Evasione e cyberspazio: il generale Andrea De Gennaro racconta le nuove sfide della Guardia di finanza

  • Postato il 23 luglio 2025
  • Innovation
  • Di Forbes Italia
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Duecentocinquantuno anni. Un quarto di millennio passato a scovare illeciti, a lottare contro il crimine organizzato, ma anche a soccorrere le persone in mare e sulle cime dei monti. Un impegno a tutto campo nella lotta agli illeciti economico-finanziari e alle infiltrazioni della criminalità nell’economia che solo nel 2024 e nei primi cinque mesi del 2025 ha consentito di eseguire oltre un milione di interventi e circa 106mila indagini. Questo e (ovviamente) molto altro ancora è la Guardia di finanza. Dal maggio 2023 è sotto la guida del comandante generale Andrea De Gennaro, un uomo dal carattere fermo, un comandante vero, che cerca di trovare spazi per la famiglia: è sposato e padre di tre figli, con una carriera passata tutta al servizio dello Stato. Forbes Italia lo ha intervistato.

Generale, la prima domanda è d’obbligo. Come va la lotta all’evasione fiscale?
Siamo costantemente impegnati a tenere sotto osservazione le categorie più inclini a sfuggire all’erario, con un particolare focus al contrasto dell’evasione fiscale internazionale. Si tratta di un fenomeno ‘a elevata intensità’. Riuscire a contenerlo incide in maniera concreta sull’aumento del gettito e sul recupero delle risorse che derivano dai reati tributari. In questo contesto, è fondamentale il processo di selezione dei contribuenti nei cui confronti si ritiene necessario avviare un’attività ispettiva.

Come fate?
Ovviamente ci aiuta la tecnologia. Con la nostra infrastruttura tecnologica, moderna e costantemente aggiornata, vengono infatti individuati i soggetti caratterizzati da significativi, verificati e ricorrenti alert di rischio fiscale. Senza citare casi specifici, basti pensare che, dopo i rilievi mossi dai reparti del corpo negli ultimi due anni, solo in tema di fiscalità internazionale, i grandi contribuenti ispezionati hanno optato per la definizione di ogni pendenza con il Fisco, versando alle casse dell’erario circa 2 miliardi di euro.

Quali metodi di selezione dei contribuenti usate per analizzare il rischio?
L’attività di analisi di rischio fiscale costituisce una funzione essenziale nel perseguimento degli obiettivi strategici assegnati al corpo, anche alla luce delle recenti novità normative della riforma fiscale. Abbiamo sottoscritto un protocollo d’intesa con l’Agenzia delle entrate che ha portato alla creazione dell’Unità integrata permanente di analisi del rischio. Si tratta di una piattaforma di collaborazione permanente che riunisce esperti di entrambe le amministrazioni con l’obiettivo di valorizzare appieno il patrimonio informativo disponibile, elaborando progettualità sempre più performanti, in grado di orientare l’attività ispettiva dei reparti verso soggetti connotati da significativi indici di pericolosità.

La tecnologia digitale è la nuova frontiera. Per lo sviluppo del Paese, certo, ma anche per la criminalità. Soprattutto nel mondo finanziario. Quali sono i principali pericoli e come li state affrontando?
L’innovazione tecnologica offre nuovi servizi e grandi opportunità di sviluppo, ma, al contempo, accresce i rischi di vulnerabilità del sistema economico e finanziario e amplia le frontiere criminali. Il mondo digitale consente di operare senza confini geografici e limiti temporali, aggirando regole e giurisdizioni, diventando così terreno fertile per le organizzazioni criminali alla continua ricerca di nuovi business. Assistiamo ad attacchi informatici con finalità economiche, a forme di evasione fiscale ma anche a casi di riciclaggio online di capitali illeciti, truffe e abusivismi finanziari in cui è sempre più frequente l’utilizzo illecito di cripto-attività.

