Europa vassalla e rinascita degli imperi, ci aspetta un brutto futuro: dove ci porterà il fallimento dell’Unione?

  • Postato il 10 agosto 2025
  • Politica
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Europa vassalla e rinascita degli imperi, ci aspetta un brutto futuro: dove ci porterà il fallimento dell’Unione?
L’”imperialismo” di ogni tempo, nasce dallo sforzo di un sistema economico di controllare con gli eserciti i territori dai quali crede di dipendere per l’energia e le materie prime.

Ad esempio, la Cina sembrava un mercato designato dalla Provvidenza per il Giappone.

La Manciuria, ricca di carbone e di ferro, di grano e di manovalanza a basso prezzo, apparteneva per manifesto “diritto” al Giappone. Ma per quale diritto?

Per lo stesso diritto per cui l’Inghilterra si era impadronita dell’India e dell’Australia, la Francia dell’Indocina, la Germania dello Shantung, la Russia di Porth Arthur e l’America delle Filippine: l’“interesse del più “forte”. La Cina doveva diventare una gigantesca colonia del piccolo Giappone. Agli occhi di un  mondo darwiniano, il successo sanzionato dall’uso della forza, appariva una legge di “natura”. Sappiamo tutti come finì questo impero.

I vincitori imposero al Giappone la seguente norma costituzionale in materia di guerra (Articolo 9): “Aspirando sinceramente alla pace mondiale basata sulla giustizia e sull’ordine…. le forze dell’esercito, marina e aeronautica non saranno mai mantenute. Il diritto alla belligeranza dello Stato non sarà riconosciuto”.

Previsioni analoghe furono imposte ai paesi sconfitti, come l’Italia. Quando i “cantori” della nostra “divina” Costituzione inneggiano all’art. 11 (l’Italia ripudia la guerra…), dimenticano che la norma è stata dettata dagli “alleati”, che si erano riservati il potere di veto all’Onu, per mantenere in eterno la loro supremazia planetaria.

Ai nostri giorni, la Russia si “accontenta” di qualche territorio ucraino, ma non presenta le caratteristiche del vecchio Impero sovietico che aveva beneficiato della spartizione di Yalta. Il territorio russo è il più esteso al mondo ma la sua popolazione è pari a quella di tre stati europei di media grandezza: deve sfamare “solo” 146 milioni di abitanti. La Russia ha semmai bisogno di ripopolare i suoi territori: la deportazione di trentamila bambini ucraini avviene nel silenzio internazionale, perché l’Ucraina non investe abbastanza nei mezzi mediatici. Gli attacchi di Putin sono fuori della Storia, ma necessari allo zar per restare al potere e apparire ancora un player globale credibile.

Europa fra i due imperi

Europa vassalla e rinascita degli imperi, ci aspetta un brutto futuro: dove ci porterà il fallimento dell’Unione?
Europa vassalla e rinascita degli imperi, ci aspetta un brutto futuro: dove ci porterà il fallimento dell’Unione? – Blitzquotidian.it (foto Ansa)

Il vero conflittto in atto è quello tra i due imperi più grandi, la Cina e gli Usa: da tempo si sentono spirare venti di guerra per il controllo di Taiwan.

Ma come si mantiene l’attuale livello di benessere economico per cui le “regioni” del mondo stanno combattendo? Dobbiamo capire come ha fatto la Cina a conquistarlo e l’America a metterlo a rischio.

I successori di Mao hanno puntato sulla crescita della classe media, hanno mandato gli studenti nelle università americane, hanno speso miliardi nella ricerca e pagato con cifre elevate i loro ricercatori, hanno copiato la tecnica e la scienza degli americani e degli europei, hanno diviso la società in funzione del ruolo e dell’efficienza delle categorie produttive, hanno preparato una burocrazia efficiente capace di organizzare la vita di un miilardo di individui, hanno messo la finanza al servizio dell’industria. Insomma, in Cina ha vinto la “meritocrazia popolare”. In Italia si investe nel reddito di cittadinanza.

