Educazione sessuale, partiti scatenati: vale più il maestro o i genitori? a che età aprire gli occhi ai bambini?

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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È successo il finimondo ieri alla Camera quando si è parlato di educazione sessuale.

Il ministro  Giuseppe Valditara è stato accusato dall’opposizione, lui ha replicato con un “Vergognatevi” rivolto alla platea dei suoi accusatori.

Sul tema sono mesi che se ne discute senza venirne a capo: bisogna insegnare a scuola come finisce l’amore tra un maschio e una femmina e quindi anche tra moglie e marito?

I progressisti (o presunti tali) non hanno dubbi: sono necessarie questo tipo di lezioni per evitare che un fanciullo lo impari di nascosto, magari parlando con un amichetto più scafato.

L’alleanza che guida il Paese è più cauta: non è contraria a introdurre questa materia dalla media in su; si oppone se anche alle elementari si desse ai docenti la possibilità di parlarne apertamente.

Tutti noi siamo stati fanciulli ed abbiamo attraversato il trapasso fra la fantasia e la realtà. Si credeva alla cicogna: il fratellino o la sorellina potevano arrivare di giorno o di notte trasportati da quel bellissimo esemplare di uccello.

La prima educazione dai compagni

Educazione sessuale, partiti scatenati: vale più il maestro o i genitori? a che età aprire gli occhi ai bambini? ragazzi al cellulare
Educazione sessuale, partiti scatenati: vale più il maestro o i genitori? a che età aprire gli occhi ai bambini? (foto ANSA) – Blitz quotidiano

Poi, all’improvviso abbiamo saputo forse con stupefazione discutendone con i coetanei che ne sapevano di più. Segreti di quella età che ci faceva credere che anche la Befana o Babbo Natale arrivavano di notte a portare i loro regali a chi era stato buono e ubbidiente, cenere e carbone a quanti si erano comportati disubbidendo, magari con qualche marachella in più.

Ora questo tipo di educazione verrebbe travolta dal modernismo: stupido e inopportuno lasciare che i fanciulli scoprano i segreti di nascosto; meglio istruirli a scuola con le dovute cautele. In pratica dovrebbero essere soltanto il maestro o la maestra ad indirizzarli verso una realtà che ignoravano.

Sono anni che si ripete a ragione che scuola e famiglia debbono lavorare insieme per formare in maniera adeguata le nuove generazioni. D’accordo, questo è un principio basilare che si deve accogliere senza il minimo dubbio. Se però il compito sarà assegnato soltanto ad uno di questi soggetti sorge qualche perplessità che ci deve far riflettere.

È vero che il docente a quella età assume una importanza particolare, ma è altrettanto vero che padre e madre rappresentano un caposaldo che non può essere messo in un cantuccio. I genitori seguono il loro bambino fin dalla nascit, ne conoscono i pregi ed anche i difetti. Assai di più di un insegnante che passa poche ore alla settimana con i propri alunni. Senza contare che quel professore o quella professoressa potrebbero non essere in grado di spiegare quella lezione lontani dai pregiudizi e dalle convinzioni ideologiche.

Il peso dei genitori

Quel che si vuole sottolineare è che questo è un compito che dovrebbe spettare principalmente ai genitori di quel fanciullo, perché lo conoscono bene, sanno qual è il suo carattere, le ripercussioni che potrebbe avere da un’ora o più di lezione trascorse a scuola. Ecco perché riteniamo che un compito così difficile non debba escludere più o meno gli “educatori numero uno” del soggetto che deve imparare argomenti a lui assolutamente sconosciuti. Aggiungiamo che da un punto di vista politico, invece che litigare e anche ingiuriarsi in Parlamento si dovrebbe trovare una strada assolutamente favorevole a chi ignora il principio principale della vita.

Ieri, finalmente, maggioranza e opposizione si sono trovati d’accordo su un altro tema molto delicato che riguarda sempre il sesso. Giorgia Meloni ed Elly Schlein non hanno avuto un attimo di titubanza nel riconoscere che quando non c’è consenso nella coppia si è davanti ad uno stupro ed il colpevole ne deve pagare tutte le conseguenze del caso.

È stata una novità assoluta nella speranza che in futuro questa coesione avvenga quando si tratta di affrontare i problemi più delicati del Paese che altrimenti non avrà futuro. Le minoranze non debbono dimenticare che il loro compito è quello di essere il cane da guardia della situazione, ma in certi casi di assoluta necessità sarebbe bene sedersi attorno ad un tavolo e trovare un denominatore comune che possa favorire l’accordo.

Se, come si dice, l’inferno è pieno di buone intenzioni facciamo in modo che anche le Camere del nostro Paese, tra le fiamme infuocate trovino l’acqua necessaria per spegnere l’incendio.

Presto si andrà al voto in tre regioni importanti come Veneto, Puglia e Campania si  va alla ricerca di un qualsiasi appiglio che possa mettere KO l’avversario.

È comprensibile comeè il lavorio sotterraneo che fin da adesso le forze che si contrappongono studino le mosse per il futuro. La destra fa più che un pensierino al Quirinale (con Giorgia Meloni, grande favorita); a sinistra si cerca una persona in grado di trovare finalmente un patto che unisca il Pd e i suoi cespugli, 5Stelle permettendo. Vuol dire che è già cominciato il dopo Schlein?

Siamo ultrafelici che finalmente ci sia qualcuno in grado di andare contro l’intelligenza artificiale. È un barbiere di una cittadina italiana il quale va ripetendo a destra e a manca che i capelli come li taglia lui non c’è intelligenza artificiale che tenga. È un conservatore o una persona pratica?

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Autore
Blitz

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