Dopo la sconfitta in Coppa Italia, l'Inter punta tutto sulla Champions League
- Postato il 28 aprile 2025
- Di Il Foglio
- 2 Visualizzazioni

Dopo la sconfitta in Coppa Italia, l'Inter punta tutto sulla Champions League
La morte è una livella, diceva Totò. Che tu sia papa o massaggiatore, è il campionato di calcio a doversi fermare, e solo quello; ma per pochi giorni, praticamente ore, il tempus lugendi imposto dall’equità sportiva e dal diritto all’affidamento. La settimana calcistica che oggi si chiude ha confermato (ce ne fosse ancora bisogno dopo l’acquazzone invernale di Venezia-Como) che chi tira le fila del pallone poco rispetto ha di coloro ai quali il torneo è indirizzato, ovvero il pubblico, chi decide di spendere denaro per una lunga trasferta -magari in aereo- e poi rimane scornato, senza rimborso né soddisfazione. Andare allo stadio ricorda che il calcio è per le persone, non per i cavilli: da leggere così la prova di forza del Lecce a Bergamo, dove pur senza allenarsi stava per vincere con merito. Avrebbe davvero preferito non presentarsi davanti alla propria fanbase, con quello spirito che l’ha portata ad avvantaggiarsi sopra le altre contendenti per garantirsi un altro anno così?
Questa è "La nota stonata", la rubrica di Enrico Veronese sul fine settimana della Serie A, che racconta ciò che rompe e turba la narrazione del bello del nostro campionato che è sempre più distante da essere il più bello del mondo
A quattro giornate dal termine, due squadre si giocano lo scudetto, sei l’accesso all’Europa magna, altrettante (ma praticamente tre) la salvezza, una è già andata, per quattro o cinque è come vacanza anticipata, buona per testare giovani e assetti alternativi. Tutti gli occhi sono all’Inter, in mezza settimana eliminata dalla Coppa Italia e schiantata dal vertice: consapevole delle scarse energie rimaste dopo una stagione massacrante, può forse apparire comprensibile che abbia scelto di giocarsi la Champions League fino in fondo, preferendola al bis tricolore. Ma rimane sempre una sconfitta, per questo stonata, considerando che lasciare la strada (quasi) certa per quella appagante ma impervia rischia di trasformarsi in un epocale pugno di mosche. Ci si limita a valutare come l’assenza di Marcus Thuram stia pesando più del dovuto: con il centravanti francese i goal medi a partita ammontano a 2.3, senza rimane solo il tre dopo la virgola. Idem i punti, 2.2 contro uno.
A riprendere in mano i media del periodo estivo, fa sorridere come da parte nerazzurra si esaltasse l’acquisto di Mehdi Taremi, poi ininfluente, allo stesso modo per cui la Juventus esponeva il nuovo arrivo di Douglas Luiz, indi scomparso dai radar: quando il crack in grado di spaccare la Serie A, lo si sarebbe visto in corso d’opera, si chiama Scott McTominay e gioca con la maglia del Napoli, per gentile dabbenaggine del Manchester United. Nessuno, memore dei trascorsi dei calciatori britannici a queste latitudini, lo avrebbe dato per certo; così come non si poteva razionalmente firmare che la Roma dei tre allenatori fosse sul punto di valicare la zona Champions per mano a Claudio Ranieri. E un tempo non troppo lontano, il Milan del dna europeo avrebbe considerato fallimentare una stagione conclusasi con la sola, ipotetica vittoria della Coppa Italia. Mentre il Bologna, se ora non tornasse in Champions, forse considererebbe con un po' di amaro in bocca l’eventuale vittoria nel suo primo trofeo in 51 anni… La gloria transita, e anche se diventa meno leggibile è uno dei radi motivi che ci trattiene ancora incollati a seguire queste gesta.
Continua a leggere...