Elezioni regionali in Toscana: cosa c'è da sapere sulla sfida tra Giani e Tomasi
- Postato il 9 ottobre 2025
- Di Il Foglio
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Elezioni regionali in Toscana: cosa c'è da sapere sulla sfida tra Giani e Tomasi
Domenica 12 e lunedì 13 ottobre si tengono le elezioni regionali in Toscana per eleggere il nuovo presidente e per il rinnovo del Consiglio regionale, dopo le vittoria dei due presidenti uscenti del centrodestra Francesco Acquaroli nelle Marche e Roberto Occhiuto in Calabria e il trionfo dell'Union Valdôtaine in Valle d'Aosta. I seggi saranno aperti domenica dalle 7 alle 23 e lunedì dalle 7 alle 15.
Chi è Eugenio Giani, candidato del centrosinistra alle elezioni regionali in Toscana
Il candidato per il centrosinistra è il governatore uscente Eugenio Giani. L'esponente del Partito democratico è sostenuto da tutti i partiti del campo largo, tranne Azione: Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi-Sinistra e la lista Eugenio Giani presidente - Casa riformista che comprende Italia Viva, il Partito Socialista Italiano, il Partito Repubblicano e +Europa. Giani è stato consigliere comunale di Firenze dal 1994 al 2009 prima da membro del Partito socialista, poi tra le fila dei Socialisti italiani e dei Socialisti democratici e infine con il Partito democratico. Nel 2009 è diventato presidente del consiglio comunale del capoluogo fiorentino, mentre alle elezioni regionali del 2015 ha ricoperto la carica di presidente del consiglio regionale. Cinque anni dopo, ha vinto contro Susanna Ceccardi, sostenuta dalla Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, ottenendo il 48,6 per cento dei voti. Lo scarto con la leghista è stato di circa otto punti percentuali.
Chi è Alessandro Tomasi, candidato del centrodestra alle elezioni regionali in Toscana
Primo sindaco di destra della storia di Pistoia dal 1948, Alessandro Tomasi è il candidato per il centrodestra ed è appoggiato da Fratelli d'Italia, di cui dal 2024 è coordinatore regionale, Forza Italia, Lega, Noi moderati-Civici per Tomasi e la lista civica “E' ora!-Tomasi presidente”. Dopo aver militato in Azione giovani, la giovanile di Alleanza nazionale, Tomasi è stato eletto consigliere comunale della sua città, Pistoia, prima nel 2007 con An e poi nel 2012 con il Popolo della libertà. Dal 2013 è entrato a far parte del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ha sconfitto per due volte i candidati sindaci del centrosinistra: nel 2017 ha vinto al ballottaggio contro il sindaco uscente Samuele Bertinelli e nel 2022 con il 51,49 per cento delle preferenze contro Federica Fratoni, che è stata la prima donna a diventare presidente della provincia di Pistoia.
Chi è la terza candidata alle elezioni regionali in Toscana
L'outsider di queste elezioni è Antonella Bundu, candidata con la lista di sinistra radicale Toscana Rossa che riunisce Rifondazione comunista, Potere al popolo e Possibile. Durante la campagna elettorale, ha ricevuto sui social insulti razzisti a causa del colore della sue pelle, ma ha risposto postando su Facebook una foto con una banana in mano. "In foto un'italiana che gentilmente offre una banana a quelli che hanno imparato a tirargliela", ha scritto nel post. Nel 2019 si è candidata alla carica di sindaca di Firenze con una coalizione di liste civiche e partiti di sinistra. Non è stata eletta, ma i voti ottenuti (7,29 per cento) le hanno permesso di entrare in Consiglio comunale.
Come arriva il campo largo a queste elezioni
La candidatura di Eugenio Giani ha causato qualche problema nel campo largo. La segretaria del Partito democratico Elly Schlein aveva pensato al segretario regionale dem Emiliano Fossi per sostituire il governatore uscente. Ma subito Giani ha fatto sapere alla leader che senza di lui la vittoria non sarebbe stata certa: “Qui non c’è più il voto rosso delle vecchie sezioni del Pci, la vittoria non è scontata. Tomasi è primo per gradimento tra i sindaci toscani: nel confronto con me non sfonda, con altri non so”. E dopo giorni di retroscena e appelli in suo sostegno, alla fine è riuscito a spuntarla. Il suo nome non piaceva però al Movimento 5 Stelle perché troppo moderato, anche per questo negli ultimi cinque anni il partito di Conte è stato all'opposizione in consiglio regionale. Ma ad agosto il leader M5s ha ufficializzato l'appoggio al candidato del Pd, chiarendo che si trattava di un "sacrificio enorme". Fra gli obiettivi programmatici dell'accordo di coalizione c'è anche l'introduzione di un reddito di cittadinanza regionale, cavallo di battaglia pentastellato. Subito dopo però si è tirato fuori Carlo Calenda, proprio per la presenza nella coalizione dell'ex premier e soprattutto della sua vicepresidente Paola Taverna. “Noi come Terzo Polo - ha detto il leader di Azione - abbiamo fatto la campagna elettorale per il rigassificatore di Piombino, contro il reddito di cittadinanza, per le infrastrutture e lo sviluppo, e adesso che facciamo? Per due posti in Consiglio regionale ci inchiniamo ai diktat dei Cinque stelle?”. E ancora: “Non c’è niente da trattare, noi siamo fuori”.
Il problema Vannacci nella Lega
Dopo le vittorie nette nelle Marche e in Calabria, in Toscana il centrodestra sa di avere poche speranze perché gioca in una regione storicamente rossa. Ed è per questo motivo che la coalizione ha puntato su un candidato moderato come Alessandro Tomasi, tanto moderato che ha inaugurato la mostra su Berlinguer insieme a Giani e ha anticipato il governo su Gaza: “Io sono per il riconoscimento della Palestina”. Ma la presenza dell'europarlamentare e vicesegretario della Lega Roberto Vannacci è stata un bel grattacapo per il partito di Salvini e per tutto il centrodestra. Alcuni mesi fa il segretario del Carroccio lo ha nominato responsabile della campagna elettorale per la Toscana e gli ha dato l'incarico di definire le liste con cui il Carroccio si sarebbe presentato alle elezioni. I leghisti toscani hanno accusato l'ex generale di aver imposto i suoi candidati e non quelli espressione del territorio e hanno temuto una "vannacizzazione" del partito. Dopo la chiusura delle urne si capirà se in Toscana c'è stato o meno un effetto Vannacci, che intanto punta al 10 per cento sia per evitare il sorpasso di Forza Italia sia per poter eleggere quattro consiglieri e non solo i due vannacciani. Qualunque sia l'esito, è un fatto che la campagna elettorale di Tomasi si sia dovuta sdoppiare: contro il candidato di centrosinistra e contro l'ex generale. Quando Vannacci ha pubblicato un post sessista contro un’assessora della giunta Giani, il candidato di centrodestra ha risposto: “Non condivido radicalmente”.