“Ero sicura di morire, pensavo che mi avrebbero stuprata “: Kim Kardashian in lacrime al processo contro “la banda dei nonnetti”

  • Postato il 14 maggio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Un’aula di tribunale carica di tensione, sguardi che si incrociano dopo quasi nove anni di attesa e paura. Kim Kardashian, 44 anni, è tornata ieri, martedì 13 maggio, a Parigi, non per le sfilate della Fashion Week, ma per affrontare i suoi presunti aggressori. Per la prima volta, l’imprenditrice e regina dei social si è trovata faccia a faccia con gli uomini accusati di averla rapinata a mano armata nella sua suite d’hotel nell’ottobre 2016, un evento traumatico che ha segnato profondamente la sua vita. L’audizione davanti alla Corte d’Assise di Parigi, come riportato da numerosi media internazionali, era attesissima. Fin dall’alba, una folla di giornalisti, fan e curiosi si era radunata davanti allo storico Palazzo di Giustizia sull’Île de la Cité. “Siamo fan di Kim e vogliamo sostenerla. Che giustizia sia fatta”, ha dichiarato Clément Treboutte, uno dei tanti in attesa.

Poco dopo le 13:30, come annunciato dal presidente della corte, David De Pas, Kim Kardashian, arrivata appositamente dagli Stati Uniti (documentando il suo arrivo nella Ville Lumière su Instagram), ha iniziato la sua deposizione. E il racconto, tradotto in aula da un interprete, è stato carico di pathos e a tratti interrotto dalle lacrime: “Quella notte ero sicura di morire”, ha confessato l’influencer, rivivendo i momenti in cui gli uomini mascherati fecero irruzione nella sua stanza d’albergo in rue Tronchet, la legarono con fascette e la imbavagliarono. Ha raccontato la sua certezza che i rapinatori le avrebbero “sparato“, che l’avrebbero “stuprata“, che per lei fosse “finita“. Quindi ha descritto come supplicò i suoi aggressori di risparmiarla, pensando ai suoi figli: “Ho detto: ‘Potete prendere tutto, ma devo poter tornare a casa, ho dei bebè, per favore'”.

Quella notte le furono sottratti gioielli per un valore stimato di nove milioni di euro (oltre 6 milioni di dollari dell’epoca), tra cui il suo amatissimo anello di fidanzamento da quasi 19 carati, del valore di circa 3,5 milioni di euro, regalatole dall’allora marito Kanye West. Un anello che, come altre sue ricchezze, Kim aveva spesso esibito sui social media, dettaglio che secondo le autorità avrebbe aiutato i rapinatori a individuarla come bersaglio. La rapina, ha ammesso in passato e ribadito implicitamente con la sua testimonianza, l’ha costretta a riconsiderare radicalmente il suo stile di vita: “Ho imparato a essere più riservata“, aveva dichiarato. “Non ne vale la pena“. Da allora, ha potenziato massicciamente la sua sicurezza personale, assumendo, secondo indiscrezioni, ex membri dei Servizi Segreti Usa e della Cia. Ha smesso di pubblicare la sua posizione in tempo reale e i gioielli sfarzosi sono quasi scomparsi dal suo profilo Instagram:. “Ero decisamente materialista prima”, aveva commentato nel 2017, “ma sono felice che i miei figli conoscano questa versione di me”. Il processo contro i cosiddetti “nonnetti rapinatori” (soprannome dato dalla stampa francese ad alcuni degli imputati, data la loro età avanzata, tra i 60 e i 70 anni) si è aperto il 28 aprile e il verdetto è atteso per il 23 maggio. Due degli imputati hanno già ammesso di essere stati presenti sulla scena del crimine.

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Il Fatto Quotidiano

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