Droga del clan: 41 Arresti a Ferrandina, l’asse criminale tra Basilicata, Campania e Puglia

  • Postato il 17 ottobre 2025
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Droga del clan: 41 Arresti a Ferrandina, l’asse criminale tra Basilicata, Campania e Puglia

Droga a Ferrandina, colpo al clan Bisogno: sono 42 le persone arrestate nel blitz della Dda lucana sull’asse camorristico di Ferrandina con Cava dei Tirreni. Coinvolti anche minori. La procuratrice: «Le scuole non collaborano».


CAVA DEI TIRRENI- Appena maggiorenne Antonio Bisogno avrebbe messo a frutto l’investitura malavitosa ereditata dai familiari, arrivati anni addietro a Ferrandina dal “feudo” di Cava dei Tirreni. Così in un paio di anni si sarebbe ritrovato alla guida di una vera e propria associazione a delinquere specializzata nel traffico di droga col metodo mafioso. Fino all’arresto. E’ questa la parabola criminale fotografata dall’inchiesta dei carabinieri della compagnia di Pisticci e del nucleo investigativo di Matera per cui ieri mattina sono state eseguite 41 ordinanze di misure cautelari disposte dal gip di Potenza su richiesta della Direzione distrettuale antimafia lucana.

I dettagli dell’operazione condotta da 150 militari distribuiti tra le province di Matera, Potenza, Lecce, Salerno, Siracusa e Trani, sono stati illustrati ieri in una conferenza stampa convocata dal procuratore facente funzioni del capoluogo, Maurizio Cardea, a cui hanno preso parte anche la procuratrice per i minorenni, Annagloria Piccininni, e i vertici dell’Arma di Matera. Il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per Bisogno, già detenuto per il tentato omicidio di un presunto concorrente nello spaccio avvenuto la notte di Pasqua del 2024, e altre 4 persone. Ad altre 27 persone sono stati concessi gli arresti domiciliari, mentre in 7 risultano sottoposti all’obbligo di dimora e due minorenni sono stati trasferiti in comunità contenitive. In 14, infine, risultano indagati a piede libero.

DROGA A FERRANDINA: L’INCHIESTA AVVIATA DA UN POST SU INSTAGRAM E I RAPPORTI CON LA CAMORRA

Dalla procura hanno spiegato che le indagini sono state avviate nel marzo 2023. Anche grazie a un post pubblicato su Istagram da un giovane di Ferrandina che temeva ritorsioni per non essersi “arruolato” nella banda Bisogno. Partendo dalle rivelazioni di questo giovane, convinto dai carabinieri a tornare in paese, gli investigatori hanno delineato l’esistenza di un’associazione criminale dedita al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, radicata nel Comune di Ferrandina in provincia di Matera ma con uno stabile rapporto con la criminalità campana. Emblematiche, sul punto, sono state le conversazioni intercettate tra il giovane Bisogno, oggi ventenne, e un noto esponente della mala di Cava dei Tirreni, Vincenzo Zullo “O cavallaro”, che dal carcere avrebbe dato direttive suoi traffici di stupefacenti e le azioni violente da compiere nei confronti di chi si fosse messo di traverso agli affari.

VIOLENZA E TENTATO OMICIDIO PER AFFERMARE IL POTERE CRIMINALE

Secondo l’antimafia lucana il clan ferrandinese «avrebbe esercitato il suo potere criminale – oltre che attraverso lo spaccio di stupefacenti – anche mediante minacce, aggressioni, e pestaggi, nei confronti di coloro che erano considerati rivali nelle attività criminali». E «in tali dinamiche di espressione e affermazione del potere criminale», sempre secondo gli inquirenti rientrerebbe anche un tentato omicidio che la notte di Pasqua 2024 aveva suscitato scalpore. Quando Bisogno, già condannato proprio per questo fatto a 8 anni di reclusione, prese la mira e sparò con una pistola alla testa di un 19enne, salvatosi perché il proiettile si è conficcato nel braccio con cui si era protetto il volto. Durante le indagini, i carabinieri hanno documentato numerosi episodi di spaccio, aggressioni e pestaggi, arrestando 5 persone e sequestrando 2 chili di hashish e 3 chili di cocaina.

DROGA E IL CASO FERRANDINA, L’ALLARME NELLE SCUOLE E I PRECEDENTI STORICI DEL CLAN

Significativo l’allarme lanciato durante la conferenza stampa dal procuratore per i minorenni, Piccininni, che ha segnalato la mancanza di collaborazione della dirigenza scolastica nei tentativi di reprimere il fenomeno dello spaccio all’interno degli istituti. Molti dei clienti della banda Bisogno e diversi spacciatori, infatti, frequentavano ancora le scuole dell’obbligo. Il procuratore Cardea, invece, ha rievocato i trascorsi criminali della famiglia Bisogno, legatasi alla camorra anti-cutoliana della Nuova famiglia. Fino al trasferimento di alcuni suoi esponenti in Basilicata, dove hanno stretto legami familiari con i Casiero di Ferrandina. Ieri mattina durante l’esecuzione delle misure cautelari sono stati scoperti altri due microtelefoni, il primo nascosto nella cella di uno degli indagati già detenuto per altri motivi, e il secondo in un’abitazione, più un rilevatore di microspie, 2.500 euro in contenti e 50 grammi di cocaina.

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