La natura sempre più sofisticata del cybercrime richiede strategie di difesa all’avanguardia.
È proprio per questo motivo che la Guardia di finanza sta puntando sempre più sulla specializzazione del personale e sull’acquisizione di avanzati strumenti tecnologici, con l’obiettivo di supportare i reparti nel monitoraggio del web e nello sviluppo di investigazioni digitali che completino e accompagnino le tradizionali indagini economico-finanziarie.

E c’è tutto il mondo, difficile da esplorare, delle cripto valute.
Come ha sottolineato di recente il ministro dell’Economia e delle finanze, il mercato dei criptoasset, e in particolare delle criptovalute, costituisce una tra le minacce più insidiose e pervasive. Le intrinseche caratteristiche di decentralizzazione, di anonimato e a-territorialità consentono di operare al di fuori dei tradizionali circuiti bancari, rendendo più difficoltose le indagini dei nostri reparti.

Come vi muovete?
Questa nuova dimensione virtuale rappresenta per la Guardia di finanza, da tempo, una nuova sfida, in cui la comprovata esperienza maturata nell’analisi e nell’investigazione dei flussi finanziari tradizionali è stata traslata sull’analisi della blockchain. Nella sostanza cerchiamo di tracciare il percorso delle criptovalute e determinare l’origine dei crimini, garantendo anche il massimo supporto alle autorità di vigilanza a cui, per effetto di recenti provvedimenti, sono state attribuite competenze e poteri per regolamentare i mercati e assicurare la tutela dei possessori di cripto-attività.

L’ultimo National Risk Assessment giudica come ‘molto significativo’ il rischio di riciclaggio nel nostro Paese. Come state cercando di arginare le infiltrazioni di capitali illeciti nel circuito dell’economia legale?
La strategia è ad ampio spettro sia sotto il profilo preventivo, sia sotto quello repressivo: analizzare le nuove tendenze criminali del riciclaggio, non dimenticando tuttavia i meccanismi tradizionali di ripulitura del denaro, che spesso si combinano tra di loro. La capacità di leggere in modo intersettoriale gli accadimenti economici, l’analisi delle transazioni finanziarie e digitali e il costante monitoraggio delle movimentazioni transfrontaliere di valuta rappresentano il comune denominatore di ogni nostra indagine.

Per un’attività del genere, però, c’è bisogno di grande collaborazione, di fare rete, come si dice.
Infatti abbiamo rafforzato le partnership con i principali attori pubblici del sistema di prevenzione antiriciclaggio, potenziando gli scambi di informazioni, anche di dati e notizie derivanti dalla collaborazione internazionale, visto che le condotte fraudolente coinvolgono sempre più differenti paesi e giurisdizioni. Abbiamo inoltre avviato iniziative di cooperazione con alcune categorie di soggetti sottoposti a obblighi di legge al fine di accrescere il loro grado di compliance e riscontrare, tempestivamente, gli anomali passaggi di denaro dall’economia criminale a quella legale, per rendere più rapidi gli approfondimenti investigativi.

A proposito di economia. C’è il made in Italy da tutelare, visto che è spesso sotto attacco.
Il made in Italy costituisce l’espressione dell’eccellenza italiana, un asset economico, culturale e sociale di vitale importanza e un motore fondamentale dell’economia nazionale. Non si tratta soltanto di difendere i nostri prestigiosi marchi, ma di proteggere know-how e tecnologie all’avanguardia, tra le più evolute al mondo. La tutela del made in Italy costituisce per la Guardia di finanza un obiettivo di centrale rilevanza, trattandosi di un patrimonio di inestimabile valore che contribuisce in modo significativo all’identità del Paese, favorisce l’export, attrae investimenti esteri e rafforza la posizione dell’Italia nel contesto globale.

Il problema è controllare le filiere…
Infatti i nostri reparti operativi, proprio per scoprire gli illeciti nel comparto, analizzano tutti i dettagli, valorizzano ogni elemento informativo disponibile e sviluppano le attività investigative lungo tutta la filiera, individuando contestualmente le componenti di approvvigionamento, produttive e distributive, così da interrompere i canali di alimentazione del mercato parallelo e le fonti di finanziamento. Per noi la tutela del made in Italy rappresenta un impegno prioritario. Vogliamo assolutamente tutelare i consumatori e salvaguardare i corretti equilibri di mercato nel quale operano le imprese italiane garantendo legalità e sicurezza.

