Droni avvistati negli aeroporti di Copenhagen e Oslo, voli cancellati e dirottati
- Postato il 23 settembre 2025
- Cronaca
- Di Blitz
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Nella serata di lunedì 22 settembre il traffico aereo dell’aeroporto di Copenaghen è stato sospeso improvvisamente, gettando nello scompiglio migliaia di viaggiatori. L’allarme è scattato poco dopo le 20:26 locali, quando sono stati avvistati due o tre droni di grandi dimensioni nello spazio aereo circostante. La direzione dello scalo ha deciso di interrompere ogni attività dalle 20:30, fermando decolli e atterraggi.
Decine di voli sono stati dirottati verso aeroporti alternativi, sia in Danimarca sia nei Paesi vicini, mentre centinaia di passeggeri si sono ritrovati bloccati in attesa di nuove disposizioni. Alcuni testimoni hanno raccontato di scene di incertezza e nervosismo nelle aree d’attesa, mentre le autorità danesi tentavano di chiarire la portata dell’episodio.
La polizia è intervenuta immediatamente, confermando che indagini erano in corso e che i droni avvistati potevano essere di natura militare. Tuttavia, informazioni certe non sono mai arrivate: “Non li abbiamo visti, sono volati via”, hanno dichiarato più tardi gli inquirenti, sottolineando l’estrema difficoltà nel rintracciare i velivoli. Alla domanda se sia stato tentato l’abbattimento, Jakob Hansen, vice ispettore di polizia, ha evitato di rispondere. E sul rischio di un attacco la replica è stata evasiva: “Non lo sappiamo, non c’era alcun segnale di questo tipo”.
La vicenda si è complicata ulteriormente quando, attorno all’1 di notte, lo scalo di Oslo in Norvegia ha dovuto chiudere i battenti per lo stesso motivo, riaprendo soltanto tre ore dopo.
Le accuse di Zelensky e la posizione delle autorità
La crisi ha assunto subito una dimensione internazionale. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha puntato il dito contro Mosca, accusando la Russia di violare lo spazio aereo dei Paesi NATO. Su X ha scritto: “Abbiamo scambiato opinioni sulle ragioni. Se non ci sarà una risposta decisa da parte degli alleati, sia Stati che istituzioni, alle provocazioni, la Russia continuerà a perpetrare tali violazioni”.
Il leader ucraino ha anche riferito di aver discusso l’episodio con la direttrice generale del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, legando l’accaduto al quadro più ampio della guerra in corso e alle tensioni tra Russia e Occidente.
Le autorità danesi, dal canto loro, hanno mantenuto una linea più cauta. La polizia ha infatti precisato di non poter confermare l’origine dei droni né la loro reale tipologia. Questa prudenza ha sollevato interrogativi e sospetti, soprattutto in un momento in cui l’Europa settentrionale è teatro di crescenti episodi di sabotaggio e violazioni aeree.
Intanto, poco prima dell’1 di notte, l’aeroporto di Copenaghen ha annunciato la riapertura tramite il proprio account X, avvertendo i viaggiatori di “ritardi e cancellazioni”. Nonostante ciò, migliaia di passeggeri hanno subito disagi, con conseguenze anche sulle coincidenze internazionali.

Sicurezza a rischio e il timore di una guerra ibrida
L’aeroporto di Copenaghen non è solo il principale scalo della Danimarca, ma anche uno degli hub più trafficati del Nord Europa. Una chiusura di poche ore ha quindi ripercussioni notevoli, in particolare sui collegamenti tra Europa e Asia.
L’episodio ha riportato al centro del dibattito il tema della sicurezza delle infrastrutture strategiche. Negli ultimi mesi, diversi aeroporti europei sono stati presi di mira non solo da droni ma anche da cyberattacchi. Il 20 settembre, ad esempio, un attacco informatico ai sistemi di check-in gestiti dal fornitore Collins Aerospace ha coinvolto scali come Heathrow, Bruxelles e Berlino, causando ritardi e cancellazioni.
Gli esperti di cybersicurezza parlano sempre più spesso di “guerra ibrida”: una combinazione di strumenti tecnologici e militari volta a destabilizzare e mettere sotto pressione infrastrutture critiche. Sebbene non ci siano prove di un legame diretto tra i droni avvistati a Copenaghen e l’attacco informatico, la coincidenza temporale alimenta i timori di strategie coordinate.
Il caso di Oslo, parallelo a quello danese, rafforza la percezione che la regione scandinava sia al centro di nuove tensioni geopolitiche. Fonti di sicurezza segnalano un aumento delle attività sospette attribuite alla Russia, incluse incursioni nello spazio aereo NATO.
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