Epstein mette nei guai Trump: «Sapeva delle ragazze». E il padre di Virginia Giuffre: «Morta per suicidio? Io non credo»

  • Postato il 13 novembre 2025
  • Di Panorama
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Cronologia del caso Trump-Epstein

Riassumiamo un attimo le puntate precedenti del caso Trump-Epstein, prima di passare alla nuova polemica che crea scompiglio negli Stati Uniti e in generale in tutto l’Occidente. Il legame fra Jeffrey Epstein e Donald Trump era trapelato già nel 2024 da alcuni file audio del criminale americano, morto in carcere (apparentemente per suicidio) nel 2019. Negli audio, emerge l’amicizia fra i due e anche le abitudini sessuali dell’attuale presidente americano, il quale secondo Epstein amava «scopare le mogli degli amici».

Poi, a luglio 2025, la polemica era stata alimentata da una lettera del 2003 a firma proprio di Donald Trump, pubblicata dal Wall Street Journal. Una lettera che lasciava poco spazio all’immaginazione, che mostrava silhouette di donne nude, battute criptiche e con un tocco di classe finale: la firma di Trump usata come rappresentazione dei peli pubici di una donna disegnata a tratto. Il presidente, furibondo, aveva negato tutto e minacciato di querelare a destra e a manca. La controversia era proseguita a settembre, quando The Donald era in visita da re Carlo d’Inghilterra e alcuni attivisti, cogliendo l’attimo, avevano proiettato delle immagini del presidente insieme a Epstein. Per chiudere in bellezza, una statua dei due che si tengono per mano e sorridono con sguardo complice era stata collocata abusivamente a Washington, sul viale del National Mall, proprio a pochi passi dalla Casa Bianca.

L’ultima polemica

E arriviamo agli ultimi aggiornamenti. Il 12 novembre, una manciata di email pubblicate dai democratici della Camera, è bastata per riaccendere il caso Jeffrey Epstein e travolgere di nuovo il presidente Usa.

Il finanziere pedofilo, morto suicida in carcere nel 2019, scrive infatti che Donald Trump ha «passato ore a casa mia con una delle ragazze». A rivelarlo è il New York Times, mentre il Daily Mail ha indicato il nome di quella ragazza: Virginia Giuffre, la più nota fra le vittime del sistema di sfruttamento sessuale orchestrato da Epstein e dalla sua compagna Ghislaine Maxwell. Giuffre, che incontrò Epstein a 16 anni, è morta suicida lo scorso aprile in Australia, a 41 anni. Nel suo libro postumo aveva scritto che Trump «era sempre stato gentile» e che sperava fosse lui a rivelare i nomi dei colpevoli.

«Il cane che non ha abbaiato»

Le nuove email, risalenti fra il 2011 e il 2015, mostrano un tono ambiguo da parte di Epstein. In un messaggio a Ghislaine Maxwell scriveva: «Quel cane che non ha abbaiato è Trump». In un’altra mail, indirizzata allo scrittore Michael Wolff, Epstein si interrogava su come il futuro presidente avrebbe potuto negare i loro legami: «Se dicesse che non è mai stato sul tuo aereo o a casa tua, ti darebbe una carta favolosa da giocare».

I democratici, guidati da Robert Garcia, vogliono ora chiarire «quanto davvero Trump sapesse» delle attività del miliardario, e perché la sua amministrazione abbia poi fatto marcia indietro sulla promessa di rendere pubblici gli Epstein files. La Casa Bianca ha reagito accusando i democratici di «campagna di distrazione». La portavoce Karoline Leavitt ha ribadito: «Il presidente Trump non ha fatto nulla di sbagliato».

Chi è Virginia Giuffre

La storia di Virginia Giuffre è un viaggio nell’abisso. Nata in California nel 1983, fuggita da casa a 13 anni, finì a vivere per strada a Miami. A 15 anni lavorava come assistente nella spa del resort Mar-a-Lago, di proprietà di Trump, dove fu notata da Ghislaine Maxwell, ex compagna di Epstein, un’altra figura molto controversa.

Da lì cominciò la sua schiavitù: «Mi passavano in giro come un piatto di frutta», scrisse nel suo memoriale. Epstein la portava sul suo jet privato, il famigerato Lolita Express, e la offriva ai suoi «amici potenti». Fra questi, secondo le sue accuse, anche il principe Andrea d’Inghilterra, che nel 2022 le versò 12 milioni di sterline per chiudere la causa civile senza ammettere colpe.

Virginia aveva provato a rifarsi una vita in Australia, ma i fantasmi l’hanno inseguita. Dopo un matrimonio finito e problemi familiari, lo scorso 25 aprile è stata trovata senza vita nella sua casa. «Ha perso la vita dopo essere stata vittima di abusi per tutta la vita», ha dichiarato la famiglia. Il padre, invece, non ha mai creduto al suicidio: «Qualcuno l’ha fatta fuori». La sua morte ha rilanciato il dibattito su quanto del sistema Epstein sia ancora oscuro — e su quante verità siano state sepolte con lei.

Maxwell chiede la grazia a Trump

Intanto, un’altra figura centrale del caso torna a farsi sentire. Ghislaine Maxwell, condannata a 20 anni di carcere per traffico sessuale, starebbe preparando una richiesta di commutazione della pena indirizzata proprio a Donald Trump.
La notizia è emersa da un documento della Commissione Giustizia della Camera, citato da Politico: Maxwell avrebbe scritto al suo avvocato che sta ultimando «un faldone voluminoso» per la domanda.

La Casa Bianca ha definito l’ipotesi «non in discussione». Ma per la ex socialite britannica, la grazia presidenziale potrebbe essere l’unica via d’uscita dopo che la Corte Suprema ha respinto il suo ultimo ricorso.

Sesso e potere

Il caso Epstein resta senza dubbio un buco nero che inghiotte reputazioni e verità. A distanza di anni, le nuove email fanno riemergere connessioni pericolose tra il miliardario pedofilo e alcuni dei più potenti uomini del mondo. Trump, come Bill Clinton e Bill Gates, ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento. Ma le parole di Epstein — e il silenzio di chi sapeva — continuano a pesare come un macigno. Jeffrey Epstein e Virginia Giuffré non possono più parlare. Chissà se stavolta ci sarà qualche «cane che abbaierà».

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Panorama

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