Edilizia, lavoratori stabili ma segnali di flessione: “Servono grandi opere e contributi ai privati”
- Postato il 29 agosto 2025
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- Di Genova24
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Genova. L’edilizia tiene a Genova, almeno per ora, nonostante l’esaurirsi della spinta legata al Superbonus negli ultimi anni. È quanto evidenziano gli ultimi dati della cassa edile riferiti al semestre tra ottobre 2024 e marzo 2025: pressoché stabile il numero di lavoratori, passati da 12.525 a 12.496 nel giro di un anno, con una massa salari che invece è cresciuta da 79,6 milioni a 82,9 milioni di euro rispetto allo stesso del 2023-2024.
“Il settore sta continuando ad andare bene, ma la nostra paura è che inizi a verificarsi una flessione – avverte Andrea Tafaria, segretario generale della Filca Cisl Liguria -. L’effetto Superbonus è finito e molte imprese che erano arrivate da fuori, in particolare Piemonte e Lombardia, sono andate via. D’altra parte sono stati assunti molti operai per il Terzo Valico e le altre opere ferroviarie, questo ha permesso di compensare. Però adesso bisogna stare attenti a non perderli”.
Un leggero calo, in effetti, si nota non solo nella cifra dei lavoratori totali, ma anche in quella delle imprese: in totale 1.790 nel semestre, mentre erano 1.823 un anno prima. Il dato medio di quelle attive contemporaneamente è passato da 1.605 a 1.546. Pressoché uguali, invece, le ore lavorate con una differenza di quasi 3mila su oltre 7 milioni.
Due sono i fattori che nei prossimi anni dovranno garantire la continuità occupazionale, secondo il sindacato: “Le grandi infrastrutture devono andare avanti – afferma Tafaria -. Se si ferma la metropolitana di Genova e bisogna riappaltarla, se ne riparlerà tra due o tre anni. La Gronda non parte, il tunnel della Fontanabuona è in ritardo. Ad oggi il settore regge soprattutto grazie a Terzo Valico, Diga, scolmatore del Bisagno, nodo ferroviario, Waterfront di Levante e messa in sicurezza delle autostrade. Ma alcuni di questi cantieri chiuderanno e nel 2026 le opere finanziate dal Pnrr dovranno essere completate”
L’altro grande filone è quello dei privati: “Come Filca chiediamo tavoli politici e tecnici per far partire i lavori sulle case green secondo le direttive dell’Unione europea“, spiega Tafaria. La norma – lo ricordiamo – prevede la riduzione del consumo energetico degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035. Al momento, però, la spinta all’efficientamento sembra essersi arrestata, complici le difficoltà economiche. “I condomini non fanno più investimenti su facciate e tetti. Senza contributi pubblici nessuno riesce a spendere. Bisogna dare fondi ai privati, sperando che non vengano destinati invece agli armamenti”.
Il timore degli addetti ai lavori è che entrambi i fronti restino bloccati, vanificando il balzo in avanti compiuto negli ultimi anni per stabilizzare un settore travolto dalla crisi del 2008. “Per questo vogliamo coinvolgere le associazioni datoriali, la politica e le istituzioni – riprende il segretario regionale della Filca Cisl -. È necessario riqualificare i lavoratori che perderanno il lavoro e inserire nuovi giovani, perché a breve avremo molti pensionamenti”.
Eppure l’appeal delle costruzioni resta scarso tra le nuove generazioni. La Scuola edile genovese ha difficoltà a completare la classe del primo anno. I ragazzi che scelgono di intraprendere questa strada sono nell’ordine delle decine e sono quasi tutti stranieri. “La gente diffida del nostro settore, anche se le retribuzioni sono ottime – lamenta Tafaria -. Un manovale al primo impiego percepisce 1.400-1.500 euro al mese. Non parliamo di quanto possono guadagnare un operaio specializzato o un idraulico. Dobbiamo rilanciare la Scuola edile, sponsorizzarla e farla percepire come un vero istituto professionale, non come un ripiego”.
Tra gli obiettivi sindacali c’è anche la piattaforma per il rinnovo del contratto provinciale. “Se si stabilizza il nostro settore c’è tutto l’indotto dietro – conclude il sindacalista della Filca -. Ma se il privato si ferma tutto e il pubblico non va, rischiamo di perdere quanto abbiamo guadagnato. Il comparto sta cambiando e non è più quello di una volta, non dobbiamo farci trovare impreparati”.