Gli americani hanno esportato la tecnologia e, con essa, immensi capitali per consentire a un piccolo gruppo di finanzieri di aumentare i profitti e tenere alti i dividendi “drogando” le quotazioni di Wall Street e esportando titoli “spazzatura”. Le manifatture interne, che garantivano occupazione, sono state cacciate dagli speculatori.

L’Europa è un grande “mercato” che fa gola alle potenze imperiali, come la Cina faceva gola al Giappone. Ma l’Europa non ha alcuna identità politica, etnica e sociale. Ad est essa nasce dal disfacimento di un impero che aveva perso la guerra “fredda”, ad ovest è composta da popoli “vincitori” i quali si sono mischiati con altri popoli “sconfitti”. Insomma, gli europei di oggi sono i discendenti dei vecchi Imperi guidati da Churchill, Stalin, Mussolini e Hitler.

L’Europa è dunque una entità “artificiale” che può scomparire qualora alle attuali condizioni di cooesione che sono quelle economiche, monetarie, giuridiche e burocratiche, non subentri la spinta “ideale” che porti alla formazione di uno stato sovranazionale.

Questo processo unitario richiede il superamento dei fattori disaggreganti del ventesimo secolo: non ci sono più fascisti contro comunisti, proletari contro padroni, sfruttatori contro sfruttati, esistono solo “cittadini” di una stessa grande “Nazione”, che dovrebbe essere soggetta ad una legislazione comune. Quando vedo che la Meloni è attaccata per il suo passato “fascista” ed è obbligata a continue abiure pubbliche, penso che i partiti della sinistra non abbiano ben compreso le esigenze di superamento di queste “stereotipie” verbali, provinciali, antistoriche e controproducenti sul piano elettorale. Come vecchio socialista mi ribolle il sangue a dover constatare in che mani siano finiti gli ideali del Riformismo.

Ufficio complicazioni

L’Europa è diventata un ufficio “Complicazioni Affari Semplici” che pesa sulle imprese e sui cittadini: ha esautorato i poteri di governo delle Nazioni ormai relegate alla ordinaria amministrazione e ha stabilito che le sue decisioni sono di rango superiore a quelle dei “Tribunali” e delle Corti Costituzionali degli Stati membri. Tutto ciò, mentre non esiste una disciplina comune in materia fiscale, non esiste un esercito europeo, servizi segreti comuni e coordinati, una politica estera e sull’immigrazione condivisa.

Per fare un esempio della pericolosità di questo potere sovranazionale senza controllo, ricorderò il caso Almasri e il recente provvedimento del Tribunale dei ministri che ha dichiarato non doversi procedere con la Meloni ma “solo” con i titolari di alcuni dicasteri. La vicenda avrebbe dovuto concludersi con l’arresto dello “stupratore seriale” libico, ordinato dalla Corte penale europea.

A questo punto erano entrati in gioco i servizi segreti; le intelligence dei paesi nei quali era transitato il mostro libico, avevano dribblato il problema e informato per tempo le polizie locali, che se n’erano guardate bene dal procedere all’arresto. In Italia due poliziotti torinesi avevano invece fermato Almasri perché i nostri servizi erano rimasti silenti. Si è trattato di un episodio di inefficienza all’italiana, alla quale hanno cercato di rimediare i ministri dell’interno e della Giustizia.

Esiste il diritto di uno Stato democratico a trattare con gli stupratori “seriali” la cui esemplificazione immanente è Hamas, che seleziona speciali reparti di stupratori e li utilizzza come arma di guerra? Hamas, può rappresentare i palestinesi nelle trattative di pace?

