“Ecco perché la spesa non vi arriva al piano: lavoro non pagato e niente tutele”. La voce dei driver (in sciopero) che consegnano per Esselunga
- Postato il 30 aprile 2025
- Lavoro
- Di Il Fatto Quotidiano
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“Le nostre vite valgono più di una spesa”. Questa mattina a Limito di Pioltello, i driver delle ditte in appalto che consegnano la spesa per Esselunga hanno portato questo striscione di fronte alla sede legale del colosso della grande distribuzione nel Milanese. Da oltre dieci giorni stanno scioperando insieme alla Filt Cgil per chiedere “condizioni di lavoro dignitose e nel rispetto del contratto nazionale, in particolare per quanto riguarda salute e sicurezza”. La vertenza riguarda 1200 lavoratori in tutta Italia di cui 700 in Lombardia. Assunti dalle ditte di trasporto con il contratto dei trasporti ma “l’80 per cento del nostro lavoro è facchinaggio, caricare e scaricare la spesa. E questo non viene pagato né tutelato”. Ritmi elevati “che non consentono neanche di fare i bisogni fisiologici”. E pesanti. “Immagina di fare cinque piani di scale con 4 casse da due litri d’acqua, vuole dire portare 50 chili per volta, anzi magari più volte”. Ma i problemi non si limitano a questo. I lavoratori denunciano “furgoni sovraccarichi oltre la norma che rappresentano un rischio per la sicurezza dei lavoratori”. Di fronte a tali richieste, la Filt Cgil Lombardia denuncia il silenzio di Esselunga che però ha scelto di inviare un messaggio a tutti i suoi clienti. “A causa dello sciopero in corso indetto dalla Filt Cgil Milano nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), sta affrontando gravi disagi operativi. “Questa situazione – spiega l’azienda – ha compromesso in modo significativo la nostra capacità di garantire ai clienti il servizio e-commerce nell’area di Milano a discapito in particolare di persone anziane e in stato di fragilità per cui il servizio è indispensabile. Inoltre, la protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne di svolgere il proprio lavoro”. E così ha annunciato la cassa integrazione per 200 dipendenti del magazzino di Milano. Per il sindacato Filt Cgil Milano Lombardia si tratta di “un modo per cercare di dividere i lavoratori facendo pagare lo scotto ai lavoratori diretti e minacciando la cassa integrazione per altri cinquecento lavoratori in tutta la Lombardia. Lo sciopero continuerà fino a quando Esselunga non ci darà un incontro e non si renderà parte attiva e responsabile della vertenza”.
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