È morta Claudia Cardinale, la diva del cinema italiano che fece ballare il Gattopardo aveva 87 anni
- Postato il 23 settembre 2025
- Di Panorama
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C’era un tempo in cui l’Italia sapeva trasformare il cinema in mito, e le attrici in divinità. Claudia Cardinale era una di quelle rare creature che non avevano bisogno di cercare la luce dei riflettori: la portavano dentro. È morta il 23 settembre, a Nemours, vicino a Parigi, all’età di 87 anni. Con lei, negli ultimi momenti, i suoi figli. La sua scomparsa non è solo la fine di una vita, ma la chiusura di un’epoca: quella delle dive che sapevano incarnare un Paese intero e che, con la sola presenza, attraversavano il tempo.
Nata a Tunisi nel 1938, figlia di emigrati siciliani, Cardinale ha costruito la sua leggenda senza forzature. Voce roca, sguardo magnetico, bellezza mai addomesticata. Non era l’icona artificiale di Hollywood, ma la donna mediterranea che Fellini volle far parlare con la sua voce, che Visconti trasformò in nobildonna universale, che Mastroianni amò senza essere ricambiato, che Delon fece danzare ne Il Gattopardo.
Con la sua morte si spegne l’ultima diva autentica, l’attrice che ha saputo restare persona mentre intorno le star diventavano personaggi. Cardinale non recitava mai fuori dal set: viveva.
Dalla Tunisia a Venezia: un destino scritto
Il cinema entrò nella sua vita quasi per caso. Nel 1957 vinse il concorso di bellezza “La più bella italiana di Tunisia”, che le regalò un viaggio alla Mostra del cinema di Venezia. Sul Lido, appena diciottenne, fu impossibile non notarla: alta, fiera, con tratti che mescolavano l’Africa e la Sicilia, la ragazza attirò gli occhi di registi e produttori.
Il suo debutto arrivò nel 1958 con I soliti ignoti di Mario Monicelli, ma il ruolo che la consacrò come attrice fu in Un maledetto imbroglio di Pietro Germi. Poi la sua carriera corse come un treno: nel solo 1960 girò cinque film, tra cui Il bell’Antonio di Mauro Bolognini e Rocco e i suoi fratelli di Luchino Visconti.
Era chiaro a tutti: non era un’apparizione passeggera, era un destino scritto.
Visconti e Fellini: l’incoronazione
Luchino Visconti la volle in Il Gattopardo (1963). La scena del ballo con Alain Delon è rimasta impressa nella memoria collettiva: un valzer che non era solo danza, ma rappresentazione plastica della fine di un mondo e dell’inizio di un altro. Cardinale incarnava la nobiltà che resisteva e la modernità che avanzava, in un solo gesto.
Federico Fellini, invece, comprese l’essenza della sua unicità. In Otto e mezzo la fece recitare con la sua voce naturale, roca, piena di imperfezioni. Una scelta rivoluzionaria per un’epoca in cui il doppiaggio era la regola. Ma quella voce, così vera, così lontana dalla perfezione, divenne marchio di autenticità. Fellini l’aveva intuito: Claudia Cardinale non poteva essere filtrata.
Amori, leggende, icone
La sua vita privata si intrecciò spesso con i set. Marcello Mastroianni si innamorò di lei durante Il bell’Antonio, ma fu respinto. Con Jean-Paul Belmondo, conosciuto sul set di La viaccia e poi in Cartouche (1962), visse un amore appassionato che contribuì alla sua popolarità in Francia.
Ha lavorato con John Wayne, Sean Connery, Henry Fonda, Orson Welles. Con Alain Delon formò una delle coppie cinematografiche più iconiche della storia. Per Pasquale Squitieri, con cui ebbe una lunga relazione sentimentale, interpretò Claretta Petacci nel film Claretta. Sempre, davanti alla cinepresa, sapeva essere magnetica.
Premi, riconoscimenti e memoria
Tre David di Donatello, tre Nastri d’argento, un Leone d’oro alla carriera a Venezia nel 1993, un David alla carriera nel 1997. I premi raccontano una parte, ma non la sostanza. Claudia Cardinale è stata, insieme a Sophia Loren e Gina Lollobrigida, una delle poche attrici italiane capaci di conquistare il mondo.
Era la bellezza mediterranea che non si poteva dimenticare, ma soprattutto era l’attrice capace di attraversare ogni ruolo: ragazza fragile, nobildonna, amante ribelle, simbolo politico. Non c’era parte che non sapesse rendere viva.
L’eredità di un mito
Claudia Cardinale lascia un’eredità fatta di cinema, ma anche di libertà. Era un’icona che non accettava di essere ingabbiata nei cliché. La sua voce roca, il suo modo di occupare lo spazio senza chiederlo, il suo magnetismo silenzioso hanno segnato generazioni di spettatori.
Con la sua morte, non scompare soltanto un’attrice: scompare un pezzo della storia culturale del Novecento. Il cinema italiano perde la sua ultima vera diva, ma la memoria resta intatta. Ogni volta che si rivedrà quella scena del ballo ne Il Gattopardo, ogni volta che si ascolterà la sua voce roca in Otto e mezzo, Claudia Cardinale sarà di nuovo lì: bellissima, giovane e antica, bambina e donna insieme, misteriosa e autentica.