Eurovision 2025, il regolamento consente che il pubblico possa sventolare qualsiasi bandiera, tranne quella palestinese? È successo per “ordine pubblico”

  • Postato il 16 maggio 2025
  • Musica
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Che la partecipazione a Eurovision Song Contest 2025 della cantante israeliana Yuval Raphael, sopravvissuta alla strage di Hamas del 7 ottobre, non sarebbe stata una passeggiata ne era consapevole sia la diretta interessata che il suo team. A iniziare dal via alle danze domenica scorsa, 11 maggio, sul tradizionale Turquoise Carpet (tappeto turchese) allestito alla Marketplatz, in pieno centro a Basilea. In quell’occasione diversi manifestanti hanno protestato per la presenza della Nazione in gara e addirittura una persona avrebbe minacciato di morte la Raphael mimando anche la gola sgozzata, immagini che sono stare raccolte in un video e utili per la denuncia alle forze di polizia.

Poi la protesta non si è spenta. Ieri pomeriggio alle prove generali della seconda Semifinale alcuni manifestanti, che si sono posizionati strategicamente nelle prime file sotto il palco, hanno non solo sventolato la bandiera ben in vista in alto, con una ragazza sulle spalle del suo amico, ma anche con una bandiera più grande a coprire le teste delle prime file. Il servizio di sicurezza è subito intervento per accompagnare i “colpevoli” fuori dalla porta. Ieri sera invece in diretta la situazione è stata più tranquilla a parte qualche sporadico fischio, che è stato sentito più da chi era presente in una ala dell’arena St. Jakobshalle. E non è tutto un’altra manifestazione pro-palestinese è prevista per sabato, in occasione della Finale, nel centro di Basilea, a 3,2 chilometri dalla sede del concorso, l’arena St. Jakobshalle. Il centro infatti sarà blindato per motivi di sicurezza.

Il dibattito è incentrato su un quesito: molti hanno sottolineato che la Russia è stata esclusa dall’Eurovision dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. Dunque perché non adottare lo stesso criterio? È quello che si chiedono i manifestanti.

Inoltre c’è un nuovo regolamento varato alla vigilia della manifestazione che parla chiaro. Tutti i concorrenti potranno esporre solamente le bandiere della propria Nazione, mentre al pubblico viene data piena libertà a patto “che la bandiera esposta non violi la legge svizzera”. Insomma non si potranno più verificare i casi come quello dello scorso anno con Nemo, vincitore per la Svizzera, o Marco Mengoni che hanno omaggiato la comunità LGBTQIA+ con la bandiera. Quindi la bandiera palestinese era consentita? Sì.

Ma allora cosa è accaduto? Basta osservare bene le immagini che sono circolate in Rete. Chi aveva in mano la bandiera “incriminata” ed era sugli spalti non è stato minimamente toccato dal servizio di sicurezza, mentre l’operazione si è resa necessaria “per ordine di servizio” perché i manifestanti delle prime file non solo stavano disturbando il regolare svolgimento della diretta televisiva, ricordiamo che Eurovision è soprattutto oggi uno show tv, ma anche chi non era certo lì per protestare ma per godersi lo spettacolo.

“I manifestanti avrebbero tentato di interrompere la prova della Raphael con bandiere e fischietti di grandi dimensioni”, hanno dichiarato gli organizzatori del concorso. L’emittente televisiva svizzera SRG SSR, che organizza l’evento, ha dichiarato che “il personale di sicurezza è riuscito a identificare rapidamente i partecipanti e a scortarli fuori dalla sala”.

Chissà se accadrà qualcos’altro domani per la Finale… Di certo in questi giorni, anche per far sì che possa affrontare il palco con serenità, le attività promozionali di Yuval Raphael sono state ridotto al lumicino. La partecipazione della cantante, promossa proprio ieri alla Fine, è stata piuttosto defilata.

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Il Fatto Quotidiano

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