Eni supera le attese nel primo semestre 2025: utile da 1,13 miliardi e dividendo in aumento

  • Postato il 25 luglio 2025
  • Di Panorama
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Eni archivia la prima metà del 2025 con numeri superiori alle attese, nonostante uno scenario globale tutt’altro che favorevole. Il gruppo  ha registrato un utile netto rettificato di 1,13 miliardi di euro nel secondo trimestre dell’anno, con un calo del 25% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Eppure, il risultato è stato superiore alle previsioni degli analisti e si inserisce in un quadro di solidità finanziaria che lascia tranquillo il mercato. Non a caso il titolo Eni è stato premiato con un +1,82%  a 14,662 euro.

A fare la differenza è stato l’approccio strategico e la forza del modello industriale di Eni, come sottolineato dallo stesso amministratore delegato Claudio Descalzi. Il flusso di cassa operativo ha raggiunto i 2,8 miliardi, un dato che ha ampiamente coperto gli investimenti del periodo, consentendo alla compagnia di mantenere la sua posizione di debito ai minimi storici: 0,10, in un  contesto valutario sfavorevole tra euro e dollaro. Nonostante il calo della produzione di idrocarburi (- 2,6% rispetto al 2024), Eni continua a dimostrare la solidità del proprio portafoglio. Come ha affermato Descalzi: “Il nostro portafoglio è sempre più robusto, la disciplina finanziaria resta rigorosa e il break-even dei progetti si mantiene contenuto”. In altre parole, il gruppo è in grado di navigare con successo le acque agitate dei mercati energetici, dove la volatilità dei prezzi delle commodity e l’indebolimento del dollaro hanno creato non poche difficoltà per le aziende del settore.

Ma Eni non si ferma. La compagnia ha messo a segno diversi sviluppi industriali strategici, tra cui un nuovo giacimento di petrolio  in Namibia e una significativa scoperta di gas in Angola, che rafforzano ulteriormente la sua posizione sul mercato globale. Un altro progetto importante riguarda l’Argentina destinata a diventare uno degli hub principali per l’esportazione di gas liquefatto, con un obiettivo ambizioso: esportare 30 milioni di tonnellate all’anno entro il 2030. Inoltre, l’accordo con Petronas per lo sviluppo congiunto di risorse gas in Indonesia e Malesia segna un ulteriore passo nella costruzione di un portafoglio diversificato e strategico.

Un altro aspetto importante dei risultati è la conferma del piano di ritorno agli azionisti, che comprende l’aumento del dividendo del 5%, portato a 1,05 euro per azione, e un piano di riacquisto azioni per almeno 1,5 miliardi di euro. La strategia di buyback è stata uno dei punti chiave delle dichiarazioni di Descalzi, che si è detto ottimista sulla possibilità di ampliarla nei prossimi mesi, vista la solidità dei risultati finanziari. “Il trend è molto positivo”, ha dichiarato l’AD, aggiungendo che “vedremo nei prossimi mesi se possiamo continuare con questo trend e considerare di ampliare il buyback, lo vedremo chiaramente.”

Guardando al futuro, Descalzi ha espresso un forte ottimismo: “Possiamo aspettarci una seconda metà dell’anno positiva e un 2026 ancora più promettente.” L’azienda, infatti, ha rivisto al rialzo le previsioni di generazione di cassa per il 2025, grazie anche all’implementazione delle sue strategie di efficienza e diversificazione delle fonti di reddito. Il piano industriale di Eni punta a generare circa 3 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva attraverso nuove iniziative nel corso dei prossimi trimestri, il che consentirà al gruppo di proseguire nella sua crescita senza compromettere la sua stabilità finanziaria.

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Panorama

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