Equalize, Pazzali resta indagato e i pm lo vorrebbero arrestare. Ma lui si revoca la sospensione e torna alla guida della Fondazione Fiera di Milano
- Postato il 4 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Come nulla fosse successo, Enrico Pazzali torna alla guida di Fondazione Fiera Milano. Il manager si era auto-sospeso nello scorso ottobre, indagato per associazione a delinquere nello scandalo Equalize: secondo l’accusa – i pm avevano chiesto i domiciliari, negati dal gip – Pazzali faceva parte di un sistema di dossieraggi messo in piedi anche grazie ad accessi illeciti a banche dati online riservate. L’inchiesta ha portato in carcere l’ex superpoliziotto Carmine Gallo, morto a marzo, e l’hacker Nunzio Samuele Calamucci. Pazzali, principale socio di Equalize, si è sempre detto all’oscuro dei presunti abusi e, invece di dimettersi dalla Fondazione Fiera, aveva preferito l’auto-sospensione. Fino a questa mattina.
La revoca della misura restituisce quindi al manager tutte le deleghe, nonostante su di lui penda ancora il giudizio del Riesame, dopo che i pm hanno fatto nuova richiesta per i domiciliari. Al di là degli aspetti giudiziari, la scelta di Pazzali si porta dietro conseguenze politiche. Il suo mandato scadrà il 30 giugno e l’avvicinarsi della data potrebbe essere uno degli elementi che ha convinto il presidente della Fondazione a tornare operativo, in maniera tale da seguire l’approvazione del bilancio. In ogni caso, resta ferma la copertura politica su cui Pazzali ha potuto contare in tutti questi mesi, sempre difeso dal presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e dalla destra tutta, nonostante nelle carte dell’inchiesta Equalize siano finite ricerche persino su Ignazio La Russa e Letizia Moratti. Insieme al Comune di Milano, la Regione ha potere di indicare i vertici della Fondazione e dunque avrebbe avuto la forza per chiedere un passo indietro definitivo a Pazzali, il quale invece è rimasto al suo posto congelando la poltrona in favore del vicepresidente vicario Davide Corritore.
Sul perché di tanta benevolenza si interroga il capogruppo del Pd lombardo Piefrancesco Majorino: “È incredibile e inaccettabile che Pazzali torni a esercitare i poteri di presidente di Fondazione Fiera, il tutto nel più totale silenzio del governatore Fontana, che lo ha nominato. Eravamo sconcertati dal fatto che non si fosse dimesso, ma non immaginavamo che avrebbe avuto il coraggio di tornare serenamente al suo posto. Speriamo che abbia almeno la buona creanza di non pretendere buonuscite e magari gli arretrati”. Quindi l’attacco alla giunta: “Fontana non può stare a guardare, i vertici vanno azzerati e Fondazione Fiera deve avere presto un nuovo presidente. Perché Fontana è così succube di Pazzali? Sembra essere sotto ricatto”. Duro anche il capogruppo 5 Stelle Nicola Di Marco: “Il ritorno di Pazzali alla presidenza è inquietante. Assistere al desolante spettacolo di un’istituzione regionale che gira volontariamente la testa dall’altra parte, lascia aperto il campo a retro pensieri che invece dovrebbero essere spazzati via dalla trasparenza e da prese di posizioni chiare. Cosa che purtroppo, Fontana non sembra intenzionato a fare”.
Il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana ha rotto il silenzio parlando ai microfoni del telegiornale regionale della Rai. Secondo il governatore quella di Pazzali “era una sospensione che si era lui autoimposto e quindi ritiene che a questo punto sia opportuno ricominciare a lavorare. Credo che sia sicuramente una opportunità sua”. La fondazione, aggunge, “è assolutamente libera e indipendente e non può subire il condizionamento da nessuno, neanche da parte dei membri”. “Il garantismo – prosegue – è un principio di cui sono molto orgoglioso”. Alle accuse di Majorino che parla di Fontana “sotto scacco” il governatore risponde che sono “idiozie” che “tradiscono la natura giustizialista di questi personaggi che sono capaci soltanto di cercare di speculare sui problemi degli altri”.
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