersi il 21 settembre.

IL CASO DELLE MARCHE

Il vero cruccio per l’inquilina di Palazzo Chigi sono le Marche dove c’è il fedelissimo governatore Francesco Acquaroli che dovrà vedersela con il Pd Matteo Ricci, mister 100 mila preferenze. Insomma, una sfida che appare complicata in virtù di sondaggi che al momento non sembrano premiare la coalizione di centrodestra.
Uscire ridimensionati dalle regionali di settembre potrebbe avere riflessi all’interno della coalizione anche perché da ora in avanti i partiti della coalizione aumenteranno i distinguo. Urge allora l’apertura del tavolo delle regionali dove Meloni, Tajani e Salvini dovranno trovare la sintesi individuando i candidati che potranno più performare dal punto di vista del consenso.

ROSSO: «RISULTATO A GENOVA DISPIACE A TUTTI»

Non a caso il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Liguria, Matteo Rosso, ammette: «Il risultato dispiace a tutti, non pensavo di non arrivare al ballottaggio. Per Fratelli d’Italia fa piacere constatare che siamo il primo partito della coalizione per gradimento dei genovesi, anche davanti alle liste civiche. Inoltre, rispetto alle comunali del 2022, abbiamo guadagnato più di tre punti. Ovvio che tutti insieme non sono bastati, ma Fratelli d’Italia si conferma primo partito».
Dall’altra la coalizione di centrosinistra si sente rinfrancata dai risultati delle comunali. Non si rievoca la famosa macchina da guerra elettorale di occhettiana memoria ma poco ci manca.

SCHLEIN E IL CAMPO LARGO

Il campo largo esce rafforzato dalla tornata elettorale. Dice Elly Schlein, segretaria del Pd: «Le vittorie sono la migliore premessa per quello che stiamo facendo in vista delle importanti sfide regionali dell’autunno. Uniti si vince, questo è il grande messaggio di ieri, martedì 27 maggio. La credibilità della proposta è fatta dalla forza delle candidature, dal lavoro di squadra e dai programmi costruiti sui bisogni delle persone e condivisi da tutte le forze progressiste ognuna delle quali porta il suo contributo».

MATTEO RENZI: «IL CENTROSINISTRA UNITO VINCE»

Anche la numero uno del Nazareno ritiene che non si tratti di un test nazionale ma «è chiaro – aggiunge – che il metodo che usiamo è favorire la massima unità possibile delle forze alternative alle destre». Insomma, il motto è «uniti si vince». Allargare il campo potrebbe dunque essere premiante al netto dell’eterogeneità della coalizione. E se Matteo Renzi, leader di Italia viva e punto di riferimento del centrismo nel campo progressista, loda il metodo delle comunali: «Le Amministrative dimostrano che il centrosinistra unito vince. E vince dappertutto. Servono candidati credibili e programmi chiari, certo. Ma se si procede senza veti, si vince».

CONTE: «I CITTADINI VOTANO I PROGETTI POLITICI»

Di diversa tonalità sono le parole del leader del M5S, Giuseppe Conte: «I cittadini hanno premiato progetti seri con interpreti molto vincenti, molto accreditati, molto credibili. Qui non si vince parlando di campo largo, campo stretto, campo alto, basso, giusto, campo morto, campo santo…. La verità è che i cittadini votano i progetti politici e questo è il momento di costruire progetti politici seri, concreti, ma soprattutto di costruire progetti che mantengano gli impegni che annunciano». Parole, quelle dell’ex premier Conte, che celano un dettaglio: chi sarà il leader del campo progressista? Elly Schlein? Per il leader dei 5Stelle nulla è scontato.

Share

Il Quotidiano del Sud.
Dopo il voto la maggioranza rilancia, vero test le regionali

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti