Elezioni regionali: la Toscana rimane a sinistra, boom di astensioni
- Postato il 13 ottobre 2025
- Di Panorama
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E al terzo tentativo, il cosiddetto “campo largo” può finalmente sorridere. Un sorriso amaro, certo, perché in fin dei conti il voto regionale in Toscana è sempre stato pura formalità, visto che dall’introduzione delle elezioni regionali nel lontano 1970 la Toscana è stata sempre amministrata dalla sinistra.
Stando alle proiezioni del Consorzio Opinio Italia per Rai, il governatore uscente Eugenio Giani, sostenuto da Pd, Avs e M5s, avrebbe ottenuto all’incirca il 54,6% delle preferenze, lo sfidante del centrodestra Alessandro Tomasi si fermerebbe invece al 40,6%.
L’affluenza si è attestata intorno al 47,7% degli aventi diritto, un record negativo e in sensibile calo rispetto al 62,6% delle scorse elezioni regionali del 2020. Per quanto riguarda i singoli partiti, il Pd si conferma al primo posto, con oltre il 30% delle preferenze, seguito da Fratelli d’Italia; da segnalare anche il buon risultato di Avs e Forza Italia, entrambi vicini al 10%, chiudono la Lega e un deludente Movimento 5 Stelle.
Può comunque esultare il Presidente uscente, che sui social esulta: “Per me è una straordinaria soddisfazione, vi ringrazio tutti. Ritengo che questo risultato indichi una Toscana che decide con autonomia, col suo cervello e con i valori che questa regione esprime: libertà, democrazia e valori di giustizia sociale”.
Giani rieletto nonostante Elly Schlein
La riconferma di Eugenio Giani rappresenta certamente una vittoria per il centrosinistra, ma altrettanto certamente una vittoria che non va ascritta ad Elly Schlein. Al contrario, è stata un’acrobazia politica di cui lo stesso Giani è stato regista, riuscendo a tenere insieme una coalizione ampia e litigiosa, il “campo largo”, che andava dal Movimento 5 Stelle alla componente più moderata di Matteo Renzi.
Elly avrebbe anzi volentieri mandato in panchina Giani, preferendo un candidato più allineato. Tuttavia, l’incarico è andato a lui, un politico di lungo corso con un profilo più tradizionale, e la sua vittoria è servita al cosiddetto “campo largo” come scialuppa di salvataggio dopo le recenti (e nette) sconfitte patite nelle Marche e in Calabria.
M5S, da oppositore a sostenitore di Giani
Va poi sottolineata la scelta del Movimento 5 Stelle di sostenere Giani. Il Movimento, infatti, era stato fieramente all’opposizione negli ultimi cinque anni, proprio contro quell’Eugenio Giani che ora supporta.
Questo sostegno non è stato né immediato né entusiasta, anzi, inizialmente Giuseppe Conte, leader del M5S, aveva addirittura evitato di incontrare Giani, per poi essere persuaso dalla stessa Schlein nella logica di dare un «segnale di unità».
La mossa di Renzi
Va poi segnalata l’abile mossa di Matteo Renzi. La sua lista, che riunisce Italia Viva, +Europa e i Socialisti, ha scelto di presentarsi con il nome “Eugenio Giani Presidente – Casa Riformista”. Questa scelta ha permesso all’ex premier di agganciare la propria immagine a quella del candidato più favorito, cercando di assorbirne la popolarità (e i voti), una mossa che, a giudicare da risultati, sembra aver dato i suoi frutti.
La Lega non sfonda
Per il partito di Matteo Salvini, nonostante la presenza del generale Roberto Vannacci come coordinatore regionale della campagna, non si è registrato un “effetto Vannacci” in grado di trainare la Lega. Gli exit poll e gli instant poll posizionano la lista della Lega in una fascia tra il 4,5% e il 6,5%.