Elisa Claps, San Gerardo riaccende il caso Trinità

  • Postato il 2 giugno 2025
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Elisa Claps, San Gerardo riaccende il caso Trinità

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La sosta del vescovo durante la processione con l’inchino della statua di San Gerardo davanti la chiesa della Santissima Trinità riapre le ferite; Gildo Claps: «E la targa in onore di don Mimì?»


NON è riuscito nemmeno San Gerardo a ricucire la spaccatura della comunità potentina sul delitto della Trinità.
E’ bastata una sosta della tradizionale processione con la statua del santo, infatti, per riaprire le ferite di Gildo Claps, fratello della sedicenne Elisa che a settembre del 1993 venne uccisa nel sottotetto del tempio di via Pretoria, e vi è rimasta nascosta per 17 anni. Lì dove venerdì sera sono entrati per una breve preghiera il vescovo di Potenza, Davide Carbonaro e il cardinale Angelo De Donatis.

A sollevare il caso è stata la testata online Basilicata24, raccogliendo anche una dichiarazione di Gildo Claps, che dalla riapertura della chiesa chiede la rimozione dal suo interno della targa celebrativa di don Mimì Sabia. Il parroco in carica quando sparì Elisa Claps, a cui più volte i familiari della ragazza hanno rimproverato di non aver fatto abbastanza.
«Se questo è il nuovo corso della Chiesa potentina, prendiamo atto che nulla cambia». Queste le parole di Gildo Claps a Basilicata 24. «Questo evidentemente era il segnale che si aspettava la città. Eppure l’unica cosa che la famiglia Claps ha chiesto al nuovo vescovo è la rimozione della targa a don Mimì che non mi risulta rimossa».

Ieri sul caso è intervenuta anche la referente di Libera Potenza, Marianna Tamburrino.
«Due anni fa i Portatori del Santo s’inchinarono davanti a quel luogo per omaggiare Elisa restandone fuori». Ha sottolineato la referente dell’associazione antimafia. «Oggi, quel luogo che avevamo chiesto diventasse rifugio per vittime di violenza, è meta di pellegrinaggio di pochi, pochissimi fedeli e turisti del macrabo. Oggi apprendiamo che quel sepolcro è stata meta di “preghiera”. Eppure, quella piazza, li dove c’è quella targa dedicata ad Elisa, è stata ed è luogo di preghiera, di vera riconciliazione, perché come Matteo l’ Evangelista diceva “dove sono due o tre riuniti nel mio nome, li sono io in mezzo a loro”».
«Ancora una volta – conclude Tamburrino – si è persa un’ occasione di riconciliazione».
l.a.

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