Sempre per restare su temi economici. In Italia stanno arrivando centinaia di miliardi grazie al Pnrr. Quando capitano queste occasioni, come si dice, spesso c’è l’assalto alla diligenza. Immagino che siate molto impegnati per prevenire e reprimere frodi e irregolarità nella destinazione dei finanziamenti…
Il Pnrr rappresenta uno strumento straordinario e senza precedenti per volume di risorse mobilitate, che ha immesso ingenti liquidità nel sistema economico nazionale, ma la cui efficacia dipende, potremmo dire quasi esclusivamente, dalla piena e tempestiva attuazione degli interventi entro giugno 2026. È per queste ragioni che, fin dalle prime fasi di attuazione del Pnrr, abbiamo ricalibrato la nostra strategia operativa, orientandola, oltre che al consueto approccio repressivo, tipico di una forza di polizia, anche a una dimensione preventiva, utile a imprimere un effetto deterrente, ma soprattutto a sostenere le amministrazioni titolari delle misure nelle proprie funzioni, consentendo loro di interrompere, senza ritardo, l’erogazione dei fondi in presenza di irregolarità. In questo senso, la Guardia di finanza considera prioritaria l’azione di prevenzione delle frodi nell’ambito del Pnrr, che conduce con interventi il più possibile tempestivi e mirati, orientati a verificare il corretto utilizzo delle risorse.

La Guardia di finanza è anche custode delle nostre frontiere. Come garantite la sicurezza in mare?
Abbiamo un dispositivo aeronavale dislocato capillarmente lungo gli oltre ottomila chilometri delle nostre coste. Attraverso un’ininterrotta attività di vigilanza con unità navali e aeree, svolgiamo la funzione esclusiva di polizia del mare.

È arrivata l’estate, e con lei arrivano milioni di turisti. Ci sarà da fare uno sforzo maggiore…
Beh, sì, come ogni anno, assicuriamo in questo periodo estivo una presenza ancora più diffusa nelle località maggiormente interessate dall’afflusso di turisti, per intervenire prontamente al fine di garantire sicurezza e infondere nel pubblico una maggiore percezione di tutela della legalità.

E poi con l’estate crescono gli sbarchi…
Vero. Ma attraverso le nostre piattaforme navali e aeree più performanti siamo in grado di operare a grandi distanze dalla costa, così coordiniamo e contribuiamo alle attività di cooperazione aeronavale dell’Agenzia europea Frontex per il controllo delle frontiere nazionali che, non dimentichiamocelo, rappresentano anche i confini meridionali dell’Unione europea.

E invece, sull’altro versante, come si muove il Soccorso Alpino che tra l’altro quest’anno festeggia i 60 anni dalla fondazione?
La Guardia di finanza ha una consolidata tradizione di pubblico soccorso e protezione civile in montagna. Per le competenze tecnico-alpinistiche dei nostri militari siamo punto di riferimento dell’autorità prefettizia, nei casi di scomparsa o di decesso di persone in località montane o impervie, e dell’autorità giudiziaria per i profili di rilevanza penale. Negli ultimi anni, l’obiettivo è stato quello di rendere sempre più efficaci e tempestivi i nostri interventi di soccorso a salvaguardia della vita umana, attraverso un’intensificazione della sinergia con la componente aerea del corpo, il potenziamento della collaborazione con gli altri partner istituzionali del settore e l’acquisizione di nuove strumentazioni tecnologiche per le attività di ricerca, tra cui i cosiddetti droni, e di geo-localizzazione degli smartphone.

L’articolo Evasione e cyberspazio: il generale Andrea De Gennaro racconta le nuove sfide della Guardia di finanza è tratto da Forbes Italia.

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Forbes Italia

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