Estorsioni sui lavori al nuovo ospedale di Vibo e alle ditte dei rifiuti: crolla il processo
- Postato il 9 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Estorsioni sui lavori al nuovo ospedale di Vibo e alle ditte dei rifiuti: crolla il processo
Il Tribunale collegiale emette sei assoluzioni e una sola condanna al processo sulle presunte estorsioni alle ditte impegnate nella costruzione delle opere preliminari del nuovo ospedale di Vibo e nella raccolta dei rifiuti
VIBO VALENTIA – Si conclude con sei assoluzione ed una sola condanna a 6 anni e 3 mesi, con la caduta del reato associativo, il primo grado del processo – filone ordinario – avente ad oggetto le presunte estorsioni ai danni delle ditte operanti nel settore della raccolta dei rifiuti a Vibo Valentia e per la costruzione del nuovo ospedale della città capoluogo di provincia.
Si tratta in particolare delle cosiddette “nuove leve del crimine vibonese”, per come più volte evidenziato dagli investigatori, finite a processo a seguito dell’indagine svolta dai carabinieri e delle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, ex componente del gruppo.
IL VERDETTO DEL TRIBUNALE DI VIBO NEI CONFRONTI DEGLI IMPUTATI
Il tribunale collegiale di Vibo (presidente Barbara Borelli, a latere Laerte Conti e Alessio Maccarrone), ha infatti assolto Francesco Antonio Pardea e Salvatore Morelli, alias “L’americano” (nei loro confronti la Dda aveva chiesto 12 anni e 10mila euro ciascuno); Domenico “Mommo” Macrì (10 anni e 9mila euro la richiesta); Domenico Serra e Andrea Serra (7 anni e 6mila euro ciascuno la richiesta); e il pentito Andrea Mantella (6 anni e 5mila euro). Assoluzione, inoltre, per come peraltro avanzata dalla stessa Dda per Vincenzo e Salvatore Mantella e Domenico Camillò, alias “Mangano”.
Unica condanna quella di Michele Manco a 6 anni e 3 mesi di reclusione a fronte dei 21 richiesti oltre ai 30mila euro di multa dalla pubblica accusa, per una numerosa serie di presunti episodi estorsivi. La procura antimafia aveva chiesto la condanna per tutti gli imputati per un totale di 75 anni di carcere, contestando l’aggravante mafiosa che ha retto per Manco.

Parti civili al processo la Ased, difesa dall’avvocato Trunfio, Rosario Azzarà (avv. Liberati); Gregorio Farfaglia (avv. Trungadi); Costruzioni Lucia Srl (avv. Lucisano); De Nisi Srl (avv. Giampà), Stagno Edil Srl (avv. De Stefano); Forum Associazione Antiusura (avv. Marino); Alessandro Cirillo (avv. Di Maula). Gli imputati sono invece difesi dagli avvocati Stefano Luciano, Giovanni Vecchio, Walter Franzé, Giuseppe Di Renzo, Giuseppe Bagnato, Diego Brancia, Renzo Andricciola, Vincenzo Brosio, Manfredo Fiormonti, Salvatore Pronestì.
L’INDAGINE ABBRACCIAVA UN AMPIO LASSO TEMPORALE
L’indagine della Dda catanzarese ha scoperto una serie di estorsioni perpetrate nel a Vibo tra il 2009 e il 2022 ai danni di imprese che avevano ottenuto l’appalto per le opere propedeutiche del nuovo ospedale e quelle impegnate nella raccolta dei rifiuti urbani, come la “Dusty Srl” o la “Ased Srl” Un caso ritenuto emblematico dagli inquirenti era l’estorsione avvenuta nel 2009 ai danni di un’impresa edile coinvolta in lavori di movimento terra e riqualificazione urbana, per un ammontare di 20mila euro.
Un’altra estorsione contestata sarebbe stata quella perpetrata tra il 2015 e il 2017 nei confronti dell’impresa che aveva ottenuto l’appalto per la raccolta dei rifiuti urbani (la Ased), per una considerevole somma di denaro (in questo contesto, il 20 aprile 2016, l’autocompattatore dell’azienda era stato incendiato e l’autista minacciato con una pistola): gli indagati avrebbero costretto il legale rappresentante a pagare una cospicua somma di denaro suddivisa tra i membri del gruppo delle cosiddette “nuove leve”.
ESTORSIONI ALL’OSPEDALE, NEL MIRINO ANCHE LE DITTE DELLA RACCOLTA RIFIUTI A VIBO
Ma anche la ditta che qualche anno dopo subentrò alla Ased, la catanese “Dusty”, sarebbe finita nel mirino del gruppo. Non solo rifiuti ma anche ditte impegnate nei lavori previsti dall’ecobonus: sono quattro le tentate estorsioni contestate contro diverse aziende. Una di queste aveva ottenuto l’appalto per le opere complementari del nuovo ospedale di Vibo Valentia nel 2020 e alla quale erano stati poi bruciati alcuni mezzi. Altri episodi estorsivi contestati dalla Dda afferiscono, nel maggio del 2021, ai danni di un’impresa edile di Cosenza il cui titolare non acconsentì ad alcun pagamento della mazzetta, denunciando il tutto alle forze dell’ordine, e un secondo, anche qui tentato, si sarebbe verificato nel febbraio del 2022 nei confronti di un’altra impresa che si stava occupando dei lavori di ristrutturazione condominiali con l’ecobonus 110%.
Accuse che, come visto, non hanno retto in sede di giudizio, con le sei assoluzioni e l’unica condanna per l’imputato Manco ma con una notevole differenza rispetto alla richiesta.
Il Quotidiano del Sud.
Estorsioni sui lavori al nuovo ospedale di Vibo e alle ditte dei rifiuti: crolla il processo