Eleganti, sorprendenti, gustosi: ecco gli hotel dove soggiornare (e mangiare) a Madrid
- Postato il 19 agosto 2025
- Lifestyle
- Di Forbes Italia
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Mandarin Oriental Ritz
Per chi cerca l’esperienza più esclusiva, il Mandarin Oriental Ritz è un’icona della Belle Époque madrilena e simbolo del lusso classico reinterpretato in chiave attuale. L’hotel aprì le sue porte nel 1910, su impulso di re Alfonso XIII, che desiderava dotare la capitale di un grande albergo capace di competere con le migliori strutture europee. Progettato dall’architetto francese Charles Mewès, già autore del Ritz di Parigi e di Londra, divenne presto il punto di riferimento per teste coronate, diplomatici, artisti e celebrità di passaggio a Madrid. Dopo oltre un secolo di storia, un attento restauro ne ha preservato il fascino originario e i dettagli d’epoca, integrati con servizi e comfort contemporanei.
La vera attrazione, oggi, è la proposta gastronomica guidata dal tre stelle Michelin Quique Dacosta, uno degli chef spagnoli più innovativi e celebrati. All’interno dell’hotel, i ristoranti sono diversi e complementari: Deessa, tempio della cucina creativa; Palm Court, per colazioni e tè pomeridiani; Pictura, bar dal design contemporaneo.
Ma per chi fosse in città durante la stagione calda, l’indirizzo da non perdere è El Jardín del Ritz, un’oasi verde nel cuore della città. Il menu di El Jardín del Ritz, ideato da Dacosta, è pensato per essere condiviso e racconta una Madrid cosmopolita. Accanto a classici come il jamón ibérico con pan de aceite o le croquetas melosas, troviamo piatti dal respiro internazionale, come la gamba bianca al josper con shichimi togarashi, il ceviche di lubina con leche de tigre di carciofo (firmato da un altro grande chef, il peruviano Gastón Acurio, che ha curato la parte latina del menù) o la brocheta di wagyu con sumac e sale alla vaniglia.
Oltre alla cucina, il Ritz offre anche una selezione di cocktail d’autore riunita sotto il titolo Leyendas del Ritz, un omaggio alle personalità che hanno lasciato il segno nella storia dell’hotel. Ogni drink è ispirato a un personaggio e alla sua epoca: “The Cure” (Alexander Fleming) con Campari, liquore di mandarino e bitter di pomelo; “The Peace” (Nelson Mandela) a base di gin, fiori di sambuco e gelato al cocco; “El Piano” (Frank Sinatra) con rum invecchiato e liquore al caffè; “Laurent’s Garden” (Yves Saint Laurent) che unisce vino fino di Jerez, liquore di mela verde e cava. Non mancano omaggi a icone come Liz Taylor, Sophia Loren, Grace Kelly e persino Salvador Dalí, il cui Moët & Chandon viene unito a Agua de Valencia e azoto liquido per un effetto scenografico.
Gran Meliá Fénix
Nel raffinato quartiere di Salamanca, tra boutique di moda, gallerie d’arte e caffè storici, il Gran Meliá Fénix è da decenni uno degli hotel simbolo dell’ospitalità madrilena. Inaugurato nel 1953, ha accolto nel tempo numerose personalità internazionali, da Cary Grant a Rita Hayworth, fino a membri di case reali e capi di Stato. Tra gli ospiti più celebri, sicuramente i Beatles che qui vennero nell’estate del 1965, per il loro primo e unico concerto madrileno, dove tennero anche la conferenza stampa e parteciparono ad una curiosa promozione del vino Jerez. L’episodio, immortalato da giornali e fotografi, ha consegnato l’albergo alla memoria pop spagnola.
Oggi, oltre a camere e suite che combinano eleganza classica e comfort contemporaneo, il Gran Meliá Fénix è noto anche per la sua offerta gastronomica interna, guidata dal ristorante giapponese che propone piatti pensati per essere condivisi, serviti in tre aree diverse — la cucina principale, il sushi counter e la robata grill — ciascuna con il proprio linguaggio. Assolutamenre da non perdere la robata tipica tecnica di grigliatura nipponica, che regala aromi intensi grazie alla cottura su carbone binchōtan. Il tutto in un ambiente dal design sofisticato, che unisce legno scuro e luci calde.
The Social Hub Madrid
A pochi minuti dal palazzo reale The Social Hub Madrid è un mondo a sé: metà hotel, metà spazio creativo, pensato per studenti, viaggiatori e professionisti in cerca di un luogo dove vivere, lavorare e socializzare.
Gli spazi comuni sono colorati, pieni di luce, animati da eventi e workshop; le camere combinano funzionalità e stile contemporaneo. Molto diverso dai lussuosi indirizzi precedenti, vale comunque la pena di essere provato per il mood informale, gli spazi di design e l’inclusività gastronomica. Il ristorante posto al piano terra, tra macchine da scrivere Olivetti appese alle pareti, è un luogo conviviale, con una proposta internazionale e un’attenzione particolare a vegetariani e vegani.
Sfogliando il menu, emerge una selezione che spazia dal comfort food reinterpretato alle proposte più leggere. Tra le opzioni vegetali, troviamo piatti come la hamburger di verdure e cereali servita con panino integrale e rucola, il burrito di falafel con riso, lattuga e salsa speciale della casa, o la berenjena asada al miso accompagnata da ajoblanco e sottaceti artigianali. Non mancano insalate creative, come quella di cetriolo marinato con avocado, sesamo, melone e peperoncino, o la ensalada de tomate con stracciatella, olio al cipollotto e pistacchi.
L’articolo Eleganti, sorprendenti, gustosi: ecco gli hotel dove soggiornare (e mangiare) a Madrid è tratto da Forbes Italia.