Droni-baywatch per proteggere i bagnanti dagli squali
- Postato il 28 ottobre 2025
- Estero
- Di Agi.it
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Droni-baywatch per proteggere i bagnanti dagli squali
AGI - Chi non ricorda il terrore diffuso nel mondo quando, esattamente 50 anni fa, Steven Spielberg realizzò il suo primo capolavoro, 'Lo squalo'? In Europa in pochi avevano mai visto il terribile predatore. Ma c'è un Paese in cui convivere con gli squali è la regola: l'Australia.
Nel continente circondato dagli oceani Indiano e Pacifico, avere un incontro ravvicinato con uno squalo è piuttosto facile. E non sempre si è così fortunati da poterlo raccontare. Dall'inizio del nuovo millennio, infatti, in Australia sono morte 56 persone uccise dagli squali. Un numero molto alto se si pensa che è più del doppio rispetto al quarto di secolo precedente (27 decessi).
Secondo un database nazionale, dal 1791 in Australia sono stati registrati più di 1.280 incidenti con squali, di cui circa 260 mortali e, sebbene ancora relativamente rari, gli attacchi mortali sembrano essere in aumento. Secondo gli scienziati, le acque sempre più affollate e l'aumento della temperatura degli oceani, che sembrano influenzare i modelli migratori degli squali, potrebbero contribuire a un aumento degli attacchi, nonostante la pesca eccessiva stia decimando alcune specie.
Gli oceani australiani pullulano di squali, con i grandi squali bianchi in cima alla lista delle specie che potrebbero uccidere un essere umano. Ciononostante gli australiani affollano le spiagge e si tuffano in mare in gran numero: un sondaggio del 2024 mostra che quasi due terzi della popolazione ha effettuato un totale di 650 milioni di visite costiere in un solo anno.
Per proteggere le persone dagli squali le autorità hanno adottato un approccio su più livelli: impiego di droni, installazione di localizzatori acustici sugli squali in modo che possano essere rilevati dalle boe di ascolto vicino alle spiagge più frequentate, allerta in tempo reale della popolazione tramite un'app mobile e installazione di reti tradizionali. In alto sopra le spiagge di Sydney, dunque, i droni cercano i predatori del mare più letali al mondo, scrutando il movimento di una coda, il fruscio di una pinna o un'ombra che scivola tra le onde. I droni sono diventati una risorsa fondamentale e hanno individuato più di 1.000 predatori nell'ultimo anno mentre si aggiravano nelle acque costiere del New South Wales.
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