Draghi: “Con i dazi siamo al punto di rottura. Minato l’ordine multilaterale in modo difficilmente reversibile”

  • Postato il 14 maggio 2025
  • Politica
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Durante il suo intervento al XVIII Summit Cotec Europa tenutosi a Coimbra, l’ex presidente del Consiglio e della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, ha evidenziato come i segnali di deterioramento dell’economia europea fossero già evidenti da anni, ben prima dell’innalzamento delle tariffe. Secondo Draghi, “cambiamenti sono in corso da diversi anni e la situazione si stava deteriorando anche prima del recente innalzamento delle tariffe”. Le difficoltà dell’Europa, a suo giudizio, derivano da una combinazione di frammentazioni politiche interne e crescita economica debole, fattori che hanno ostacolato risposte unitarie e incisive.

L’ex premier ha espresso forte preoccupazione per le recenti tensioni internazionali, sottolineando il danno irreversibile arrecato all’ordine multilaterale: “L’uso massiccio di azioni unilaterali per risolvere le controversie commerciali e il definitivo esautoramento del Wto hanno minato l’ordine multilaterale in modo difficilmente reversibile”.

L’Europa e la dipendenza dagli Stati Uniti

Uno dei punti centrali dell’intervento è stato il rapporto con gli Stati Uniti. Draghi ha avvertito: “Le recenti azioni dell’amministrazione statunitense avranno sicuramente un impatto sull’economia europea. E anche se le tensioni commerciali si attenuano, è probabile che l’incertezza permanga e agisca da vento contrario per gli investimenti nel settore manifatturiero dell’Ue”.

Poi lancia una riflessione più ampia: “Ora, dovremmo chiederci perché abbiamo smesso di essere nelle mani dei consumatori statunitensi per guidare la nostra crescita. E dovremmo chiederci come possiamo crescere e generare ricchezza da soli”. Sebbene ritenga che una diversificazione dagli USA non sia realistica nel breve termine, Draghi afferma: “Possiamo e dobbiamo cercare di aprire nuove rotte commerciali e far crescere nuovi mercati. Ma le speranze che l’apertura al mondo possa sostituire gli Stati Uniti saranno probabilmente deluse”.

Infine, avverte: “A lungo termine, è un azzardo credere che il commercio con gli Stati Uniti tornerà alla normalità dopo una rottura unilaterale così importante di questa relazione, o che nuovi mercati cresceranno abbastanza velocemente da colmare il vuoto lasciato dagli Stati Uniti. Se l’Europa vuole davvero dipendere meno dalla crescita statunitense, dovrà produrla da sola”.

Le debolezze strutturali dell’Europa

Nel suo discorso, Draghi ha tracciato anche una sintesi delle debolezze strutturali che hanno limitato la crescita europea negli ultimi due decenni. “La prima è stata la politica di bilancio restrittiva. Dal 2009 al 2019, la posizione fiscale collettiva corretta per il ciclo nell’area dell’euro è stata in media dello 0,3%, rispetto al -3,9% degli Stati Uniti”. A pagarne il prezzo sono stati soprattutto gli investimenti pubblici, crollati di quasi un punto percentuale rispetto al Pil.

In secondo luogo, Draghi ha parlato della scarsa produttività: “Dal 2000, la crescita annuale della produttività del lavoro nell’Ue è stata appena la metà di quella degli Stati Uniti, causando un divario cumulativo di produttività di 27 punti percentuali”. Anziché puntare sul recupero, l’Europa avrebbe preferito agire sui salari: “Soprattutto dopo le crisi, abbiamo fatto uno sforzo deliberato per sopprimere la crescita dei salari e aumentare la competitività esterna”.

Infine, Draghi ha affrontato la questione del debito e della spesa pubblica, sottolineando come le riforme attuate non siano state sufficienti: “L’Ue ha riformato le sue regole fiscali e ha attivato la ‘clausola di salvaguardia’ per facilitare l’aumento delle spese per la difesa. Ma finora solo 5 dei 17 Paesi dell’area dell’euro hanno optato per un periodo di aggiustamento prolungato”. Draghi ha quindi concluso: “Quando il debito è già elevato, l’esenzione di categorie di spesa pubblica dalle regole di bilancio può arrivare solo fino a un certo punto. In questo contesto, l’emissione di debito comune dell’Ue per finanziare la spesa comune è una componente chiave della tabella di marcia”.

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Blitz

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