Dove sta andando il centro-sinistra? Forse nemmeno loro lo sanno: Schlein e Conte logorati in liti da condominio
- Postato il 1 giugno 2025
- Politica
- Di Blitz
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Dove sta andando il centro-sinistra? Forse nemmeno loro lo sanno. A due anni dalle prossime elezioni politiche non esiste ancora una coalizione, non c’è un programma comune né tantomeno un candidato da contrapporre alla Meloni.
Conquistare alcuni comuni, seppur importanti, come ad esempio Genova e Ravenna, non risolve i problemi.
Certo, fa morale, ma è una vittoria che dice poco. È cambiato il vento nel Paese? Chi lo dice fa solo propaganda. I soliti errori della sinistra che ormai non riesce più a capire lo spirito del tempo.
Ma cosa vuol dire capire lo spirito del tempo? In sintesi, si potrebbe affermare che è la capacità di cogliere nel profondo l’essenza di un’epoca specifica. Non si tratta solo di conoscere gli eventi storici o le tendenze superficiali, ma di percepire l’atmosfera intellettuale, culturale, morale, sociale e politica che caratterizza un determinato periodo storico.
Sentire il battito di un’epoca. Ecco, proprio la sinistra, che dovrebbe saper fare tutto questo, come un sarto infilza il tessuto con l’ago, si manifesta invece incapace. Capiamoci: il problema non è di ora; il lento ma inesorabile declino è cominciato molti anni fa, tuttavia, sembra continuare a prevalere una sorta di perversione politica che impone il logoramento, anche là dove invece si potrebbe invertire l’andamento delle cose.
Un Papa straniero per il centro-sinistra

Ad esempio, la questione del leader della coalizione. Molte delle contrapposizioni nascono da questo tema. Sia Elly Schlein che Giuseppe Conte ambiscono a Palazzo Chigi, ma entrambi dovrebbero «sentire» che il loro ruolo non può essere questo. Al centro-sinistra serve un nuovo Papa, una figura autorevole, preferibilmente da trovare fuori dai partiti della coalizione. Tutti gli sforzi dovrebbero essere indirizzati verso questa prospettiva, ed invece continuano a consumare tempo nei soliti battibecchi di condominio, quelle diatribe che gli elettori di questo schieramento non sopportano più.
Altra questione? I programmi. Anche qui, tanti discorsi e pochi fatti. Si preferisce ascoltare i capetti di quartiere invece degli elettori. Ormai contano più i destini delle carriere politiche dei singoli, che i reali problemi della gente.
Una classe dirigente in sintonia con lo spirito del tempo avrebbe già aperto un grande cantiere per la stesura di un programma partecipato di coalizione da presentare alle elezioni del 2027. Ed invece, siamo ancora alle divisioni, ognuno si fa la propria manifestazione e poi chi porta più gente in piazza si autoproclama leader assoluto. Strano modo di costruire un’alternativa politica.
E poi c’è il tema della grande coalizione, il cosiddetto campo largo. A Genova è andata bene, il centro-sinistra si è presentato unito e ha vinto, ma in molte altre realtà regnano le divisioni, addirittura, in alcuni casi ad esempio, il partito di Calenda ha appoggiato il candidato sindaco del centro-destra.
Fratture insanabili
Se poi ci spostiamo a livello nazionale le fratture appaiono insanabili, profonde a tal punto che i contrasti politici si radicalizzano nell’astio personale. Probabilmente troveranno una soluzione rattoppata dell’ultimo minuto che non sarà utile a nessuno, nemmeno alla coalizione, che rischierà così di essere spazzata via dal vento delle autocrazie.
È una questione di sopravvivenza politica per il centro-sinistra, e forse alle elezioni del 2027, come Paese, ci giocheremo anche molto di più. Ma tutto questo sembra andare in secondo piano. Elly Schlein & C. anche su questo sono già in ritardo.
C’è poco da fare. Il centro-sinistra è chiuso dentro una lavatrice accesa che, per adesso, nessuno riesce a fermare. Ecco dove sta andando la sinistra, nel margine del mondo, dove arriva solo una mezza luce che non serve a nessuno. Lì, nelle riserve, una specie in estinzione, cavalli solitari mentre una fila di automobili guidate dall’intelligenza artificiale si staglia verso quell’orizzonte che la sinistra non sa più vedere. “Uniti si vince”, e giù applausi, pacche sulle spalle per tutti e complimenti per la fiera dell’ovvietà.
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