"Chi siede davanti, accanto al conducente, ha i privilegi del tiratore". Si diceva così ai tempi del Far West, quando il passeggero di fianco alla guida della diligenza godeva della miglior vista senza le responsabilità del vetturino, anche se spesso era costretto a imbracciare un fucile per difendere la corsa da eventuali assalti. Era insomma il posto più ambito, ma al giorno d'oggi per l'auto è ancora così?
Forse... Molti studi dimostrano infatti che non tutti i sedili offrono lo stesso grado di protezione e che, in caso di urto, il punto in cui ci si trova può fare la differenza tra un infortunio grave e uno evitato.. Posto centrale. Secondo diverse ricerche, il sedile posteriore centrale è il più sicuro. Essendo più lontano dalle portiere, riduce il rischio di intrusioni in caso di impatto laterale e offre una maggiore "zona cuscinetto" rispetto ad altri posti.
A suggerirlo per prima fu una vecchia analisi su tutti gli incidenti mortali avvenuti negli Stati Uniti tra il 2000 e il 2003, condotta dalla National Highway Traffic Safety Administration's, che evidenziò come chi siede sul sedile posteriore centrale avesse in media il 25% di probabilità in più di sopravvivere rispetto agli altri occupanti dell'auto.
Studi più recenti lo hanno confermato, sottolineando come la differenza sia ancora più marcata per i bambini sotto i 3 anni, che hanno un rischio di lesioni ridotto di addirittura il 43% se posti al centro rispetto alle postazioni laterali.
Inoltre, fino ai 13 anni, gli esperti raccomandano di non far mai sedere un giovanissimo sul sedile davanti, poiché gli airbag sono progettati per corpi adulti e possono diventare pericolosi se esplodono a 300 km/h contro ossa ancora fragili.. Inversione di tendenza. Lo stesso studio rilevò che stare su un sedile posteriore riduceva il rischio di morte del 39% e di lesioni gravi del 33% rispetto a sedere nella parte anteriore dell'auto.
Recentemente però, l'evoluzione dei sistemi di sicurezza – più avanzati ed efficaci per chi guida e per chi siede al suo fianco – ha ribaltato la situazione. Ad affermarlo sono i ricercatori dell'Università di Kobe, in Giappone, che hanno rilevato come la probabilità di decesso per chi siede dietro sia oggi tra il 22% e il 44% maggiore rispetto a quelli che siedono davanti.
I dati evidenziano poi come, tra i due sedili anteriori, ci sia un sostanziale bilanciamento del rischio, sebbene quello del guidatore si faccia leggermente preferire, per la presenza del volante che rappresenta, in alcuni casi, una ulteriore barriera protettiva aggiuntiva piuttosto che un ostacolo.. Scelta del veicolo. Ovviamente, non conta solo dove ci si siede, ma anche la tipologia di auto. Le normative di sicurezza fissano standard minimi, ma non tutte le vetture si equivalgono: alcune offrono protezioni avanzate, altre si limitano all'indispensabile per poter essere vendute a un costo inferiore.
È importante, per esempio, verificare la presenza di airbag a tendina che coprano tutte le file di sedili: in molti SUV o monovolume sono previsti solo per la prima fila. Tali sistemi riducono notevolmente i traumi da urto laterale e sono sicuri anche per i bambini (a patto che siano assicurati nel seggiolino o con la cintura).
A questo si aggiunge il ruolo dei crash test indipendenti, come quelli condotti da Euro NCAP, che permettono di confrontare in modo oggettivo le prestazioni dei diversi modelli e orientarsi verso le opzioni più affidabili.. Vetri e tetto. Un altro dettaglio cruciale riguarda i materiali: meglio privilegiare auto con vetri laterali laminati, composti da due strati di cristallo e una pellicola di plastica interna che impedisce alla superficie di frantumarsi in migliaia di schegge.
Questo tipo di vetro è obbligatorio solo per i parabrezza, ma nelle vetture più curate si estende anche ai finestrini e ai tettucci panoramici. Infine c'è la resistenza del tetto, decisiva in caso di ribaltamento:
il valore ottimale è un rapporto forza/peso di almeno 4, cioè la capacità di sostenere quattro volte il peso del veicolo senza cedere. Alcuni modelli più sicuri arrivano persino a 5, garantendo una struttura che limita il rischio di schiacciamento..