Età elevata dei titolari delle imprese e numerose cessate attività: i dati fotografano le difficoltà del tessuto artigiano piemontese

  • Postato il 9 settembre 2025
  • Economia
  • Di Quotidiano Piemontese
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PIEMONTE – Filtra preoccupazione da parte di Confartigianato Torino dopo l’analisi demografica dell’artigianato piemontese, toccato da profonde trasformazioni.

I dati del Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ci dicono che nel 2024 il tessuto artigiano ha registrato un netto squilibrio tra le aziende nate e quelle che hanno cessato l’attività sul territorio piemontese. Le nuove imprese artigiane sul territorio nel corso del 2024 sono state 7575, e nello stesso periodo sono 8153 le realtà che hanno cessato la propria attività (al netto delle cancellazioni d’ufficio).

A preoccupare Confartigianato è però soprattutto l’età dei titolari delle imprese. Il bilancio dell’ultimo decennio ha visto sparire in Piemonte 8775 attività guidate da under 35, portando il numero complessivo delle imprese giovanili da 45.305 del 2014 a 36.530 di dicembre 2024. Inoltre, l’età media dei lavoratori e degli imprenditori dal 2019 a oggi si è alzata di due anni. Una fetta rilevante delle imprese è guidata da imprenditori over 60. Un problema comune a tutte le piccole e medie imprese italiane: solo il 30% sopravvive nel passaggio dalla prima alla seconda generazione, il 12% dalla seconda alla terza e appena il 4% dalla terza alla quarta generazione.

«Una trasformazione che potrebbe compromettere il futuro del settore, se non si interviene per rendere attrattiva la professione e facilitare il passaggio generazionale» – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – «È necessario un intervento organico che preveda anche sgravi fiscali, non solo nel passaggio fra parenti o affini, ma anche dal titolare anziano a un dipendente esperto disponibile a rilevare l’attività. Su questo aspetto la nostra associazione opera da più di anno con il progetto Val.E – valore ed esperienza – con il quale mette a disposizione gratuitamente un team di esperti per aiutare gli artigiani che vogliono realizzare il passaggio generazionale».

Ad incidere ulteriormente sulla demografia artigiana è la glaciazione demografica: il Piemonte tra il 2014 e il 2024 l’andamento della popolazione tra 15-34 anni passa da 845.765 a 833.902 (-11.863). Ad avviare un’attività imprenditoriale in Italia sono per lo più gli stranieri.

«Alle Istituzioni» – conclude De Santis – «sollecitiamo l’introduzione della neutralità fiscale per le cessioni d’azienda a titolo oneroso; per favorire la trasmissione d’impresa occorrono incentivi simili a quelli previsti per le start up. L’alternanza scuola-lavoro che avrebbe potuto ridurre il divario tra azienda e nuove generazioni e far incontrare il sapere e il saper fare non ha funzionato al meglio e necessita di adeguamenti normativi che la rendano attrattiva per i giovani e per le imprese. L’approccio corretto per indirizzare le giovani generazioni nel mondo delle professioni artigiane consiste in un mix di interventi di sostegno per le imprese che si accollano l’onere formativo, di indirizzo culturale nelle scuole a partire da quelle dell’obbligo, di semplificazione della complessità nella gestione di una attività artigiana dovuta al coacervo di norme, balzelli, adempimenti burocratici che soffocano la libera iniziativa imprenditoriale».

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Quotidiano Piemontese

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