El Torcal de Antequera, il labirinto di pietra scolpito dalla natura
- Postato il 29 giugno 2025
- Posti Incredibili
- Di SiViaggia.it
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A pochi chilometri dalla città andalusa di Antequera, tra paesaggi assolati e silenzi irreali, si apre un mondo che appartiene a un’altra era: El Torcal de Antequera non è soltanto una riserva naturale ma un autentico capolavoro geologico, un frammento di passato che ha resistito al tempo e che oggi regala a chi lo visita un’esperienza quasi mistica.
Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, l’ammaliante angolo di terra calcarea si estende per circa 20 chilometri quadri tra Antequera e Villanueva de la Concepción, in una zona che un tempo giaceva sotto le acque dell’oceano.
Un paesaggio scolpito dall’eternità
È difficile immaginare che il luogo oggi attraversato da escursionisti e fotografi fosse, oltre 150 milioni di anni fa, il fondo marino di un antico oceano.
Durante il periodo Giurassico, sedimenti calcarei si accumularono lentamente, formando strati che, con il passare delle ere geologiche e i movimenti tettonici, furono sollevati e modellati dagli agenti atmosferici: il risultato è un paesaggio carsico di rara suggestione, in cui le rocce si ergono come sculture naturali, con forme surreali che stimolano la fantasia, come torri, ponti, animali pietrificati.
Vita tra le rocce: un ecosistema sorprendente
Nonostante l’aspetto severo e quasi lunare, El Torcal pullula di vita.
La vegetazione, tenace e adattata a condizioni estreme, include piante rupestri, pascoli resistenti e un numero notevole di specie rare. L’edera domina in particolare nella zona del Torcal Alto, arrampicandosi senza sosta sulle pareti rocciose.
Ma è la fauna, forse, a stupire davvero: il cielo è solcato da grifoni e aquile reali, mentre nei crepuscoli silenziosi si possono udire i richiami di gufi reali, civette e gheppi. Tra i cespugli e le fessure delle rocce, si aggirano volpi, donnole, tassi e conigli, mentre lucertole variopinte e serpenti innocui scivolano tra le ombre. È un microcosmo selvaggio, in perfetto equilibrio con l’ambiente che lo ospita.
Una storia umana che affiora dalla roccia
L’uomo non è mai stato estraneo alle montagne pietrificate dell’Andalusia: le tracce della presenza umana risalgono addirittura alla preistoria.
Le grotte della Cuerda e di Marinaleda, così come la Sima del Hoyo e gli insediamenti dell’Hoyo del Francés e del Tambor, testimoniano una lunga frequentazione del sito, resa possibile forse proprio dalle caratteristiche geografiche del luogo, protetto e ricco di risorse.
Resti di epoca romana e araba raccontano di un passato più recente, mentre l’ultimo villaggio abitato, Las Sepulturas, sopravvisse fino al secolo scorso, e ormai lascia dietro di sé soltanto ruderi e memorie.
Escursioni tra sogno e fatica

Esplorare El Torcal significa lasciarsi sorprendere a ogni passo. I tre sentieri principali, lunghi rispettivamente 1,5 chilometri, 2,5 chilometri e 4,5 chilometri, propongono vari livelli di difficoltà ma un’unica, costante promessa: panorami che sembrano appartenere a un dipinto visionario.
Nonostante le asperità del terreno, l’escursione è ampiamente ripagata dalla bellezza che si dischiude tra una curva e l’altra. Non vi sono barriere né distrazioni moderne: la natura si presenta in tutta la sua autenticità, priva di artifici.
Al centro del parco, il centro visitatori del Torcal Alto accoglie escursionisti e curiosi con uno spazio ben organizzato e rispettoso dell’ambiente. È il punto di partenza ideale per chi desidera approfondire la conoscenza del sito grazie a mostre, mappe e materiale divulgativo.
Nelle giornate di maggiore affluenza, il traffico dei veicoli è limitato per tutelare l’ecosistema, ma un servizio navetta permette comunque di raggiungere in tutta comodità il cuore dell’area, da cui si diramano i percorsi escursionistici, ognuno pensato per far vivere un’esperienza totale al cospetto di cotanta meraviglia.