Ricorderò l’episodio di “Sigonella”. I terroristi palestinesi tenevano in ostaggio passeggeri ed equipaggio della Achille Lauro e minacciavano di fare una strage; uccisero un cittatino americano. Craxi trattò ed ottenne la liberazione degli ostaggi in cambio dell’estradizione dei dirottatori. Ne nacque un incidente diplomatico con gli Usa ma il nostro statista tenne duro: l’unico competente a decidere era il governo italiano perché la nave batteva bandiera italiana. All’epoca, nessun partito critico  Craxi e Andreotti osò affermare che se fosse stato palestinese sarebbe diventato un terrorista.

Faccio questa domanda: se Almasri fosse stato consegnato alla Corte penale europea e i terroristi libici avessero organizzato un attentato nel centro di Roma per ritorsione, la Von del Leyen sarebbe intervenuta per tutelare la sacralità del nostro territorio? Certamente no, perché il caso rappresentava un problema “nazionale”. Insomma, l’Europa pretende di imporre la supremazia giurisdizionale della Corte penale ma non dispone dei mezzi per difendere gli stati membri dagli atti di terrorismo che potrebbero derivarne. Proprio questa situazione di “impotenza” dell’Europa obbliga l’Italia ad entrare a patti con i paesi in grado di ricattarci.

L’attuale popolazione europea risulta di oltre 450 milioni, ma l’Europa non è armata, è come la Cina ai tempi dei mandarini, può solo scegliere l’impero a cui sottomettersi e cerca di difendersi dagli atti di terrorismo nei propri territori con semplici forze di polizia. Si trova davanti al problema israelo-palestinese che genera il terrorismo e urla il proprio sdegno per gli eccidi di Gaza senza capirne le cause.

Esiste infatti un altro paese che agisce con la stessa logica di un “impero”: Israele.

Nel 1960 Israele aveva 1,9 milioni di abitanti, oggi supera i 9,5 milioni. Israele sta cercando il suo “spazio vitale” come Mussolini negli anni Trenta. L’errore storico dell’occidente è stato quello di permettere ad Israele di aumentare la sua popolazione e i suoi “insediamenti” in progressione costante.

L’epopea del far west americano, degli eroici coloni che andavano a conquistare territori selvaggi per portare la civiltà distruggendo altre civiltà e intere popolazioni è la stessa che ispirava i conquistatori spagnoli delle Americhe e condiziona Israele negli anni di Benjamin Netanyahu, il nuovo Re sole che ha avuto mano libera all’occupazione totale di Gaza e che se ne frega delle ricadute sull’opinione pubblica.

Milioni di persone nel mondo scendono in piazza, pensando che i nazisti avevano fatto un’opera meritoria a sterminare sei milioni di ebrei. Lo dicono per i fatti di Gaza.

I nazisti trucidavano dieci cittadini per ogni militare tedesco ucciso negli attentati dei partigiani che consideravano terroristi; gli israeliani hanno ormai superato questo limite. Del resto, gli americani avevano raso al suolo l’abbazia di Montecassino per snidare un plotone di soldati nemici.

L’esercito di Israele sta applicando le stesse regole di “ingaggio” dei nazisti e degli americani nella seconda guerra mondiale, di cui ci eravamo dimenticati. Come ci siamo dimenticati il genocidio armeno di novanta anni fa, che causò vittime superiori a cento volte quelle di Gaza. Ci siamo dimenticati del massacro di Katyn da parte dell’Unione sovietica del 1940. Come ci eravamo dimenticati delle foibe di Tito che i comunisti hanno nascosto per mezzo secolo agli italiani.

Da questi scenari di guerra, risulta ormai chiaro che i problemi “giuridici” sono stati accantonati da tutti gli Imperi e che l’Europa continua a fare la guardia, da sola, al bidone vuoto del “diritto internazionale” e dei valori democratici che lo stesso Trump ha sacrificato agli interessi del Suo popolo, lanciando la “bomba atomica” dei dazi.

Il vero problema degli europei si presenterà fra non molto se i due Imperi dominanti si getteranno il guanto di sfida. L’Europa, destinata comunque al vassallaggio, si shiererà unita o saranno i singoli staterelli a decidere?

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Autore
Blitz

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