“Ellen aveva problemi cardiaci e una forte depressione. Alice stava bene, ma non voleva che morisse da sola così ha gestito la loro fine come un capitano in alto mare”
- Postato il 25 novembre 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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“Ellen aveva avuto un ictus, aveva problemi cardiaci, ma soprattutto una forte depressione. Alice invece no. Aveva i normali disturbi che si hanno a 89 anni”. È questa la dichiarazione, cruda e commovente, che svela il retroscena del patto suicida delle gemelle Alice ed Ellen Kessler, spente lo scorso 17 novembre a Monaco di Baviera. A parlare è l’amica di lunga data Gabriele Gräfin contessa di Castell-Rüdenhausen, che ha rivelato al quotidiano monacense Tz il motivo che ha spinto Alice, pur non essendo gravemente malata, a compiere il gesto estremo: non lasciare la sorella sola nella morte.
L’atto è stato pianificato con la lucidità che ha sempre contraddistinto la loro vita. Secondo il Tz, il 17 novembre era stato fissato come loro ultimo giorno mesi prima, con l’assistenza di un avvocato e di una dottoressa. La decisione nasce dalla condizione di Ellen, che si trovava in grave difficoltà fisica e psicologica. Alice, che la contessa ha descritto come “un capitano in alto mare”, ha guidato la sorella attraverso il mare della vita “fino alla fine”, scegliendo di morire in simbiosi per un legame che l’ha resa inseparabile. Il loro addio è avvenuto nel silenzio e nella discrezione: due giorni prima del suicidio, le gemelle hanno lasciato dei pacchetti con gioielli e lettere d’addio nelle cassette postali degli amici più intimi.
Gabriele Gräfin, che conosceva le gemelle fin dalla giovinezza, ricorda il loro ultimo incontro, avvenuto il martedì precedente la morte: “Ci siamo viste. Era tutto come al solito. Non sapevo che le avrei viste per l’ultima volta. È terribilmente triste“. L’unico dettaglio che, col senno di poi, le è saltato all’occhio, è stato un cambiamento nel comportamento: “Erano diventate entrambe così gentili. Prima mi rimproveravano spesso di interromperle. Ma recentemente Ellen mi guardava solo con affetto, senza dire nulla”. Il loro era un legame fatto di simbiosi e di forza fisica. La contessa ricorda le loro vigorose sessioni di jogging: “Per anni abbiamo fatto jogging ogni sabato, a un ritmo così veloce che nessuno riusciva a stare al passo”.
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