Ex asilo Camoscio di Marassi, ecco il progetto del nuovo polo: “Tra un anno pronto il nido”
- Postato il 19 giugno 2025
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- Di Genova24
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Genova. Sarà pronto tra un anno il nuovo asilo nido di viale Bracelli a Marassi, parte integrante del nuovo polo scolastico che sorgerà al posto dell’ex Camoscio e dell’edificio che ospitava l’ufficio affissioni del Comune. I lavori sono già iniziati da giorni – e non sono mancate le polemiche per il taglio a sorpresa di alcuni pini storici – ma il progetto aggiornato è stato presentato solo oggi in un’assemblea pubblica convocata dal Municipio Bassa Valbisagno in piazza Manzoni con l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Ferrante, i tecnici del Comune e l’architetto Domenico Conaci dello studio OmArch che ha redatto il progetto esecutivo.
“In futuro qualsiasi incontro avverrà nei Municipi – ha assicurato Ferrante, che dal 2012 al 2022 era stato presidente della Bassa Valbisagno – . Per quanto sia un progetto ottimo, perché riguarda un nuovo asilo, non sappiamo perché questo passaggio sia stato completamente saltato dalla precedente amministrazione. Il luogo preposto per il confronto coi cittadini è questo, ci saranno momenti in cui ci prenderemo gli applausi e altri in cui ci prenderemo i fischi. Purtroppo i Municipi sono stati esautorati. Chi rappresentava questo Municipio doveva pretendere che le persone che erano al mio posto venissero a presentare il progetto“.

“Avremo modo di confrontarci sui Municipi, sono curioso di conoscere le vostre proposte – ha replicato l’ex vicesindaco reggente Pietro Piciocchi, presente in assemblea anche per porre alcune domande -. I Municipi sono stati così esautorati che il progetto è stato finanziato dalla giunta precedente su richiesta insistente della presidenza Ferrante e della presidente Guidi”.

L’edificio, sviluppato su un volume unico a forma di elle, occuperà l’area dell’ex edificio affissioni e una parte del campetto con una superficie di circa 750 metri quadrati. Il piano terra sarà destinato all’asilo nido e potrà ospitare 60 bambini, mentre la scuola d’infanzia sarà al primo piano e sarà dimensionata per 75 bambini. All’esterno ci saranno aree verdi, in parte attrezzate, per 2mila metri quadrati. Sulla copertura saranno installati pannelli solari per la produzione di energia elettrica, riscaldamento e acqua calda sanitaria.
L’intervento, annunciato nel 2021 proprio da Piciocchi, all’epoca assessore omologo di Ferrante, ha subito negli anni diverse modifiche e aumenti di costi. Il quadro economico attuale arriva a 6,75 milioni di euro, di cui 5 milioni provenienti da fondi ministeriali complementari al Pnrr e 1,75 milioni aggiunti dal Comune tramite mutuo. Ad oggi sono in corso le attività preliminari seguite dalle bonifiche, quindi la demolizione e la costruzione per un totale di 365 giorni di cantiere a conclusione della prima fase. La scuola d’infanzia, invece, sarà realizzata in una seconda tranche insieme alla demolizione dell’ex asilo sotto via Coppedè.

Tra le questioni più spinose, l’abbattimento dei pini tra salita Gerbidi e via Coppedè a fine maggio, episodio che ha generato numerose polemiche e dubbi anche in termini di legittimità. L’ex presidente Angelo Guidi, rispondendo ai cittadini su Facebook, aveva spiegato che era necessario tagliarli perché pericolosi. Ma l’architetto Conaci ha fornito spiegazioni differenti: “Sono tutti alberi che andavano a interferire direttamente col cantiere. Pur rimanendo fuori dall’impronta dell’edificio, i lavori avrebbero toccato l’impianto radicale e li avrebbero indeboliti”.
Infatti, trattandosi di una costruzione su un pendio soggetto a frane, sarà necessario appoggiare le fondazioni su una serie di pali larghi 80 centimetri e profondi 25 metri, ancorati direttamente alla roccia. E questo comprometterebbe la salute degli alberi. “Il taglio è stato valutato da due tecnici specialisti diversi, uno in fase di progetto definitivo e un altro durante la progettazione esecutiva. In ogni caso verranno ripiantati altrettanti alberi”.

Ma i timori dei residenti riguardano anche gli effetti delle vibrazioni e il dissesto idrogeologico che ha già colpito la zona nei decenni passati. Nei palazzi limitrofi di viale Bracelli sono stati installati alcuni inclinometri, sensori in grado di percepire movimenti fino al decimo di millimetro. “L’impresa ha già eseguito i testimoniali di stato – ha spiegato ancora Conaci -. Il monitoraggio è affidato a una società esterna, se si muove qualcosa si ferma tutto”. L’assessore Ferrante ha garantito una procedura per informare tempestivamente i residenti: “Il Rup mi informerà subito e io, tramite il presidente del Municipio che sarà in contatto con gli amministratori, mi prendo l’impegno a convocare tutti qui nel giro di ventiquattro ore“.
Rassicurazioni anche sull’amianto: “È stata rilevata una presenza in misura minima, insieme alla Asl abbiamo concordato un piano di bonifica, l’edificio è già tutto incapsulato e verrà quasi totalmente smontato. Si può escludere qualsiasi rischio per le abitazioni limitrofe”.
“Il cantiere è già iniziato, i margini di trattativa per modificare il progetto non ci sono più – ha chiarito Ferrante -. So che ci sono state tensioni, cercheremo di capire come ridurle. Si può ancora migliorare la logistica di cantiere“. Su questo punto l’obiettivo sarebbe evitare la chiusura di salita Gerbidi, al momento prevista dal progetto: “Prima di dare il via libera a soluzioni impattanti pretendo che il programma sia rivisto molte volte finché non ci sarà la certezza che non esiste alternativa”.
“Anche se i lavori sono già iniziati pensiamo che fosse corretto confrontarsi coi cittadini – ha concluso Ivaldi -. Per questo faremo sempre assemblee pubblico con l’obiettivo di avere un confronto costante”.