Doppi pagamenti all’Asp di Reggio Calabria, tutti assolti gli imputati del processo “Fiscer”

  • Postato il 16 luglio 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“Il fatto non sussiste”. Tutti assolti e beni confiscati restituiti “agli aventi diritto”. Si è concluso così il processo “Fiscer” davanti alla Corte d’Appello di Reggio Calabria che ha riformato la sentenza di primo grado del dicembre 2022 quando il giudice aveva assolto i primi dieci imputati infliggendo, però, anche sette condanne a pene che andavano dai 3 ai 5 anni e mezzo di carcere. Non è rimasto niente di quell’inchiesta sui presunti doppi pagamenti effettuati dall’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria allo “Studio Radiologico sas di Fiscer Francesco” di Siderno. Un’indagine che aveva toccato la sanità privata e dirigenti pubblici e che aveva portato alle accuse di truffa all’Asp e al servizio sanitario regionale, ma anche di riciclaggio, falso e alterazione di informazioni.

La Corte d’Appello, presieduta dal giudice Alfredo Sicuro, ha assolto gli imprenditori Francesco e Giuseppe Fiscer, l’amministratore della società Pietro Armando Crinò, i soci Caterina Caracciolo e Roberta Maria Strangio, l’ex direttore generale dell’Asp Ermete Tripodi e l’ex direttore amministrativo dell’ente Pasquale Staltari. Nella lista degli assolti c’è pure lo “Studio Radiologico Fiscer srl” al quale la Procura di Reggio Calabria contestava un illecito amministrativo relativo a una transazione di oltre 7 milioni di euro incassata per un saldo crediti che, secondo i pm, erano stati già riscossi dalla struttura privata. In questo modo, per l’accusa, lo “Studio radiologico Fiscer” avrebbe incassato due volte lo stesso pagamento. Per i magistrati che avevano coordinato le indagini della guardia di finanza, infatti, una notevole parte di quelle fatture erano già state liquidate per un ammontare di oltre 4 milioni di euro, compresi gli interessi. Le motivazioni della sentenza arriveranno tra 90 giorni ma intanto, al termine dei due gradi di giudizio, oltre alle assoluzioni, la Corte d’Appello ha revocato le confische dei beni che erano stati sequestrati agli imputati.

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Il Fatto Quotidiano

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